Dal primo di agosto contrassegno di Stato obbligatorio su tutte le bottiglie di Bardolino e di Chiaretto

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giorgio tommasi - presidente consorzio tutela vino bardolino 1
giorgio tommasi - presidente consorzio tutela vino bardolino 1Tommasi: “una scelta che non ha paragoni, in termini di dimensioni, sul territorio nazionale, uno sforzo che compiamo a tutela del consumatore”

Dal prossimo primo di agosto, tutte le bottiglie di Bardolino e di Chiaretto che verranno immesse sul mercato dovranno recare attorno alla capsula la fascetta di Stato, a garanzia dell’origine del prodotto. “Si tratta di una scelta – spiega il presidente del Consorzio del Bardolino, Giorgio Tommasi – che va nella direzione della più ampia ed effettiva tutela del consumatore: vogliamo che chi acquista una bottiglia di Bardolino o di Chiaretto abbia la piena garanzia sul vino che beve”.

Ovviamente, ancora per qualche mese ai tavoli dei ristoranti e sugli scaffali di enoteche e supermercati si troveranno anche bottiglie prive di fascetta: si tratta del vino imbottigliato prima di agosto. Ma dalla prossima vendemmia non potrà più esserci una sola bottiglia del rosso Bardolino e della sua versione rosata, il Chiaretto, senza il contrassegno di Stato. Un intervento che modificherà radicalmente le abitudini degli oltre 100 produttori di Bardolino e l’immagine di ben 32 milioni complessivi di bottiglie: sono infatti 21 i milioni di bottiglie del Bardolino e 11 quelli di Chiaretto prodotti annualmente dai vignaioli della sponda veneta del lago di Garda e del suo entroterra collinare.

“Per una denominazione d’origine delle nostre dimensioni, quindicesima in Italia per volumi prodotti – dice Tommasi -, si tratta di un atto volontario di serietà e di coraggio che ha pochi paragoni nel territorio nazionale, ma siamo convinti che i costi che andremo a sostenere saranno interamente orientati alla soddisfazione della nostra clientela, così come vanno in questa direzione i rigorosi controlli che stiamo attuando nei vigneti e nelle cantine”

Una decisione, aggiunge il presidente del Consorzio di tutela del Bardolino con cui “si chiude il cerchio di un lavoro quadriennale che ha portato al completo riassetto della denominazione, in primo luogo tornando a costruire una precisa identità basata sulla tradizione, poi approvando un nuovo disciplinare di produzione, orientato verso una più marcata affermazione del ruolo dei vitigni autoctoni, e soprattutto della corvina veronese, che ora può salire sino all’80% dell’uvaggio, e della rondinella, ed ora decidendo anche di apporre la fascetta di Stato su tutte le nostre bottiglie, a difesa del consumatore contro ogni possibile rischio di contraffazione del nostro prodotto”.

Il mercato del Bardolino e del Chiaretto, intanto, mostra una sostanziale tenuta rispetto ai livelli di vendite dell’anno precedente, nonostante qualche segnale di rallentamento che si era riscontrato in primavera, a causa di un andamento climatico che non favoriva il consumo di vini freschi e giovanili come quelli bardolinesi. Ai minimi storici le giacenze nelle cantine, a conferma del positivo trend di mercato degli ultimi quattro anni.