Confindustria Trentino rilancia sull’occupazione giovanile con un progetto pilota

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Mazzalai: “volgiamo sperimentare un progetto sperimentale per favorire la cultura del lavoro, anche manuale, tra i giovani e le loro famiglie”

L’associazione degli industriali del Trentino vuole impegnarsi attivamente per dare un futuro ai giovani che oggi hanno fortissime difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro. Lo fa con un progetto presentato dal presidente di Confindustria Trento, Paolo Mazzalai, che ha lanciato un modello di sperimentazione per l’occupazione giovanile nel mondo dell’industria, della durata di un anno, ristretto nell’ambito locale della provincia di Trento e finalizzato alla concertazione tra scuole superiori, università e aziende per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

Per Mazzalai “anche se è pur vero che il tasso di disoccupazione giovanile nella nostra provincia è poco più della metà di quello nazionale (15,1% contro 27,8% nel 2010), è anche vero che il tasso dal 2008 è in continuo aumento. In questo ‘bailamme’ di situazione economica e politica le fasce meno ascoltate da governo e sindacati sono quelle dei giovani che meritano maggiore attenzione”.

Per gli industriali del Trentino la Provincia con la sua particolare autonomia può essere il teatro per sperimentare nuove modalità d’inserimento nel mondo del lavoro: “credo che ci siano territori con vocazione alla contaminazione e quindi terreno fertile per favorire sperimentazioni e innovazioni, come nel caso della Silicon Valley per Brin e Page sul progetto Google. Ritengo che il Trentino abbia questa vocazione per cui partiamo da qui, dalla delega alla nostra Provincia agli ammortizzatori sociali di imminente attuazione, dalla collaborazione con l’Agenzia del lavoro e dal sostegno della politica provinciale. Intendiamo offrire un esempio al resto del Paese per lanciare un progetto che chiama l’industria ad assumere un ruolo di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni” ha affermato il presidente di Confindustria Trento.

La Giunta esecutiva di Confindustria Trento ha costituito un gruppo interno di lavoro apposito con il supporto scientifico del sociologo Nadio Delai, presidente di Ermeneia. “Il progetto di sperimentazione si basa sulla ‘Flex security’ di cui il modello danese dà un esempio concreto – ha affermato Delai – e di cui si parla anche nel disegno di legge Ichino da mesi all’attenzione delle Camere”. Il progetto di Confindustria Trento punta a favorire la neoimprenditorialità giovanile mettendo a disposizione un proprio sportello di assistenza ai giovani aspiranti imprenditori.

L’obiettivo è comunque quello di fare comprendere a giovani e alle loro famiglie il valore del lavoro, compreso quello manuale, a torto ritenuto poco qualificante: “tra un terziario poco qualificato come il lavoro in un centralino spesso alienante e senza futuro e uno di alta specializzazione dove il lavoratore tocca con mano il frutto del suo impegno, spesso è quest’ultimo a dare al lavoratore maggiore soddisfazioni personali, reddituali e anche prospettiva per il futuro” ha detto Agostino Peroni, responsabile di questo progetto e responsabile delle risorse umane di una fabbrica del gruppo Sandoz, che già da qualche anno pratica nelle aziende l’inserimento dei giovani che frequentano istituti tecnici e professionali durante l’ultimo anno scolastico, ottenendo risultati molto incoraggianti. In definitiva, gli industriali trentini credono che la precarietà infinita dei giovani come spesso accade oggi non sia conveniente a nessuno, ma è invece necessario agire per introdurre nella produzione i giovani migliori e più motivati, puntando alla loro rapida stabilizzazione, pur con la garanzia di una maggiore flessibilità rispetto ai vigenti contratti di lavoro subordinato, anche per fronteggiare al meglio la concorrenza internazionale, evitando alle imprese una delocalizzazione che, secondo Mazzalai, “se non c’è alta qualità del manufatto non porta alla fine alcun vantaggio a medio termine”.