Azione Italia Viva: fine di un’avventura politica nata fragile

Dopo sei mesi, la vicenda politica del terzo polo nazionale finisce al capolinea, ma sopravvive per alte ragioni economiche nella gestione unitaria dei gruppi parlamentari.

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Dopo appena sei mesi, giunge al capolinea l’avventura politica del duo fantastico composto da Carletto Calendae Matteo Renzi, due tra i personaggi del teatrino della politica nazionale con un supero di ego, soggetti che intendono la politica solo declinata nell’”Io”: alla fine, l’esperienza della fusione fredda tra Azione e Italia Viva con la nascita del terzo polo laico e liberale evapora nel nulla.

Che il cammino nunziale di Azione e Italia Viva fosse un tantino forzata e che incorporasse qualche problemino in eccesso dovuta non tanto all’idea di fondo – buona e condivisibile – ma alla presenza di due galli – e che galli! – nello stesso pollaio, seppur circondati da tante pollastrelle accondiscendenti e adulanti, con il risultatoche non poteva finire che così, a cazzotti, con tanti tirati sotto la cintola.

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Il problema è che Carletto Calenda intende la politica come una rappresentazione di , una incarnazionedell’Io, quasi moderna rappresentazione del re Sole. L’altro, Matteo Renzi, ormai intende la politica solo come un trampolino per valorizzare i propri interessi, tanto da rendere evidente ogni giorno di più un problema, se non di ordine giuridico, almeno di portata etica, perché in altri paesi non si è mai visto un parlamentare in servizio attivo svolgere contemporaneamente funzioni da lobbista (cosa che gli rende almeno 10 volte tanto lo stipendio che gli passano gli italiani per i suoi servigi) e, ora, pure da direttore editoriale di un foglio a stampa.

Davvero difficile che una bicicletta nata su questi presupposti e in una situazione rocambolesca come quella delle elezioni politiche 2022, con i continui giri di valzer del Carletto nazionale (prima il fidanzamento con Letta, poi il gran rifiuto allo stesso Letta colpevole di avere allargato a verdi e rifondaroli, poi gli stracci lanciati alla sua storica partner radicale Emma Bonino) e la necessità di trovare un alleato per affrontare il mare delle Politiche imbarcando un altro naufrago della politica come il Rottamatore, potesse andare avanti. E’ durata fin troppo. Anche se potrebbe pure risorgere, magari in vista delle elezioni europee della primavera 2024.

Intanto, visto che Carletto e Matteo sono sì due personaggi fumantini ed incazzosi, ma non del tutto stupidi,proseguiranno nell’avventura della bicicletta con le ruote quadre tra Azione e Italia Viva a livello di gruppi parlamentari, visto che alla Camera e al Senato entrambi non hanno forze sufficienti per costituire gruppi autonomi e continuare a mungere la tetta dei finanziamenti pubblici, ormai la principale forte di entrata delle forze politiche. L’alternativa sarebbe di finire nel calderone del gruppo misto e addio sogni di gloria (e di soldi pubblici).

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