Manovra “salva Italia”: 11 miliardi sulla casa, 5 sulla benzina e 4 sulle pensioni. Per non dire delle accise sui carburanti

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Giuseppe Sbalchiero
Giuseppe Sbalchiero

Giuseppe SbalchieroIl mondo dell’economia del NordEst in subbuglio.
Sbalchiero (Confartigianato): “una rapina! Ma serviva uno scienziato?”.
Bort (Confcommercio): “una manovra profondamente ingiusta e sostanzialmente recessiva”

Il mondo dell’economia del NordEst è in subbuglio a seguito della manovra “salva Italia” varata da poche ore dal governo Monti. Una manovra i cui contenuti sono stati comunicati con il contagocce, spesso smentendo anticipazioni fatte o correggendo in corsa i provvedimenti a seguito di probabili telefonate arrabbiatissime (una su tutte: l’innalzamento in corner delle soglie del superbollo per le auto di lusso portato dagli originali 175 kW a 185 kW. Troppo pensare ad un provvedimento “su misura” per la nuova Lancia Thema Made in Canada?). Rimane comunque evidentissima la portata molto pesante della manovra sui bilanci delle famiglie e delle imprese. Proprio quest’ultime stanno valutando la portata dei nuovi provvedimenti e le prime valutazioni non sono affatto concilianti nei confronti del governo Monti.

 

 

Netto il presidente di Confartigianato veneto, Giuseppe Sbalchiero, che racchiude in un’affermazione tranchant (“è una rapina”) il contenuto della manovra, specie all’indomani dell’ultimo “regalino”: il deciso rincaro delle accise su benzina e gasolio che hanno portato i carburanti ben oltre la soglia di 1,7 euro al litro, trasformando l’Italia nel paese europeo di gran lunga più caro per fare il pieno. Per Sbalchiero “un balzo delle accise e della conseguente Iva che sconvolge in termini quantitativi – quasi 10 centesimi in più al litro per la benzina verde e 13,6 centesimi per il gasolio da autotrazione – ma soprattutto nelle modalità truffaldine di entrata in vigore. In questo modo si mette in ginocchio il Paese, le attività economiche e soprattutto si distrugge qual poco di credibilità e fiducia che tutti noi avevamo posto a priori su questo nuovo Governo”. “Ma serviva davvero un economista di vaglia ed un gruppo di super tecnici per pensare a queste misure?” si domanda amareggiato il presidenti degli artigiani Veneti.
Gianni Bort
Domande condivise anche dal coordinatore del Triveneto di Confcommercio, Gianni Bort, secondo il quale “questa manovra ha un forte contenuto di regressività e di potenziale acceleratore della recessione dell’economia”. Per Bort “al Paese serviva una manovra che partisse dai tagli, dalla riduzione dei giganteschi costi che sopporta oggi lo Stato, che sono un colossale freno allo sviluppo. Agire sul fronte delle entrate, incrementando i costi a carico dei cittadini e delle imprese, gravando di maggiori imposte lavoratori e pensionati non è all’altezza di un governo tecnico composto da insigni professori universitari”.
Una manovra che, secondo Bort, “apre la via ad un ampliamento dalla fase recessiva, con tutto quel che ne consegue in termini di dei consumi e dell’occupazione, quando il Paese avrebbe un disperato bisogno di andare in una direzione diametralmente inversa”.

Graziano Tilatti
Critico sulla manovra anche il presidente di Confartigianato Friuli Venezia Giulia, Graziano Tilatti, per il quale “era lecito aspettarsi qualcosa di nuovo e maggiormente all’altezza delle aspettative che il governo Monti portava con sé, ma così non è stato. Il problema più grande è che non si è fatto nulla per facilitare la crescita e la competitività del Paese e provvedimenti come quello del rincaro dei carburanti fatto passare alla chetichella non depongono affatto bene, anzi minano la credibilità del Governo nei confronti dei cittadini e delle imprese”. Per Tilatti “in una realtà di confine come il Friuli Venezia Giulia è lecito aspettarsi una crescita delle crisi aziendali, specie nel settore dell’autotrasporto che già oggi subisce la concorrenza spesso sleale delle imprese dell’Est europeo e che è destinata ad aggravarsi”.

Robert De Laurentis“Il governo Monti merita un 5 per la manovra appena varata” dice il responsabile dei piccoli imprenditori della provincia di Trento, Roberto De Laurentis che sottolinea come “una manovra come quella appena varata poteva essere benissimo fatta da un praticante di uno studio commercialista. Il Paese aveva bisogno di una manovra espansiva, invece è arrivato un provvedimento fortemente recessivo, dove si alzano le imposte su tutti coloro che già le pagano, mentre si lasciano intoccati i costi enormi della politica, del pubblico impiego e della sanità. L’unica cosa positiva è l’allungamento dell’età lavorativa”.

Mancanza di discontinuità con il passato è il tema che sottolineano tutti i rappresentanti dell’economia intervistati: per tutti, Sbalchiero sottolinea come “cosa c’è di diverso, di discontinuità dal passato in una manovra che porta la somma pazzesca di 11 miliardi di euro dalla casa con l’introduzione dell’Imu (nuova Ici) e quasi 5 miliardi di euro da nuove accise sui carburanti per altro ritoccate ben altre quattro volte nel corso solo di quest’ultimo anno? Altro che deindicizzazione delle pensioni da cui sono attesi “solo” 3,8 miliardi nel 2012”.

“Condivido – prosegue Sbalchiero – l’opinione di coloro che in queste ore denunciano l’iniquità di una manovra che chiama a pagare i cittadini in andata con l’Imu ed in ritorno con accise, iva ed – aggiungo io – il maggior costo di tutti i beni, anche quelli di prima necessità, dovuto all’aumento del trasporto, delle bollette etc etc. Ciliegina sulla torta poi una lotta all’evasione che passa per la “tassa occulta” delle carte elettroniche e l’obbligo di avere dei conti correnti a prezzi agevolati (dicono loro!). Un regalo agli Istituti di credito – guarda caso ben rappresentanti nella compagine di Governo – che si aggiunge alle agevolazioni sull’Irap di cui sono tra i maggiori contribuenti”.

“Ci sono i presupposti per un rivolta” conclude Sbalchiero, secondo cui la situazione italiana è “estrema” e per uscirne è necessario “ridare credibilità al nostro Paese non solo in Europa ma anche al suo interno. Il Governo tecnico deve avere la forza di imporre nuove basi per salvare l’economia che passino per la richiesta di sacrifici coloro che veramente non sono mai stati toccati in questo Paese”.