Revisione della spesa, a Bolzano l’incontro delle giunte provinciali di Trento e Bolzano e della Regione Trentino Alto Adige

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giunte congiunte PAT PAB bolzano tagli governo 1Dellai: “dalle autonomie una risposta unitaria agli atti del Governo”

Incontro urgente con il premier Monti, nuova “unità di crisi” congiunta per esaminare gli atti del Governo, se necessario impugnazione alla Consulta delle norme lesive dell’Autonomia. Ed ancora: rilancio della proposta relativa al nuovo sistema di finanziamento delle Province, conformemente al dettato dell’Accordo di Milano, e un’informativa al Capo dello Stato e al Governo austriaco. Queste le principali decisioni assunte a Bolzano nella seduta straordinaria delle giunte provinciali di Alto Adige e Trentino e di quella regionale. Il vertice a Palazzo Widmann ha inteso anzitutto mandare un segnale di unità – e di unità di intenti – di province e regione nell’azione di tutela dell’autonomia del Trentino Alto Adige. “Nell’incontro di oggi – ha sottolineato il presidente della provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai – abbiamo innanzitutto riscontrato piena unità di vedute fra le tre giunte. E’ questo un punto di forza della nostra autonomia. Decideremo quindi assieme le misure da adottare nei confronti di Roma. Vorrei che questa unità delle istituzioni si traducesse anche in unità delle nostre popolazioni, delle nostre opinioni pubbliche, perché abbiamo di fronte un percorso difficile e tutto in salita. Qui non si parla solo dei nostri bilanci, benché anche questi siano importanti, ma del contenuti dei nostri Statuti”.

Non solo: come per le altre amministrazioni del NordEst, anche Dellai ha sottolineato come “il Governo abbia mortificato il grande senso di responsabilità dimostrato dai nostri territori nei confronti dei bisogni generali del sistema-Italia. Questo comportamento dimostra che forse nel nostro Paese non è ancora venuto il tempo in cui i più responsabili vengono tenuti in maggior considerazione rispetto ai furbi. Noi non siamo un ufficio decentrato dello Stato, non siamo parte dell’Italia sprecona, ma dell’Italia che funziona. Sul tema delle risorse, dal 2009 in poi, ovvero da quando abbiamo chiuso l’Accordo di Milano, lo Stato ci chiede una quantità di risorse totalmente irragionevole, non proporzionata alle risorse di cui disponiamo. Ci viene chiesto più di tre volte di quanto lo Stato spende nei nostri territori in un anno, che equivale a circa a un 30% dei nostri bilanci”.

C’è anche dell’altro nelle ferme rimostranze che le autonomie pongono allo Stato: “ci sono previsioni normative che entrano nel dettaglio di materie che competono solo alla nostra autonomia e contrastano profondamente con il nostro Statuto. La regola pattizia che sta alla sua base viene totalmente dimenticata. Così si rischia lo svuotamento delle nostre competenze”.

I tre presidenti hanno così deciso di chiedere un incontro urgente con il premier Monti: “abbiamo anche chiesto venga finalmente esaminata la nostra proposta di febbraio, che va nella direzione di quella che abbiamo chiamato ‘Autonomia integrale’. Una proposta dalla quale lo Stato trarrebbe grande vantaggio ma che comporterebbe anche nuove deleghe per noi”, hanno sottolineato Dellai e Durnwalder, affermando come “abbiamo stabilito una concordanza di azioni nel caso di un’impugnativa delle norme del Governo sempre tenendo presente come base l’Accordo di Milano. Pensiamo sia anche giusto informare il Presidente della Repubblica, non per trascinarlo in discussioni che non gli competono ma perché – avendo egli sempre manifestato sensibilità verso le Autonomie – pensiamo sia giusto informarlo, con la prudenza e la correttezza del caso, del nostro stato di disagio. Un disagio che, lo sottolineo nuovamente, non ha a che fare con la solidarietà da noi dovuta al resto del Paese, che non è in discussione, ma con il rischio di svuotamento che sentiamo incombere sulle Autonomie. Naturalmente coinvolgeremo i nostri parlamentari a Roma, perché si attivino nelle sedi apposite. Infine, sul piano operativo abbiamo costituito un gruppo di lavoro permanente, una unità di crisi tecnica composta dai nostri dirigenti generali, per esaminare congiuntamente le decisioni del Governo e concertare passo le nostre iniziative”.