Il CdS si pronuncia in merito alla realizzazione e gestione di una discarica nel Comune di Paese

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Nel contenzioso, Dal Zilio Inerti S.r.l. è affiancata dall’avvocato Vincenzo Pellegrini; Regione Veneto è difesa dagli avvocati Antonella Cusin, Luisa Londei, Francesco Zanlucchi e Giacomo Quarneti.

La Dal Zilio Inerti s.r.l. ha agito dinanzi al Consiglio di Stato ex art. 112 e ss. c.p.a. per la declaratoria della nullità del decreto della Regione Veneto n. 29 del 22 giugno 2023, di rigetto della istanza di V.IA. e di autorizzazione integrata ambientale (AIA) per la costruzione e gestione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi nel Comune di Paese.

A sostegno della sua azione, la società ricorrente ha dedotto che il (nuovo) diniego in questione, che si inseriva nell’ampia e complessa vicenda che la vedeva fronteggiare da anni le opposte posizioni della Regione circa la possibilità di costruire ed aprire il suddetto impianto sul territorio regionale, sarebbe stato adottato dall’Amministrazione in violazione o elusione del giudicato, costituito non solo dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 1986/2010 (che aveva annullato il primo diniego di autorizzazione), ma anche dalle pronunce del medesimo Consiglio n. 2169/2012 (di ottemperanza della precedente decisione, che aveva dichiarato l’obbligo della Regione di riesaminare l’istanza e di rideterminarsi su di essa, chiarendo però che l’Amministrazione avrebbe potuto pervenire anche a una nuova determinazione negativa con motivazione diversa) e n. 7908/2019 (di rigetto dell’azione di nullità e di incompetenza del Consiglio di Stato sull’azione di annullamento del secondo decreto di archiviazione n. 8 del 2019).

In via subordinata la Dal Zilio Inerti s.r.l., dichiarando di agire anche per l’annullamento del medesimo decreto, ha chiesto la conversione dell’azione ex art. 32 c.p.a. e la concessione di un termine per riassumere la causa dinanzi al T.a.r. per il Veneto, lamentando la violazione e falsa applicazione di legge con riguardo all’art. 16 l. reg. Veneto n. 11/2010, eccesso di potere per carenza di istruttoria e contraddittorietà tra atti della stessa P.a. ed erroneità nella motivazione.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta), definitivamente pronunciando sul ricorso, in parte lo respinge e per il resto dichiara l’incompetenza del Consiglio di Stato, nei sensi di cui in motivazione.

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