Via allo studio della storia e cultura locale nelle scuole del Veneto

Siglata a Venezia l’intesa tra il ministero all’Istruzione e la Regione. Zaia: «una firma storica, anteprima dell’autonomia per il Veneto». 

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storia e cultura locale nelle scuole del Veneto

I “teleri” del Tintoretto della Scuola Grande di San Rocco a Venezia e un folto e qualificato parterre di autorità regionali hanno fatto da cornice alla firma del protocollo tra il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, per l’ingresso della storiacultura locale nelle scuole del Veneto.

L’intesa tra ministero dell’Istruzione e della ricerca e regione Veneto prevede percorsi di formazione rivolti a docenti a studenti su temi e didattiche al fine di sviluppare lo studio e la conoscenza della storia e della cultura del Veneto e della storia dell’emigrazione veneta in tutte le scuole del territorio regionale, di ogni ordine e grado.

storia e cultura locale nelle scuole del Veneto
studenti dell’Istituto tecnico turistico “Francesco Algarotti” con Zaia e il ministro Bussetti

Il protocollo siglato alla presenza degli studenti dell’Istituto tecnico turistico “Francesco Algarotti”, prevede che regione e ministero costituiscano una commissione paritetica (due componenti espressi dall’Ufficio scolastico regionale e due dalla Giunta regionale del Veneto) che selezionerà i “formatori” e valuterà le proposte formative rivolte agli insegnanti del Veneto.

Il ministero s’impegna a mettere a disposizione 5 insegnanti, scelti con procedure trasparenti nell’ambito della quota di potenziamento del corpo docenti , che dovranno elaborare il “piano di lavoro” annuale di proposte formative, in ambito letterario e umanistico, da offrire alle scuole.

Obiettivi del piano congiunto dell’inserimento dello studio della storia e cultura locale nelle scuole del Veneto è – afferma il documento sottoscritto – far conoscere e studiare «il patrimonio storico-culturale nelle sue dimensioni nazionali e locali, sviluppare le competenze degli alunni attraverso approfondimenti integrati e interdisciplinari inerenti il patrimonio storico e culturale del Veneto, valorizzare l’orientamento verso professioni in grado di contribuire allo sviluppo del turismo culturale, sostenere attività di ricerca-azione in musei, biblioteche, archivi, enti ed istituzioni culturali, innovare la didattica e incentivare i rapporti tra didattica e ricerca storico-documentale».

La legislazione nazionale, a partire dal decreto sull’autonomia scolastica del 1999, e quella regionale, in particolare la legge 8 del 2017 sul sistema educativo della Regione Veneto, prevedono che, nell’ambito dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, una quota dei piani di studio sia dedicata ad aspetti di interesse territoriale e alla promozione delle specificità e delle tradizioni delle comunità locali.

«Oggi è una giornata storica ed emozionante, un’anteprima dell’autonomia regionale che verrà – ha commentato il presidente della Regione, Luca Zaia, che alla firma ha fatto seguire la consegna al ministro del simbolo del leone marciano e della bandiera regionale –. In Veneto l’identità storica, culturale e linguistica è forte e radicata dopo 1.100 anni di governo della Serenissima. Questa non è un’operazione “amarcord”, ma di valorizzazione di un patrimonio culturale che è vivo e ricchissimo: basti pensare che nella nostra regione sette persone su dieci pensano e parlano in lingua veneta».

La giunta regionale veneta con il ministro Bussetti

Sul “Veneto, museo a cielo aperto” da scoprire, conoscere e valorizzare e sui contenuti di una intesa sinergica che «contribuirà ad arricchire il curriculum scolastico dei Veneti in ambito umanistico e letterario» ha posto l’accento il ministro Marco Bussetti, citando il veneziano Carlo Goldoni (“Il mondo è un bel libro ma poco serve a chi non lo sa leggere”).

«Questa è un’esperienza che verrà esportata anche in altre regioni perché trova fondamento nel quadro normativo nazionale della scuola dell’autonomia», ha assicurato Bussetti, mettendo in luce il duplice obiettivo del protocollo: «favorire il riconoscimentodell’eredità culturale di ogni realtà territoriale e promuovere la conservazione dei beni culturali, perché l’identità del luogo dove si vive è il fondamento della cittadinanza culturale».

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