Lo sviluppo dell’autonomia dell’Alto Adige discusso a Vienna a 25 anni dalla “quietanza liberatoria”

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Il ministro degli esteri austriaco Kurz ha invitato il governatore Kompatscher e il segretario della Svp Achammer, unitamente al presidente della “Commissione dei 6” senatore Palermo

celebrazioni 25 anni autonomia alto adige vienna da sx Kurz Kompatscher Pfeifer Palermo KholI 25 anni della “quietanza liberatoria” rilasciata all’ONU, che ha messo fine alla controversia internazionale fra Italia e Austria sulla questione altoatesina, sono stati al centro dell’incontro pubblico promosso a Vienna dal ministro degli Esteri austriaco (e neo leader dei Popolari) Sebastian Kurz nella sede del ministero.

L’Alto Adige, l’autonomia e la composizione di quella vertenza possono essere sicuramente un esempio per la risoluzione di conflitti in altre regioni, ha detto Kurz nel suo saluto. La situazione attuale e lo sviluppo futuro dell’autonomia sono stati discussi dal presidente della Provincia, Arno Kompatscher, con l’ex presidente della commissione parlamentare austriaca sull’Alto Adige, Andreas Khol, e con il senatore Francesco Palermo, presidente della “Commissione dei 6”. A moderare la conferenza il giornalista bolzanino Andreas Pfeifer, responsabile della redazione esteri dell’emittente di Stato austriaca ORF.

È stata ripercorsa la storia che ha portato alla quietanza del giugno 1992, per nulla scontata, come ha osservato Andreas Khol, secondo cui l’atteggiamento dell’Italia si è via via trasformato da difensivo a cooperativo. Kompatscher ha ricordato che all’epoca, studente di giurisprudenza, seguì il braccio di ferro sulla quietanza in un periodo segnato dalla caduta del Muro di Berlino e dal negoziato austriaco per l’ingresso nell’UE. La posizione che allora veniva in parte sostenuta, ovvero che il Sudtirolo è una questione interna all’Italia, oggi non esiste più, ha fatto notare Kompatscher. Lo conferma la prassi usuale per cui ad ogni modifica dello Statuto di autonomia, come di recente la norma di attuazione sulla parificazione dei ladini, segue un’informazione al Governo austriaco, ha aggiunto il presidente della Provincia, secondo cui è un grande progresso il fatto che il Governo italiano abbia accettato che le questioni relative all’autonomia dell’Alto Adige mantengano una connotazione internazionale.

Le questioni giuridiche di politica autonomistica sono state affrontate dal senatore Francesco Palermo, che ha definito l’accordo finanziario del 2014 (il cosiddetto “Patto di garanzia”) come estremamente vantaggioso per l’Alto Adige, in quanto riserva alla Provincia un budget superiore a quello di cui poteva disporre ancora nel 2009. I partecipanti all’incontro pubblico hanno concordato sul fatto che l’autonomia debba svilupparsi in modo dinamico, e in questo i lavori della “Convenzione” per la riforma dello Statuto sono preziosi. Si tratta di eliminare le asimmetrie tra i gruppi linguistici, ha sottolineato Palermo. Kompatscher si è pronunciato per un lavoro d’insieme delle diverse culture e per un migliore apprendimento linguistico, perché l’Alto Adige è un ponte tra le culture ed è necessario salvaguardare le loro particolarità. Nell’evento di Vienna si è parlato anche del dibattito sui toponimi, che viene condotto su un piano emozionale, del confine (sensibile) del Brennero, della doppia cittadinanza che provoca divisioni e della collaborazione transfrontaliera.

Il convegno è stato preceduto da un colloquio tra il ministro Kurz, Kompatscher e l’assessore provinciale (e segretario della SVP) Philipp Achammer su alcuni aspetti di attualità riguardanti l’autonomia altoatesina.

Successivamente, Kompatscher ha incontrato i media austriaci sul tema della trasformazione dell’Alto Adige da zona di conflitto ad area di mediazione in Europa presso il Club della stampa. I giornalisti hanno interpellato il Landeshauptmann su numerosi temi di attualità politica locale, nazionale e internazionale. Kompatscher ha esordito ribadendo che «l’Italia non considera quella altoatesina come una questione meramente di politica interna», e che «lo Statuto di autonomia non è statico, ma si sta sviluppando in maniera dinamica. L’Alto Adige si è trasformato nel corso di questi decenni, passando dall’essere una zona di conflitto al diventare una regione modello per quanto il benessere economico e la piena occupazione: come tutte le altre regioni europee dobbiamo ora affrontare le grandi sfide rappresentate, ad esempio, dal cambiamento demografico e dalla digitalizzazione».

Il presidente altoatesino ha poi spiegato la sua visione di Alto Adige: «un ponte fra nord e sud, una piccola Europa nell’Europa aperta, plurilingue, ma anche fortemente radicata sul proprio territorio». Passando ai temi di attualità, una delle prime domande ha riguardato la recente polemica con gli Schützen, e Kompatscher ha risposto che «in Alto Adige si parte dai simboli per creare delle discussioni che portano una certa insicurezza fra la popolazione. Sono dell’avviso, però, che una tutela intelligente ed efficace delle proprie tradizioni, della propria lingua e della propria cultura, dovrebbe portarci ad avere un rapporto più disteso con i simboli nazionali». Sul tema delle minoranze, il presidente altoatesino vede l’Alto Adige «più come un esempio che come un modello», dato che ogni gruppo ha storie diverse, mentre come prevedibile uno dei temi più discussi durante l’incontro con i giornalisti è stato quello dei profughi e dei confini.

Quanto al tema del rafforzamento dei controlli ai confini italoaustriaci, «ritengo legittimo – ha spiegato Arno Kompatscher – che possano arrivare richieste di controlli più efficaci sui movimenti migratori. Il punto davvero critico, per l’Alto Adige, arriva quando questi controlli possono essere messi in relazione a concetti quali chiusure, muri o barriere in un punto storicamente di grande valore simbolico come il confine del Brennero». In ogni caso, alla luce degli sbarchi di profughi in Italia, l’Alto Adige si sta attrezzando per portare da 1.500 a 1.900 i posti a disposizione per l’accoglienza dei richiedenti asilo. «La nostra richiesta è quella di avere una distribuzione più equa sul territorio per favorire l’integrazione», ha spiegato Kompatscher, il quale ha anche aggiunto che «non bisogna dimenticare quanto fatto dal Land Tirolo, dove attualmente sono ospitati circa 8.000 profughi». Tra gli altri temi affrontati quelli legati alla lingua, alla formazione e alla funzione di potenza tutrice dell’Austria. Kompatscher ha concluso l’incontro invitando i media austriaci a seguire la cerimonia dell’11 giugno a Merano alla quale parteciperanno i presidenti Mattarella e Van der Bellen.celebrazioni 25 anni autonomia alto adige vienna Kurz con Kompatscher e Achammer