Trentino, ecco quanto spende la Provincia in spese legali

I dati in una risposta ad un’interrogazione di Onda. Degasperi: «tante, troppe cause, dove spesso la Provincia esce soccombente causa l’incapacità della giunta di fare provvedimenti inoppugnabili». 

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Sono innumerevoli i procedimenti giudiziari che dal 2018 ad oggi hanno visto coinvolto il governo della provincia di Trento guidata dal leghista Maurizio Fugatti che ora la risposta ad un’interrogazione depositata dal consigliere provinciale di Onda, Filippo Degasperi evidenzia come il Trentino sia stato coinvolto in tantissime cause giudiziarie, talvolta vittoriose, molte altre soccombente, con le relative spese legali.

Da ottobre 2018 a fine 2020, la Provincia è stata coinvolta in 356 contenziosi (vincendone 219 e perdendone 137), mentre da gennaio 2021 a ottobre 2022 sono stati definiti 239 procedimenti (150 con esito favorevole e 89 con esito sfavorevole): di fatto, l’Autonomia speciale del Trentino ha perso nel 38% dei casi.

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Una serie di giudizi costati cari alle casse pubbliche: dal 2018 a oggi, la Provincia ha sborsato 1.020.565,05 euro (nella scorsa legislatura su cinque anni si è avuto il pagamento di spese di causa per 1.385.805,90 euro), a fronte di un incasso per spese liquidate dall’ottobre 2018 a oggi di 418.643,73 euro con ulteriori crediti giudiziari da riscuotere non appena le procedure saranno compiute.

Nella risposta all’interrogazione di Onda, Fugatti nota come «quando è il privato a essere soccombente contro l’Amministrazione, il giudice dispone la compensazione delle spese, ciò che di rado avviene quando risulti essere soccombente l’Amministrazione, la quale, il più delle volte, si vede condannata al pagamento delle spese».

Comunque sia, nel solo 2022 sono già oltre 50 le delibere di assunzione di spese legali da parte dell’amministrazione provinciale, spesso tirata in ballo o da cittadini e aziende private, o da organismi dello Stato che contestano la portata di provvedimenti presi dall’Autonomia speciale.

Non solo: nell’intervista a “Focus” di “ViViItalia Tv”, il consigliere di Onda, Filippo Degasperi, intervistato dall’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e dal direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, evidenzia anche il problema relativo alla stessa Avvocatura provinciale, un servizio caducato nel suo vertice dalla magistratura trentina, che ha ritenuto inadeguata la procedura di selezione del dirigente, oltre al fatto che lo stesso candidato, l’avvocato Giacomo Bernardi, avevadimenticato” di indicare nel curriculum degli incarichi ricoperti ai fini della selezione di essere stato nei due anni precedenti commissario liquidatore di una società partecipata dalla stessa Provincia con cui è in essere un contenzioso. Un comportamento eccessivamente disinvolto da entrambe le parti, duramente censurato dal magistrato sotto il profilo procedimentale da parte del governo provinciale e sotto quello economico da parte del candidato condannato a rifondere la Provincia stessa degli emolumenti incassati durante il periodo del suo incarico.

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