Superstrada Pedemontana Veneta, forse è la volta buona per completare l’opera viabilistica

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Zaia: «firmato il contratto con Sis. Ora i cantieri devono correre per completare la strada entro il 2020». Polemica dalle opposizioni

pedemontana giunta Zaia Lanzarin Forcolin dirigentiAlla fine, la firma del contratto tra la regione del Veneto e la concessionaria Sis per per la realizzazione della superstrada Pedemontana Veneta è avvenuta nello studio di un notaio a Mestre, dopo un lungo approfondimento e verifiche del testo e dopo che la Giunta regionale con un nuovo provvedimento aveva dato il via libera alla stipula, attuando così in tempi più che celeri alla deliberazione del 16 maggio scorso, che approvava lo schema di contratto del Terzo Atto convenzionale modificativo della Convenzione del 2009 e dell’Atto Aggiuntivo del 2013 per l’affidamento in concessione della progettazione definitiva ed esecutiva, nonché della costruzione e della gestione della Superstrada.

«Adesso vogliamo vedere quei cantieri correre, vogliamo rispettare il cronoprogramma che ci siamo dati e la data del 2020 per la conclusione dell’opera,  vogliamo che i risarcimenti per gli espropri siano effettuati senza ritardi» ha detto il governatore della regione, Luca Zazia presentando il nuovo accordo alla stampa. «Come da impegni che ci eravamo assunti – ha sottolineato Zaia – abbiamo continuato assiduamente anche in questi giorni a rapportarci con l’ANAC, l’Autorità nazionale Anticorruzione e la Corte dei Conti, con l’invio alla loro attenzione tutti i documenti, i provvedimenti e le relazioni che delineano i diversi passaggi di questa fase (delicata ma risolutiva) di un’operazione che abbiamo sempre condotto in totale trasparenza, in modo visibile e leggibile da parte di tutti. Un’operazione che ci consentirà di raggiungere i due più importanti obiettivi: portare a termine un’opera viaria, la più grande in costruzione in Italia, di grande utilità per i veneti e per le nostre imprese, e impedire che decine di chilometri di cantieri abbandonati possano rappresentare una sanguinosa ferita aperta per anni sul nostro territorio». 

Il governatore ha rivendicato che la Regione «direttamente responsabile dell’opera solo dall’inizio del 2017», ha affrontato con assoluta determinazione ogni aspetto di questa eredità, ponendo rimedio al grande problema derivante dalla sovrastima dei flussi di traffico (si prevedevano in origine 33.000 veicoli), che di fatto aveva compromesso l’operazione nel suo complesso: «non esiste in Italia un’autorità che certifichi i flussi di traffico – ha evidenziato – ma tutti i soggetti che si sono occupati di questa previsione si sentono di garantire che nel 2021 si può realisticamente attendere il passaggio di 27.000 veicoli, togliendo le esenzioni e abbattendo il costo dei pedaggi del 23% per le auto e del 16% dei camion».   

«Una soluzione doveva essere trovata e noi lo abbiamo fatto – ha concluso Zaia –, nell’interesse dei Veneti, riuscendo persino a scongiurare l’ipotesi di introduzione dell’addizionale IRPEF che avevamo preso in considerazione soltanto in termini precauzionali e prudenziali, grazie allo spacchettamento in due tranche, una di 140 milioni nel 2018 e una di 160 milioni nel 2019, del mutuo trentennale che la Regione ha stipulato con la Cassa Depositi e Prestiti lo scorso 19 maggio, rimanendo così all’interno della propria capacità di indebitamento annuale e rispettando le condizioni imposte dal “fiscal compact”. Il gruppo di lavoro che abbiamo costruito specificatamente per la Pedemontana – ha aggiunto – ha svolto uno straordinario e proficuo lavoro, grazie al quale oggi possiamo comunicare che un’opera che vale 2.258 milioni, di cui circa 300 milioni di espropri, che si snoda per 95 chilometri di tracciato, a cui si aggiungono 68 chilometri di viabilità di adduzione richiesta dai comuni, 16 caselli, 36 comuni, unisce la A4 da Montecchio, in provincia di Vicenza, alla A27 a Villorba, in provincia di Treviso, è una realtà, è una sfida che vinceremo anche grazie ai suggerimenti utili che abbiamo raccolto in Consiglio regionale, dove non siamo andati a “fare il giro del palo”, ma a condividere uno dei percorsi fondamentali di questa legislatura».   

Il vicepresidente e assessore al bilancio Gianluca Forcolin ha anticipato che in Commissione consiliare a palazzo Ferro Fini si discuterà delle modalità attraverso le quali si chiuderà la partita dal punto di vista finanziario, mentre l’assessore ai lavori pubblici e alle infrastrutture Manuela Lanzarin ha sottolineato che «nonostante il grande affollamento di gufi in questa vicenda, siamo andati avanti e abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo dati» e ha annunciato che continuerà a interloquire costantemente con i sindaci dei territori interessati per monitorare l’evolversi dei cantieri.   

La dirigente Elisabetta Pellegrini, che ha firmato per conto della Regione del Veneto il contratto con l’amministratore delegato del SIS, Matterino Dogliani, ha affermato che entro una decina di giorni dovranno essere pronti i programmi esecutivi e che si provvederà quanto prima al risarcimento degli espropri già concordati, avviando a seguire la procedura per gli altri, mentre è già stato messo a punto un sistema di monitoraggio continuo per verificare il rispetto dei tempi e della qualità degli interventi.    

L’ingegner Giuseppe Fasiol, responsabile unico del procedimento (R.U.P.) dell’opera, ha confermato che ora si potranno accelerare i lavori sull’intero tracciato, nei cantieri già aperti che interessano ben 80 chilometri di strada e nei rimanenti 15, nel trevigiano, che partiranno a breve, con una potenzialità di spesa di 40/45 milioni di euro al mese.   

L’approvazione dell’accordo è stato criticato dall’opposizione, in particolare dalla senatrice Dem Laura Puppato, secondo cui questo si tratta di «un atto di imperio, uno schiaffo alla Corte dei Conti che con le sue richieste vuole vederci chiaro come è giusto, viste le conseguenze di nuovo indebitamento per decenni su un intervento che doveva essere a totale carico del privato. Luca Zaia, per non ammettere i propri e i precedenti gravi errori, non valuta alternative ma persevera nell’errare e così facendo crea un enorme debito in bilancio senza alcuna garanzia di rientrarvi tramite i pedaggi, che anzi saranno in forte ribasso rispetto alle previsioni». Secondo Puppato «l’unico interesse per la giunta è mascherare il più grande fallimento politico che si ricordi nella nostra regione, quello che, giustamente, è stato chiamato la Salerno-Reggio Calabria del Veneto, mentre non vediamo alcuna traccia delle risposte ai 13 quesiti della Corte dei Conti, che chiedono di far luce sull’esplosione dei costi, o sul fatto che l’intero rischio di impresa ricade sulla Regione Veneto o ancora su bandi che si trasformano in semplici appalti senza che vi sia una nuova gara – ha continuato Puppato – stiamo correndo a tutta velocità contro un muro e le decine di criticità, sia economiche, con la Regione a rischio default, sia formali,  porteranno la SPV in tribunale. Ammanta di utopie anche questo tratto del cammino ma la realtà sarà cruda».