Assemblea di Unindustria Pordenone negli spazi di Marine Interiors

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Agrusti: «dal 2008 ad oggi con la crisi economica le imprese hanno dovuto affrontare un vero e proprio percorso di guerra

assemblea confindustria pordenone 2017 michelangelo agrustiAssemblea di Unindustria Pordenone alla presenza del ministro dei Trasporti ed infrastrutture, Graziano Delrio, a Pordenone negli spazi produttivi di Marine Interiors, una delle realtà più dinamiche nel campo degli allestimenti navali.

Introducendo i lavori dell’assemblea generale pubblica di Unindustria Pordenone, il direttore Paolo Candotti ha parlato delle possibili traiettorie di sviluppo per il Friuli Occidentale di cui «si cominciano a vedere segni tangibili e ricadute positive: lo sviluppo strategico della filiera corta della cantieristica navale al servizio di due tra i più importanti cantieri navali d’Europa – Monfalcone e Marghera – che prende forma e consistenza numerica grazie alla collaborazione tra Fincantieri e le imprese associate al sistema confindustriale e l’impegno per la realizzazione di un adeguato sviluppo infrastrutturale che coniughi lo sviluppo della portualità dell’Alto Adriatico – Trieste in primis – con le esigenze di efficientamento della catena logistica dell’ampio retro-porto manifatturiero, con le opportunità che possono nascere dal collegamento con i grandi corridoi internazionali».

Secondo il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, intervenuto subito dopo, «migliorare la filiera della logistica è essenziale perché questo significa offrire opportunità concrete alle aziende, il trasporto avviene oggi, perlopiù, su strada, un fatto penalizzante anche dal punto di vista ambientale. Interporto – ha aggiunto il primo cittadino – gioca un ruolo fondamentale cruciale perché Pordenone è collocata in un’area geograficamente strategica». In questo senso Ciriani ha ricordato il sostegno garantito sa subito a Interporto in questa ottica si sviluppo del territorio.

Il presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti, ha ringraziato gli associati che – ha detto riferendosi alla lunga crisi iniziata nel 2008, «hanno dovuto affrontare un vero e proprio percorso di guerra». Motivando la scelta della location assembleare – Marine Interiors – Agrusti ha spiegato che «siamo qui per ribadire la centralità della fabbrica in un territorio a forte vocazione manifatturiera». Un’azienda, ha detto ancora «tenacemente voluta da una persona straordinaria, Giuseppe Bono… Mi sento onorato sia lui il presidente di Confindustria FVG, abbiamo scommesso insieme sul fatto che Fincantieri potesse diventare un riferimento di e per questo territorio visto che tra Pordenone, Monfalcone e Marghera, ogni anno, si costruiscono tre città dentro cui c’è tutto e questo tessuto produttivo è in grado di soddisfare gran parte delle esigenze di questo tutto». 

Agrusti ha sottolineato il concetto secondo cui le imprese del sistema Unindustria e Unindustria stessa ce la metteranno tutta per aumentare progressivamente il tasso di competitività dell’area senza dare nulla per scontato, un’inerzia positiva che proseguirà negli anni. «E’ questa la mia unica idea di Confindustria: non un luogo per auto celebrazioni, semmai un soggetto in grado di agire con concretezza assieme ai portatori di interesse del territorio perché noi siamo parte fondamentale della società. Agiamo affinché si possa generare impresa e lavoro, lo abbiamo fatto con chiunque fosse disponibile al dialogo e alla collaborazione nel pieno rispetto della politica. Non abbiamo mai assecondato tentazioni qualunquistiche ma, al contrario, la voglia di costruire il futuro con chi ha a cuore il destino dell’Italia e di quell’Europa che ci ha garantito settant’anni di pace dopo centinaia di anni guerra». 

Agrusti ha ringraziato il presidente della Camera di commercio, Giovanni Pavan e l’Ente camerale stesso, «divenuto punto di riferimento fondamentale in un momento di deistituzionalizzazione del nostro territorio» confermando che Unindustria si batterà senza risparmiarsi per la creazione di un ente unico regionale». 

Rimarcato il buon rapporto di collaborazione instauratosi con le organizzazioni sindacali, il presidente ha infine ricordato il tema dell’unità di Confindustria regionale e del NordEst auspicando rapidi e positivi sviluppi in questo senso.

Le positive traiettorie descritte da Michelangelo Agrusti hanno trovato riscontro anche nella solida concretezza dei numeri che l’amministratore delegato di Marine Interiors, Gabriele Maria Cafaro, ha offerto agli industriali e ai rappresentanti del territorio una volta presa la parola. «La posizione baricentrica tra i principali siti di Fincantieri – ha detto il manager – permette a Marine Interiors di fungere da trait-d’union tra il sistema cantieristico e il mondo manifatturiero del Triveneto». Il 60% dei ricavi ruota infatti, attualmente, nel triangolo Pordenone – Monfalcone – Marghera. «Marine Interiors – ha spiegato ancora Cafaro – alimenta una rete di circa 200 fornitori supportando così un indotto stimabile tra le 2.500 e le 3.000 persone e genera flussi di trasporti in Friuli Venezia Giulia per circa 5.500 tratte l’anno». Cifre più che soddisfacenti sostenute da un roseo calendario acquisti a medio termine che Marine Interiors calcolano essere di circa 1 miliardo e mezzo di euro per i prossimi cinque anni. Di questo volume – posa in opera, pareti, mobili, arredo bagno, trasporti, ecc. – circa il 30% ricadrà nel Pordenonese» ha dettagliato Cafaro.

In Friuli Venezia Giulia la strategia per un miglioramento dei flussi di traffico delle merci, secondo Giovanni Longo, professore associato al Dipartimento di ingegneria e architettura dell’Università di Trieste, passa attraverso un utilizzo ottimale delle risorse esistenti, un complessivo miglioramento degli aspetti di governance e il rilancio del trasporto merci su ferro. Per Longo il balzo in avanti della competitività del sistema portuale e interportuale in Friuli Venezia Giulia si ottiene con la realizzazione di aree logistiche integrate, nella fattispecie connettendo il Porto di Trieste e i retro-porti (Fernetti, Monfalcone, Porto Nogaro, Interporto di Cervignano, Interporto Sant’Andrea (Gorizia) e Interporto di Pordenone) con i corridoi multimodali Ten-T che attraversano la nostra regione. A proposito di Pordenone è stato ricordata da Longo l’imminente realizzazione del nuovo Terminal Intermodale – operativo entro fine 2017 – che servirà i distretti industriali di legno-arredo e meccanica delle province di Pordenone, Treviso e Belluno e l’entrata in funzione di una stazione elementare che permetterà il doppio ingresso lati Venezia e Udine con totale autonomia rispetto alla stazione di Pordenone.

Molto atteso l’intervento di Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, oltre che presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia: «i corpi intermedi non sono stati distrutti da Matteo Renzi; si sono distrutti da soli. Anche la Confindustria è rimasta indietro. L’Italia è rimasta a una cultura del Novecento» ha detto all’assemblea degli industriali di Pordenone facendosi portatore delle istanze di ammodernamento e innovazione espresse dal sistema industriale territoriale. «Capisco i francesi – ha detto Bono – che hanno una classe dirigente e hanno capacità di mettersi insieme. Dietro Macron c’è una classe dirigente che non s’inventa dall’oggi al domani. In Italia un giovane è arrivato al vertice, ma dietro non aveva classe dirigente che l’avrebbe aiutato a governare in maniera più efficace, e lo dico – ha ribadito Bono – senza schierarmi a favore o contro nessuno. Dobbiamo avere il coraggio – ha detto Bono rivolgendosi al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, e alla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani che hanno partecipato alla tavola rotonda – di fare un progetto a venti anni. Abbiamo costruito un Paese che è contro ogni idea di imprenditorialità e innovazione. Dobbiamo parlare delle leggi e non solo della burocrazia che le ammazza». assemblea confindustria pordenone 2017 giuseppe Bono

Per Bono «il Paese deve sostenere l’industria manifatturiera e, con tutto il rispetto per le istanze ambientali e naturalistiche, mi suona strano che i dragaggi dei canali di Monfalcone, dove si trovano cantieri navali fra i più importanti del mondo, debbano essere bloccati per difendere la passera», che è un pesce di mare dall’aspetto piatto, suscitando con la sua battuta le risate e l’applauso degli industriali. «E’ strano che si impedisca l’innalzamento di un capannone in un cantiere navale per evitare di interferire con la nidificazione e il transito degli uccelli migratori – ha aggiunto Bono che con la mano ha fatto intendere che si può volare anche qualche metro più in alto -. In Italia non si crea più grande impresa. Abbiamo la piccola impresa e la dobbiamo aiutare, trainare e sostenere. C’è poi la media impresa, che è la spina dorsale del nostro Paese e che dobbiamo spingere a lavorare insieme, costruire delle filiere, anche con meccanismi di fiscalità di svantaggio», ha concluso Bono.

«Il tema dei collegamenti logistici è un tema centrale per lo sviluppo del Paese – ha detto Delrio intervenendo all’assemblea degli Industriali di Pordenone -. In Italia si lavora con una logistica inefficiente che costa ogni anno 30 miliardi al sistema degli imprenditori italiani che scontano un gap enorme rispetto ai loro colleghi tedeschi. Lavorare in questo settore significa lavorare sulla modernità. Il dato emerso dal G7 dei trasporti di Cagliari è inequivocabile: in tutto il mondo si sta passando dalla gomma alla ferrovia e al mare. Noi stiamo lavorando in quella direzione con investimenti enormi su grandi e piccole opere infrastrutturali. L’Italia ha bisogno di grande industria di stato, da cui possano gemmare opportunità per il territorio e le imprese, perché a differenza di altri player planetari stiamo perdendo i benefici che erano garantiti dalla sua presenza. La mancanza di grandi operatori – ha ribadito Delrio – può creare problemi al sistema Italia e quindi dobbiamo lavorare su questo fronte. Lo dico nella consapevolezza dell’importanza che ha la piccola e media impresa, su cui poggia l’economia di molti territori».