Aventino lagunare dei Dem: il gruppo Pd non sale sulla Marmolada

Disertata la seduta straordinaria del Consiglio regionale a Punta Serauta sulla Marmolada per ribadire la “venezianità” della punta. Fracasso: «i problemi della montagna sono strade, ospedali e autonomia. Altro che i confini! La Regione dia risposte anziché organizzare inutili passerelle». 

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Seduta straordinaria e allo stesso modo speciale per il Consiglio regionale del Veneto lunedì 24 settembre, quando l’Assemblea si riunirà invece che in laguna ai quasi 3.000 metri di Punta Serauta sul ghiacciaio della Marmolada. Una seduta voluta dal presidente del Consiglio, Roberto Ciambetti, per ribadire la potestà della regione Veneto sulla sommità del ghiacciaio, contesa con la provincia di Trento che si è vista recentemente favorita nella ridefinizione dei confini.

Alla seduta straordinaria non parteciperà il gruppo consiliare Dem che ha preferito una sorta di “Aventino” lagunare. A Belluno, il capogruppo del Partito Democratico, Stefano Fracasso, insieme ai consiglieri Bruno Pigozzo e Graziano Azzalin e al senatore Roger De Menech, hanno illustrato le motivazioni del loro gesto. «Quella di lunedì è una trovata propagandisticasenza senso che prende in giro chi vive quotidianamente la montagna con tutti i suoi problemi. Per affrontare le questioni vere, legate allo spopolamento, alla chiusura dei servizi, alla gestione delle strade gli strumenti ci sono già, a partire dalla Legge 25 del 2014. Può anche andar bene una seduta fuori sede, se serve a prendere decisioni concrete per la montagna e la sua gente. Una mozione sui confini con il Trentino, una materia su cui non abbiamo alcuna competenza, che non sposta una virgola, non serve a nulla».

Secondo Fracasso, Pigozzo, Azzalin e De Menech «dopo aver più volte chiesto che fosse un Consiglio per la montagna e non sulla montagna, abbiamo deciso di non partecipare al Consiglio straordinario sulla Marmolada. Così è una perdita di tempo, per quanto suggestiva. Zaia ci dica cos’ha fatto in più di tre anni di legislatura per la montagna veneta e per la specificità di Belluno».

I quattro moschettieri Dem sono poi passati ad illustrare la propria proposta, che mette nero su bianco le questioni aperte e i precisi impegni richiesti alla Giunta regionale. «Entro fine novembre presenti in Prima commissione una relazione sullo stato di attuazione della legge 25 sull’autonomia di Belluno, anche con riferimento agli eventuali elementi di criticità emersi. Si convochi nel giro di un mese un tavolo con la Provincia, nel quale affrontare i temi e le priorità già segnalate dal presidente Padrin lo scorso dicembre: il trasferimento delle funzioni amministrative relative a risorse idriche, energetiche difesa del suolo e turismo, accompagnate dal trasferimento delle risorse».

Gli impegni, però, passano anche dai numeri concreti: «la Regione metta nel bilancio 2019-2021 15 milioni di euro per interventi a favore dei territori montani, sia per l’attuazione della Legge 25 che per le misure a sostegno della residenzialità, della qualità dei servizi pubblici, della manutenzione ambientale nei territori montani. Chiediamo poi che fine abbiano fatto gli impegni della convenzione tra Anas e Veneto Strade che dovevano portare alla riclassificazione delle strade della provincia di Belluno entro lo scorso giugno. Siamo ormai a ottobre e non c’è traccia di un piano. Sollecitiamo inoltre la Giunta a intervenire nella causa civile tra Veneto Strade e la Provincia di Belluno, estinguendo il debito di 25,7 milioni di euro per i mancati versamenti contrattuali dovuti al blocco dei trasferimenti statali».

Oltre ad autonomia e gestione delle strade, altro tema caldo è quello della sanità, con specifiche richieste contenute nel documento: «la Giunta attivi entro il 31 dicembre tutti i posti-letto di strutture intermedie previste dalle schede territoriali e nei prossimi riparti del Fondo sanitario garantisca risorse specifiche per l’Ulss delle Dolomiti, impegnandosi inoltre a mantenere un Dipartimento di emergenza di massimo livello, potenziando l’elisoccorso e rafforzando il servizio di ambulanze medicalizzate».

«Sono risposte che i bellunesi attendono da troppo tempo – concludono Fracasso, Pigozzo, Azzalin e De Menech – e di questo avremmo voluto che si discutesse sulla Marmolada, se ci fosse stato dato il modo. La Regione ha il dovere di farsene carico, anziché creare false aspettative e illudere un territorio con passerelle che non portano da nessuna parte. Resterà una bella foto ricordo, ma per i bellunesi tutto come prima. Perciò noi non ci saremo».

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