Certificazione Dop in vista per la Cozza di Scardovari

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Pubblicata in Gazzetta ufficiale la proposta di riconoscimento con il relativo disciplinare

La marcia della Cozza di Scardovari verso la Denominazione d’Origine Protetta (Dop) ha raggiunto un’altra tappa: nel supplemento ordinario n. 238 alla Gazzetta Ufficiale n. 271 di lunedì 21 novembre è stato pubblicato il comunicato relativo alla proposta di riconoscimento della DOP, con il disciplinare di produzione. Se entro trenta giorni dalla pubblicazione non perverranno osservazioni ostative, il Ministero invierà la proposta alla Commissione Europea per la registrazione.

“Per il Veneto questa sarà la prima denominazione registrata nel settore ittico – ha ricordato l’assessore regionale alla pesca Franco Manzato – mentre sarà la terza in Italia tra le specie acquatiche, ma la prima DOP per un mollusco. Il riconoscimento europeo sarebbe motivo di prestigio e di orgoglio per il lavoro svolto negli ultimi 50 anni dai pescatori del Delta del Po e sarebbe certamente occasione di valore aggiunto rispetto ad una specialità che in Veneto viene normalmente chiamata ‘peocio’ e che a Scardovari raggiunge vette di qualità uniche per le particolari caratteristiche dello specchio d’acqua in cui avviene la coltivazione”.

La cozza in procinto di certificazione DOP è allevata e prodotta esclusivamente nella sacca di Scardovari, che si stende tra il Po’ di Tolle e il Po della Donzella (o Po di Gnocca) su una superficie di 3.200 ettari e con una profondità media di 1,5 – 2 metri. Le sue acque a salinità ridotta, differenti da quelle del mare aperto, conferiscono una dolcezza peculiare alle carni grazie al basso contenuto in sodio; le carni stesse risultano particolarmente morbide e fondenti al palato, per l’alto contenuto di lipidi e in particolare di grassi saturi e monoinsaturi. Le fasi di depurazione, lavorazione e confezionamento vengono effettuate con l’acqua della Sacca stessa e si svolgono nel territorio circostante. Anche la semina e l’accrescimento del seme possono essere effettuate solo in vivai all’interno della Sacca di Scardovari e ogni pescatore predispone le reste in modo da avere una densità di 10 – 15 unità per metro quadro. La raccolta è manuale e avviene quando il prodotto raggiunge la taglia minima commercializzabile di 5 centimetri. Il prodotto raccolto viene consegnato al punto di sbarco con modalità che ne consentono di verificare la qualità.

Il marchio di riconoscimento sarà un guscio aperto di cozza all’interno di un cuore stilizzato, con la scritta “Cozza DOP Scardovari”.