Trentino, via libera all’assestamento di bilancio da oltre 500 milioni

Delusi Fratelli d'Italia che, pur in maggioranza ma non in giunta, non sono riusciti ad incidere. Soddisfatto il Pd che si vede approvate parecchie proposte. Tra i tanti interventi di sostegno, stride il nulla per l’editoria locale in crisi, quando altre regioni sono già tempestivamente intervenute. 

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pnrr in trentino assestamento di bilancio

Alla fine, dopo la votazione dell’assestamento di bilancio 2022 della provincia di Trento che porta a casa oltre 500 milioni di risorse fresche, con 100 milioni parcheggiati in un fondo di riserva (che i maliziosi già definiscono il salvadanaio elettorale della giunta del leghista Fugatti per il prossimo anno, a serio rischio di mancata riconferma), tutti i protagonisti della discussione sono soddisfatti, maggioranza ed opposizione.

Dalla maggioranza di centro destra a guida leghista si canta vittoria perché con l’assestamento di bilancio si portano molte risorse fresche nel bilancio provinciale frutto degli avanzi di bilancio della scorsa legislatura e dalle trattative con il governo centrale per lo sblocco di vecchie partite, mentre dal fronte delle opposizioni ci si dichiara soddisfatti perché, dopo l’azione ostruzionistica con decine di migliaia di emendamenti, la maggioranza è venuta a più miti consigli e aperto alla trattativa, dando il via libera a proposte delle opposizioni condivise anche dalla maggioranza, come il bonus energia per le famiglie fino ad oggi escluse, gli aiuti alle imprese sul caro energia, la realizzazione di un piano straordinario per il rifacimento degli acquedotti trentini, gli aiuti agli allevatori produttori di latte, un’ulteriore riduzione delle tariffe asilo, il bonus Covid per le associazioni di pronto soccorso fino all’impegno chiesto alla Giunta ad usare i soldi della cooperazione internazionale entro fine anno per emergenza climatica ed alimentare.

A metà strada Fratelli d’Italia, forza politica che alle elezioni del 2018 non aveva partecipato e createsi a seguito di successive acquisizioni da parte di altre forze politiche a seguito di transumanze da Agire per il Trentino e dalla stessa Lega Salvini premier, che è sì nella maggioranza di centro destra, ma non partecipa al governo provinciale, nonostante sia il secondo partito della coalizione.

Amareggiato il capogruppo di Fratelli d’Italia, Claudio Cia: «ho apprezzato l’assestamento di bilancio, ma gran parte delle nostre proposte sono state bocciate e questo ci fa rimanere certamente con l’amaro in bocca». Delusioneanche per le due consigliere ex Lega, Alessia Ambrosi e Katia Rossaro: «siamo deluse perché l’impegno messo in atto non è stato valorizzato in nulla dalla maggioranza».

Risultato negativo anche per un’altra proposta di parte della maggioranza, a firma Fdi e Forza Italia, relativa al mantenimento dell’operatività delle sale da gioco anche in vicinanza di luoghi sensibili come le scuole che voleva prorogare l’entrata in vigore della legge sulla ludopatia, che tutelerà persone e famiglie da questa piaga sociale, senza impedire la possibilità di giocare, ma a distanza dai punti sensibili.

Peccato solo che nel concerto finale delle varie forze politiche nessuna abbia tenuto in debita considerazione le esigenze del comparto dell’editoria locale, alle prese con la pericolosa concentrazione di tutte le testate a stampa e di gran parte di quelle radiofoniche e digitali in mano al gruppo editoriale Athesia che, forte di due agenzie di raccolta pubblicitaria, drena quasi tutte le risorse del settore lasciando solo le briciole agli editori indipendenti.

Altre regioni sono già intervenute a favore della propria editoria con adeguati sostegni, anche per consentire ai giornalisti addetti di portare a casa uno stipendio, oltre che ad assicurare quel pluralismo che tutti predicanoma pochi o nessuno in Trentino pratica di fatto. Se poi ci si mette anche il drastico taglio delle attività di comunicazione istituzionale degli enti locali trentini, il cerchio è chiuso.

Davvero peccato che nell’assestamento di bilancio da oltre 500 milioni non si siano trovati uno-due milioni da destinarecome hanno fatto altre regioni, anche prive di autonomia speciale – per il sostegno dell’editoria locale e, soprattutto, del pluralismo democratico dell’informazione. Davvero un brutto segnale da parte di tutte le forze politiche, ma specie da parte delle opposizioni di sinistra che parlano sempre di diritti, ma non di tutti.

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