Liberalizzazione del commercio, incontro sulla nuova normativa tra le province di Trento e Bolzano

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widmann olivi nicolettiWidmann e Olivi: garantire che la regolamentazione degli orari resti adeguata alle esigenze locali

Con le disposizioni in materia di liberalizzazione nel settore del commercio, il Governo ha cercato di scardinare le normative specifiche delle province di Trento e di Bolzano. “A Bolzano abbiamo risposto al decreto governativo sulle liberalizzazioni con un adeguamento dell’ordinamento commerciale locale, ciononostante il Governo ha impugnato la nostra legge in due punti: la limitazione del commercio al dettaglio nelle zone produttive e quella degli orari di apertura dei negozi”, spiega l’assessore Thomas Widmann.

Sia Alto Adige che Trentino intendono difendere la rispettiva normativa provinciale nel settore. “Con l’assessore Olivi abbiamo approfondito le strategie da attivare congiuntamente, anche se le posizioni di partenza sono diverse in quanto la Provincia di Bolzano deve anzitutto resistere in giudizio rispetto all’impugnativa statale”, sottolinea Widmann. Si confida di poter avviare un confronto costruttivo con Roma dopo le elezioni politiche. “Da parte nostra non si tratta di trovare l’intesa su piccoli aggiustamenti, quanto di difendere le nostre competenze e il nostro collaudato sistema del commercio di prossimità, che viene totalmente stravolto da una liberalizzazione complessiva”, chiarisce l’assessore provinciale Widmann dopo l’incontro.

“Anche per il Trentino è prioritario difendere le proprie competenze statutarie – sottolinea a sua volta l’assessore al commercio Alessandro Olivi – perché è da esse che discende una normativa capace di coniugare libertà di impresa e pluralismo distributivo, avendo come primo e principale obbiettivo  la tutela e la valorizzazione delle peculiarità del nostro territorio. Noi vogliamo certamente imprimere dinamicità al settore, garantendo al tempo stesso a tutti i lavoratori occupati nel commercio le giuste tutele. Pensiamo però che questi obiettivi siamo più facilmente perseguibili non con una liberalizzazione ‘selvaggia’ ma all’interno di una cornice unitaria, messa a punto con il concorso di tutte le parti interessate, che tenga conto delle differenze esistenti fra i maggiori nuclei urbani e le località di montagna, fra centri storici e periferie, fra grandi superfici di vendita e piccoli presidi commerciali che svolgono una funzione comunque insostituibile”.