Alice Pretto è il nuovo presidente dei Giovani imprenditori di Assindustria Venetocentro

27 anni è amministratore di Essay Group Srl. Nelle province di Padova e Treviso sono 11.293 le imprese “under 35” di tutti i settori (-29,1% sul 2011).

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Alice Pretto, presidente gruppo Giovani imprenditori AssindustriaVenetocentro.

L’assemblea dei Giovani imprenditori di Assindustria Venetocentro ha eletto Alice Pretto alla presidenza del Gruppo Giovani per il triennio 2020-2023.

Nel corso dei lavori è intervenuto in videoconferenza il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano che ha portato il suo saluto ai Giovani di Assindustria Venetocentro e le sue congratulazioni e auguri di buon lavoro al neo presidente Pretto, che entra di diritto nella squadra senior come consigliere di presidenza di Assindustria Venetocentro.

Padovana, 27 anni, Pretto è amministratore di Essay Group S.r.l. di Mestrino, azienda specializzata nella saldatura di materiali plastici, pelli e tessuti per i settori medicale, moda, arredo. Sarà affiancata dai vicepresidenti Mattia Bettin (Gruppo Bettin Srl, Peraga di Vigonza), Sofia Campagnolo (L’Ottocento Srl, Cittadella), Riccardo Fornasier (Eritex Srl, Vidor), Francesco Ongaro (Trevigroup Assicurazioni Srl, Oderzo).   

Insieme alla squadra di presidenza, è stato eletto il consiglio direttivo dei Giovani imprenditori: ne fanno parte Arrigo Barion (Andrighetti Legnami Srl, Sant’Angelo di Piove di Sacco), Christopher Ceccato (Ceccato Olindo Srl, San Giorgio delle Pertiche), Enrico Fiorin (ICT4B2B Srl, Silea), Andrea Forte (ASG Network Srl, Treviso), Luigi Gorza (Ard Raccanello Spa, Padova), Serena Granziera (Irinox Spa, Conegliano), Sara Rachello (Molino Rachello Srl, Roncade), Dario Schiavon (Schiavon Sistemi Srl, Padova).  

«Assumo la guida dei Giovani imprenditori di Assindustria Venetocentro con orgoglio e sento una grande responsabilità – ha dichiarato Pretto -. Un grazie sentito a tutti i colleghi imprenditori, ad Alessandra Polin ed Anna Viel, di cui raccolgo l’importante testimone. La pandemia ha colpito duro, soprattutto i giovani. Gli ultimi dati Istat sul lavoro e le imprese giovanili non sono confortanti. Bisogna rimettere le giovani generazioni al centro dell’agenda, aprire una “fase giovani” dopo la fase uno, due e tre della reazione alla pandemia. Per aiutare la nascita di nuove imprese è necessario semplificare la burocrazia, creare un ponte con le grandi e medie aziende così che siano le prime ad investire sulle nuove generazioni. Incentivare e premiare l’assunzione di giovani può aiutare le imprese del nostro territorio a guadagnare nuove competenze». 

«I Giovani imprenditori rappresentano da sempre un laboratorio di innovazione, di proposta e di impegno – ha commentato Leopoldo Destro, presidente di Assindustria Venetocentro -. Alla neo presidente Pretto e alla sua squadra l’augurio, in questa direzione, di essere sempre coraggiosi nelle proposte e nelle azioni per garantire e rafforzare quell’importante contributo di visione e di concretezza che serve alle nostre imprese e sul quale vorrò avere il loro assiduo apporto. Un grande Paese ha bisogno dell’imprenditorialità e delle competenze dei suoi giovani. Usare bene i fondi del “Next Generation Eu” in questa direzione, vuol dire tenere fede all’obiettivo del programma. L’Europa delle nuove generazioni, appunto».

L’elezione del nuovo vertice dei “giovani” è stata l’occasione per fare il quadro sull’imprenditoria degli “under 35”, da cui emerge ancora una volta come l’Italia non sia un Paese per (imprese) giovani. Non solo la crisi pandemica: burocrazia, pubblica amministrazione inefficiente, costo del lavoro, credito selettivo, insieme al calo demografico, rendono da anni il fare impresa per i giovani un percorso a ostacoli. 

Negli ultimi dieci anni sono venute a mancare 4.634 imprese giovanili di tutti i settori (-29,1%), quelle cioè condotte da under 35 (o con prevalenza di under 35 nella proprietà). Dalle 15.927 censite nel 2011, le imprese giovanili si sono “ristrette” a 11.818 a fine 2019, il 7,1% delle imprese attive (era il 9% nel 2011). La pandemia non ha risparmiato l’imprenditoria giovanile: nei primi nove mesi del 2020 si sono perse altre 525 aziende “under 35” (-4,4%), scese a settembre a 11.293. Diminuisce il contributo quantitativo dei giovani all’imprenditoria, ma non diminuisce il contributo qualitativo, dalle competenze digitali alla proiezione all’innovazione, all’attenzione alla sostenibilità ambientale, strategiche per il futuro.

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