Mediocredito Friuli Venezia Giulia: la procura di Udine apre un’inchiesta per bancarotta e mendacio

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Peroni: «la Regione vittima, ci tuteleremo». Zullo: «Mediocredito spolpato dal PD»

cristiana Compagno pres mediocredito FVG francesco peroni ass finanze FVGLa Procura della Repubblica di Udine ha avviato un’inchiesta sull’attività svolta dal Mediocredito del Friuli Venezia Giulia. La Guardia di Finanza ha eseguito perquisizioni nella sede di Udine del Mediocredito prelevando fascicoli e documenti. Il pm Paola De Franceschi ha ipotizzato a carico di ignoti i reati di concorso in bancarotta semplice e mendacio bancario.

Il periodo con i maggiori crediti deteriorati, poi classificati dal Mediocredito a sofferenza – come reso noto dalla banca in numerose audizioni in Consiglio regionale – è fra il 2007 e il 2008, con un picco massimo fra il 2005 e il 2008. Nell’ultima audizione, l’allora presidente del Mediocredito Cristiana Compagno ha riferito delle azioni di tutela legale avviate dall’istituto ai fini del risarcimento del danno subito da Mediocredito. 

«La Regione Friuli Venezia Giulia è vittima e agirà a propria tutela – ha detto l’assessore regionale alle finanze, Francesco Peroni -. Deve essere chiaro che la Regione, come proprietaria di maggioranza della Banca, è vittima, al pari dello stesso Istituto, di condotte di reato quali quelle ipotizzate e che, ove tali condotte risultassero accertate e individuati i relativi responsabili, agirebbe a propria tutela in tutte le sedi giudiziarie competenti. Per quanto concerne l’azione dell’attuale Governo regionale – ha aggiunto Peroni – è ormai ampiamente documentato che la Banca che ci siamo trovati a gestire nel 2013 aveva già “in pancia” tutti i germi patogeni che si sono suggestivamente sprigionati con virulenza». 

Peroni rivendica «di aver tempestivamente messo mano a tutte le terapie del caso, in sintonia con i principali soci della Banca e in piena coerenza con le indicazioni dateci dall’Autorità di Vigilanza. Dunque: pulizia della Banca dalle sofferenze, aumento di capitale e ricerca di una partnership industriale capace di portare Mediocredito al passo con l’evoluzione del mercato. Questo difficile percorso di risanamento, dopo le operazioni straordinarie della scorsa estate, come la cessione al mercato delle sofferenze e correlato aumento di capitale, è quasi ultimato – ha ricordato Peroni – e i cittadini del Friuli Venezia Giulia devono essere certi che le risorse impiegate a tal fine sono state spese a salvaguardia di un interesse collettivo. Scelte diverse avrebbero comportato perdite maggiori. In ogni caso – ha concluso Peroni – la Regione ha piena fiducia nell’azione della magistratura e collaborerà all’accertamento dei fatti in tutte le forme possibili». 

Di tutt’altro avviso l’eurodeputato M5S Marco Zullo: «si preannuncia l’ennesimo disastro clientelistico dei dinosauri della vecchia politica. L’anno scorso, effettuando un accesso agli atti della Procura di Udine a seguito dei vari tentativi dei nostri portavoce regionali che avevano sollevato il caso, abbiamo trovato una relazione di Banca d’Italia che evidenziava ipotesi di reato pesanti da parte di Mediocredito, una banca pubblica del Friuli Venezia Giulia. Scorrettezze confermate anche da altre relazioni della polizia tributaria, documenti sconcertanti abbandonati lì, in archivio. Da allora – riferisce Zullo – ho coinvolto diversi parlamentari sia in Europa, sia in Italia. Con i miei colleghi M5S Giorgio Sorial, Barbara Lezzi e Nicola Morra abbiamo depositato un’interrogazione in Parlamento alla quale non è seguita nessuna risposta». 

Zullo ricorda che «una recente sentenza della Corte di Cassazione sul principio di continuità dei valori di bilancio però, ci ha dato l’aggancio ideale per andare avanti. Se una falla all’interno di un bilancio non è sanata in quelli successivi, infatti, allora tutto è riconducibile al primo dei bilanci incriminati, anche se sono decorsi i canonici cinque anni per la responsabilità degli amministratori. Da qui abbiamo deciso di costruire un esposto per la stessa Procura di Udine che dimostra (attraverso un incrocio tra fallimenti di aziende, prestiti non onorabili, interpretazioni creative dei bilanci e molto altro) il concorso esterno in bancarotta fraudolenta. Un reato che – secondo Zullo – potrebbe risalire addirittura ai tempi dell’amministrazione regionale di Riccardo Illy e arrivare fino a quella di Debora Serracchiani. Ieri, finalmente, la Guardia di Finanza ha irrotto nell’istituto bancario e ha sequestrato – sostiene Zullo – documenti inerenti ai movimenti bancari degli ultimi 7-8 anni». 

Zullo affonda il coltello sull’amministrazione Serracchiani: «mentre noi chiediamo di fare luce sulla vicenda, l’amministrazione PD a firma Serracchiani effettua un aumento di capitale con relativa cartolarizzazione dei debiti. Estremo tentativo per insabbiare il tutto, nella speranza che anche questa vicenda passi nel dimenticatoio? Il Pd – conclude Zullo – se le evidenze dovessero essere certificate dalla giustizia, si confermerebbe un partito spolpa banche, capace di creare buchi e debiti ovunque passa. Salvo poi farli pagare, nella peggiore delle ipotesi, direttamente ai piccoli risparmiatori. Il tutto grazie a provvedimenti europei che loro stessi hanno sottoscritto. Insomma, si preannuncia l’ennesimo disastro clientelistico dei dinosauri della vecchia politica».