Tempesta Vaia cinque anni dopo: in Trentino Alto Adige boschi ancora in affanno

Le Dolomiti cambieranno aspetto con essenze diverse dalle conifere, oltre che a causa del bostrico e del clima.

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Tempesta Vaia

Sono passati cinque anni esatti dalla tempesta Vaia, l’uragano che devastò le Alpi abbattendo centinaia di migliaia di alberi e aprendo il campo all’infestazione di bostrico ancora in corso in molte zone delle Dolomiti.

In Trentino Alto Adige, dove le pendici dei monti erano coperti da foreste di conifere, ancora oggi è possibile vedere la distruzione portata, tra la fine di ottobre e l’inizio del mese di novembre 2018, da raffiche di vento a velocità compresa tra i cento e i 200 chilometri orari.

Per sostenere la rinaturalizzazione del suolo, favorire la biodiversità e garantire la tutela idrogeologica del territorio negli ultimi anni, in Trentino e in Alto Adige sono stati lanciati diversi progetti di rimboschimento, che procedono a pieno regime volti anche a diversificare le essenze arboree, lasciando più spazio di prima alle latifoglie.

In Alto Adige la tempesta Vaia ha colpito circa 6.000 ettari di boschi, pari all’1,7% della superficie forestale totale, 91 comuni diversi. Per garantire un accesso sicuro alle aree danneggiate, e rimuovere il legname schiantato, è stato necessario ripristinare molte strade forestali in disuso. La provincia di Bolzano ha messo inizialmente a disposizione 12,3 milioni di euro per la realizzazione di 370 progetti, a cui si sono aggiunti 3,5 milioni per ripristinare la funzione protettiva delle foreste e dieci milioni in azioni di rimboschimento.

In Trentino la tempesta Vaia ha distrutto 20.000 ettari di foresta, con oltre quattro milioni di metri cubi di legname abbattuto. Dopo i primi interventi di recupero degli alberi schiantati, sono stati messi in campo diversi progetti di ripristino, anche grazie all’assunzione di 130 nuovi operai forestali. Attualmente vengono messe a dimora 400.000 piantine all’anno, per una superficie di nuovo bosco di 250 ettari ogni 12 mesi. Si tratta di piante autoctone, quali larici, faggi, aceri, sorbi dell’uccellatore, tigli, castagni, pioppi e salici, che andrannolentamente a sostituire le conifere. Le foreste di abeti e pini, piantate nell’Ottocento per rimboschire velocemente il territorio, verranno sostituite dalle latifoglie, che garantiscono una maggiore biodiversità e resistenza agli infestanti come il bostrico.

Tempesta Vaia
Le operazioni di bonifica del territorio dopo il passaggio della tempesta Vaia: il caso della pineta Bedolpian sull’Altopiano di Piné in Trentino.

L’attività di rimboschimento è tuttavia ostacolata, oltre che dalla ridotta disponibilità di piantine da parte dei vivai, anche dalla diffusione del bostrico. Nelle due provincie sono già stati colpiti circa 20.000 ettari e gli esperti stimano che i danni causati dal parassita supereranno nel tempo quelli della tempesta stessa.

L’attività di recupero post tempesta Vaia e post effetti bostrico porteranno ad un paesaggio dolomitico profondamente diverso da quello oggi conosciuto, un paesaggio che sarà a regime tra cento anni, pronto per le prossime generazioni.

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