La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia riunita a Gorizia vara il fondo territoriale di previdenza

0
523
VFG Andrea Garlatti Ass Funzione pubblica Autonomie locali Riforme, Renzo Tondo Angela Brandi (Ass lavoro formazione commercio e Guido Baggi capo uff st FVG 1

VFG Andrea Garlatti Ass Funzione pubblica Autonomie locali Riforme, Renzo Tondo Angela Brandi (Ass lavoro formazione commercio e Guido Baggi capo uff st FVG 1Insediato anche il comitato interprofessionale e deliberato la progettazione preliminare dello scavo per il canale di accesso del porto di Monfalcone

Molte le novità varate dalla Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia nella sua riunione di Gorizia. Compie un passo decisivo il percorso che porterà alla costituzione di un Fondo territoriale di previdenza complementare in Friuli Venezia Giulia, similmente a quanto già accade da qualche anno in Trentino Alto Adige. Dopo la nomina del Comitato promotore, avvenuta a Udine il 22 novembre scorso, la Giunta regionale ha approvato il disegno di legge istitutivo del Fondo, con l’obiettivo di assicurare più elevati livelli di copertura previdenziale a tutti i lavoratori residenti in regione.

Il provvedimento è stato illustrato al termine della riunione di Giunta che si è svolta a Gorizia, dal presidente della Regione Renzo Tondo, dall’assessore per la funzione pubblica e il coordinamento delle riforme, Andrea Garlatti, e dall’assessore al lavoro Angela Brandi. Dopo aver avviato l’iter con la Finanziaria del 2010, l’obiettivo è adesso completarlo entro questa primavera. “L’istituzione del Fondo – ha detto il presidente – rappresenta un contributo importante del Friuli Venezia Giulia all’intero sistema-Paese, che sta affrontando il ‘nodo’ delle pensioni”. Tondo ha sottolineato come al Comitato promotore abbiano aderito ben 45 soggetti, tra sindacati, associazioni imprenditoriali e categorie professionali.

L’assessore Garlatti ha definito il Fondo “un’innovazione istituzionale ed un’infrastruttura sociale di rilevante portata per la nostra comunità”. L’iniziativa della Regione nasce da una precisa esigenza: gli iscritti a forme di previdenza complementare sono molto pochi in Friuli Venezia Giulia, circa 121.000, di cui solo 44.000 a fondi collettivi (un dato che non mostra segni di incremento dal 2007) e altri 32.000 a forme private (banche e assicurazioni). E questo di fronte a un progressivo invecchiamento della popolazione accompagnato da bassa natalità, oltre a una crescente incidenza delle spese per il welfare. Manca ancora una coscienza diffusa dell’importanza della previdenza complementare. Le varie riforme pensionistiche che si sono succedute negli anni, ultima quella Monti-Fornero, avranno come conseguenza una progressiva diminuzione delle prestazioni, che per i giovani lavoratori dipendenti arriveranno a non più del 50% dell’ultimo stipendio, addirittura al 30% per quelli autonomi. Ecco perché, come ha rilevato l’assessore Angela Brandi, “se fino a ieri la previdenza complementare era uno strumento utile, oggi diventa quasi obbligatorio”.

Lo scopo del Fondo, secondo quanto indicato nel disegno di legge varato dalla Giunta, è appunto quello di “consentire agli aderenti di disporre, all’atto del pensionamento, di prestazioni pensionistiche complementari del sistema obbligatorio”. Ma sono anche previste forme aggiuntive di assicurazione, per poter usufruire per esempio di un sostegno in caso di disabilità.

Il Fondo sarà di tipo territoriale e non di categoria – similmente a quanto avvenuto in Trentino Alto Adige – e quindi vi potranno aderire tutti i lavoratori, pubblici, privati e anche autonomi, e potranno restare iscritti con continuità anche se nel frattempo cambiano occupazione. Questa amplia platea permetterà così di abbassare i costi di gestione e di innalzare parallelamente le prestazioni.

Secondo uno studio preliminare affidato all’Università di Udine, il potenziale bacino di aderenti è di 521.000 lavoratori, ed è stato calcolato che nella fase di avvio potrebbero aderire circa 33.000 residenti in regione, pari al 6,3% del totale, con una raccolta iniziale di circa 6 milioni all’anno. Accanto a versamenti volontari, al Fondo potrà essere conferito in tutto o in parte il trattamento di fine rapporto già maturato (che in Regione si stima ammonti a 2,5 miliardi di euro), con agevolazioni alle imprese per diluire gli esborsi. Per l’erogazione delle prestazioni, sotto forma di rendita, il Fondo regionale stipulerà una convenzione con una o più imprese di assicurazioni, che avranno in compito di impiegare le risorse raccolte in investimenti prudenziali. Organi del Fondo, secondo quanto previsto dalla proposta di legge che dovrà essere discussa e votata dal Consiglio con una corsia preferenziale, saranno l’assemblea dei delegati, il consiglio di amministrazione, il presidente e il vicepresidente.

Altro provvedimento varato dalla giunta ha riguardato l’insediamento della neo costituita consulta delle professioni da parte dell’assessore regionale al lavoro, Angela Brandi. Si tratta di un organismo composto da 21 rappresentanti di Collegi ed Ordini professionali, che rimarrà in carica per i prossimi cinque anni con la funzione di formulare proposte ed esprimere pareri sugli atti di programmazione e legislazione regionale connessi alla tutela delle professioni, alla formazione, all’orientamento e all’aggiornamento dei professionisti, ai processi di innovazione e internazionalizzazione delle attività professionali. “L’occasione è stata importante – ha sottolineato l’assessore Brandi – perché si inserisce in un momento delicato che coinvolge le professioni, alla luce della riforma del Governo Monti. Riforma che, ormai è confermato, punta non all’abolizione, ma alla valorizzazione degli Ordini professionali. In particolare, il tema di fondo sarà quella della sussidiarietà: professionisti come collaboratori della pubblica amministrazione e delle imprese, nell’ottica di perseguire l’interesse della collettività”. A favore del mondo delle professioni, la Giunta ha stanziato fondi per favorire l’aggiornamento professionale, predisponendo nel bilancio 2012 un fondo di 250.000 euro, più che raddoppiato rispetto al 2011

La Giunta, su proposta dell’assessore alle infrastrutture Riccardo Riccardi, ha definito gli aspetti relativi al progetto preliminare per lo scavo del canale di accesso al porto di Monfalcone, mentre l’iter del disegno di legge sulla portualità del Friuli Venezia Giulia, che ridefinisce le competenze per gli scali di Monfalcone e Porto Nogaro nella logica del “federalismo portuale”, procede nei tempi stabiliti. A confermarlo è stato l’assessore Riccardi, che oggi ha partecipato a Gorizia, su invito del presidente della Provincia Enrico Gherghetta, ad una riunione del Patto per lo sviluppo dell’Isontino allargata alla Consulta economica provinciale. All’incontro hanno preso parte, assieme a Gherghetta, i sindaci di Gorizia Ettore Romoli e di Monfalcone Silvia Altran, il presidente della Camera di commercio Emilio Sgarlata oltre a rappresentanti degli imprenditori e dei lavoratori.

“La sfida – ha concluso l’assessore – è adesso riuscire ad attirare nuovi investimenti che permettano di sviluppare le potenzialità di crescita del porto Monfalcone. Un obiettivo che si può ottenere solo se continuiamo a lavorare tutti assieme”.