Autonomia Emilia Romagna: per la Lega Nord quella di Bonaccini è una proposta “annacquata”

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Fabbri: «sono previste poche deleghe, il Pd vende fumo»

alan fabbri lega nord emilia roamgnaAncora polemiche tra il Pd e la Lega Nord sulla proposta avanzata dal presidente della regione Emilia Romagna di chiedere l’autonomia speciale sulla base delle procedure costituzionali, saltando il passaggio referendario che invece celebreranno il prossimo 22 ottobre Veneto e Lombardia.

«Poche deleghe e poca chiarezza sulle risorse. L’autonomia che il Pd vuole per l’Emilia-Romagna è una versione annacquata di quella che otterranno Veneto e Lombardia. E così sarà impossibile riportare a casa i 17 miliardi che ogni anno i nostri cittadini versano in tasse, a fondo perduto» scrive Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione, bocciando il documento di indirizzo approvato dalla Giunta per l’avvio del percorso verso l’autonomia regionale. 

Per Fabbri, in Emilia-Romagna «il Pd vende fumo. Bonaccini prevede di chiedere a Roma il trasferimento di soltanto quattro funzioni: tutela del lavoro, internazionalizzazione delle imprese, tutela della salute e ambiente, con un vago accenno alle infrastrutture. Temi importanti, ma parziali per i quali la Giunta non chiarisce fino in fondo quali saranno i corrispettivi economici e che, in realtà, si potrebbero ottenere senza scomodare l’articolo 116, ma con semplici deleghe o addirittura a legislazione vigente». 

Critiche anche alla scelta di chiedere a Roma la possibilità di aumentare il numero delle vaccinazioni obbligatorie rispetto a quelle già previste dal sistema sanitario nazionale: «una richiesta dettata da una logica dirigista su un tema tanto sentito, l’esatto opposto di quello che ha fatto il Veneto che ha impugnato il decreto legge che le prevede».