Premio Campiello 2012, scelta la cinquina finalista della 50° edizione del premio letterario

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Il Presidente della Fondazione Il Campiello Andrea Tomat 1
Il Presidente della Fondazione Il Campiello Andrea Tomat 1Carmine Abate, Marcello Fois, Francesca Melandri, Marco Missiroli e Giovanni Montanaro i prescelti. Assegnato a Roberto Andò il riconoscimento “Opera prima”

Sono stati selezionati a Padova i finalisti della L edizione del Premio Campiello. Un affollatissimo parterre ha atteso il risultato della votazione della Giuria dei Letterati, presieduta quest’anno da Massimo Cacciari e composta da Gianluigi Beccaria, Riccardo Calimani, Philippe Daverio, Paola Italia, Nicoletta Maraschio, Salvatore Silvano Nigro, Ermanno Paccagnini, Silvio Ramat, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e Annamaria Testa. Quest’anno la giuria ha concentrato l’attenzione per la scelta dei cinque finalisti e per l’assegnazione del Premio Campiello “Opera Prima” su una rosa di 64 libri, tra i 206 romanzi pervenuti alla segreteria del Premio.

Allineato fin da subito il giudizio della giuria tanto che ci sono volute solo due votazioni per arrivare alla scelta della cinquina finalista. Al primo giro di voto sono stati selezionati con 8 preferenze Carmine Abate per il romanzo “La collina del vento” (Mondadori), con 7 voti Francesca Melandri per il romanzo “Più alto del mare” (Rizzoli), con 7 voti Marco Missiroli per “Il senso dell’elefante” (Guanda), con 6 voti Giovanni Montanaro per “Tutti i colori del mondo” (Feltrinelli). Al secondo giro, dove ciascun giurato poteva esprimere una sola preferenza, con 6 voti è entrato Marcello Fois con il romanzo “Nel tempo di mezzo” (Einaudi).

“Speriamo che anche questa manifestazione aiuti la crisi di sistema che stiamo attraversando. Se non investiamo sistematicamente nel patrimonio letterario e culturale non ci sarà alcuno sviluppo per noi, ne’ per l’Europa”: lo ha detto il filosofo Massimo Cacciari all’Università di Padova, presiedendo i lavori della giuria. Commentando i romanzi in concorso, ha poi sottolineato che “tra le tante candidature, molti i libri interessanti, in particolare i romanzi che patiscono, che soffrono delle intemperie politiche e sociali che stiamo attraversando. Credo che emergeranno delle opere che lasceranno il segno”.

È stato affidato a Silvio Ramat, il compito di tracciare le linee di tendenza di questa annata letteraria: “il quadro del romanzo italiano 2012 è abbastanza e comprensibilmente simile, nelle sue linee generali, a quello degli anni precedenti. E dunque può soltanto registrare, fra gli aspetti significativi che un po’ innovano un po’ confermano linee già emerse di recente, la tenuta del romanzo familiare, che talvolta è corale o ciclico. Si fanno largo romanzi che definirei dell’improbabile: dove episodî o problemi di indubbia gravità, vengono ripresi e ri-narrati da punti di vista inediti. Spicca un ricambio generazionale: si affaccia una schiera agguerrita di trenta – quarantenni. Prevale poi nei romanzi che caratterizzano l’annata il gusto dell’intreccio che esalta la trama, senza che sia a volte al centro delle preoccupazioni degli scrittori la scelta stilistica”.

Per il presidente della Fondazione Il Campiello, Andrea Tomat, “quest’anno celebriamo un edizione importante, che cade in un momento difficile per l’economia e che ci rende se possibile ancora più orgogliosi. Il Premio Campiello è un’iniziativa nata quasi per scommessa cinquant’anni fa e il grande prestigio e l’autorevolezza che ha conquistato in questi anni sono la testimonianza che questa scommessa è stata vinta”.

Piero Luxardo, da quest’anno presidente del Comitato di gestione, ha evidenziato le qualità di “un premio in piena salute, che negli anni ha saputo farsi apprezzare per serietà, autonomia, rigore, trasparenza, riuscendo a diventare un importante punto di riferimento nel panorama dei premi letterari nazionali grazie alla sua formula peculiare”.

Nel corso della cerimonia, la giuria dei Letterati ha assegnato il riconoscimento Premio Campiello “Opera Prima” al libro di esordio “Il trono vuoto” di Roberto Andò con la seguente motivazione: “un’opera prima, ma già fortemente matura. È un magnifico apologo scespiriano sulla malinconia del potere. Il romanzo procede con sicurezza e apparente leggerezza; e grazie anche a un ritmo ben concertato, accerchia il potere nei suoi aspetti più inquietanti”.

Spetta ora alla Giuria dei Trecento lettori, i cui nomi si conosceranno solo sabato 1 settembre, data della cerimonia di premiazione del Premio Campiello, la scelta del vincitore.