Federazione moda, l’ottobrata calda raffredda le vendite di abiti invernali

A settembre vendite in calo dello 6% e ad ottobre non andrà meglio. Chiesto un accordo filiera con fornitori, prorogare scadenze e ridurre l’Iva sul settore.

0
554
Federazione Moda Italia-Confcommercio Osservatorio consumi Confimprese-Ey

Secondo i primi dati del sondaggio sulle aziende associate a Federazione Moda ItaliaConfcommercio, il mese di settembre si è concluso con un calo delle vendite del 6% registrando una ridotta propensione agli acquisti di moda per le eccezionali condizioni metereologiche garantita da un’ottobrata insolitamente mite.

Secondo una nota di Federazione Moda Italia di Confcommercio, il 54% delle aziende intervistate ha evidenziato un valore delle vendite negativo, a fronte di un 27% positivo e un 18% stabile. «In un settembre caldo con temperature sorprendentemente miti nonostante il cambio di stagione – afferma il presidentedell’Associazione, Giulio Felloni – i negozi di moda hanno registrato il rinvio di almeno un mese degli acquisti di maglieria, giacche, abiti, giubbotti, abbigliamento e calzature più pesanti, sia per la donna che per l’uomo. Dal punto di vista dell’offerta commerciale, la stagione estiva è finita, ma quella metereologica sta mettendo in difficoltà i nostri negozi che devono affrontare gravosi problemi che vanno da magazzini sempre più pieni ed assortiti alle sfide finanziarie legate alle scadenze dei pagamenti, nonché spese generali come tasse, costi energetici, affitti indicizzati e costo del personale».

Per affrontare questa situazione, Secondo Felloni «Federazione Moda Italia-Confcommercio ritiene fondamentale trovare un accordo di filiera con i fornitori per prorogare le scadenze dei pagamenti autunnali. Inoltre, ci aspettiamo un intervento governativo sulla riduzione dei costi di locazione al fine di alleviare la pressione finanziaria e una tassazione meno invasiva prevedendo anche la riduzione dell’Iva al 10% sui prodotti di modaed in particolare su quelli “Made in Italy” e sostenibili. Tutto questo per evitare che un grande patrimonio rappresentato dai negozi di vicinato possa essere intaccato procurando la perdita di migliaia di posti di lavoro».

La riduzione strutturale dell’Iva dal 22% al 10% proposto sull’abbigliamento potrebbe aiutare ad abbatterel’inflazione, specie ora che i consumatori la percepiscono più alta del suo effettivo valore statistico, contribuendo così a rallentare ulteriormente la propensione alla spesa e agli acquisti per accumulare risorse.

Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano” e “Dario d’Italia”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata. 

Telegram

https://t.me/ilnordest

Linkedin

https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano/

Facebook

https://www.facebook.com/ilnordestquotidian/

© Riproduzione Riservata