NordEst, un imprenditore su due nei primi mesi del 2013 ha visto peggioramenti

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Confcommercio IMPRESA DIRETTA GRANDE 1
Confcommercio IMPRESA DIRETTA GRANDE 1Studio di Confcommercio con Format presentato a Mestre

“NordEst: dal miracolo alla crisi”. Ha un titolo che è tutto un programma la ricerca sulle imprese del terziario del NordEst realizzata da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format, illustrata a Mestre nel nell’evento itinerante “Impresadiretta con il territorio”, alla presenza del presidente nazionale Carlo Sangalli. Secondo i dati della ricerca, per le imprese del commercio, turismo e servizi di Veneto, Friuli Venezia Giulia e province di Trento e di Bolzano, la crisi non solo non accenna a diminuire, addirittura pare destinata ad aggravarsi ulteriormente nella seconda parte del 2013. Territori che fino a dieci anni fa venivano indicati come una delle locomotive del Paese (“il miracolo NordEst”) oggi faticano a contenere la trasformazione della crisi economica in “crisi sociale”.

Un imprenditore su due nei primi mesi dell’anno – afferma il rapporto – ha visto peggiorare l’andamento economico della propria azienda rispetto agli ultimi mesi 2012. Il 62% degli imprenditori non prevede alcun miglioramento sui ricavi della propria impresa, mentre il 31,7% ritiene che questi peggioreranno. Diminuisce anche l’occupazione: il 24% delle imprese ha ridotto il numero dei propri addetti, il 28,7% dichiara di apprestarsi a farlo entro il 30 giugno. Si riduce la capacità delle imprese di far fronte al proprio fabbisogno finanziario. Solo un’impresa su tre è riuscita a disporre senza difficoltà della liquidità necessaria per far fronte ai propri impegni (debiti in scadenza, tasse, oneri contribuivi). Cala anche la percentuale delle imprese che si sono rivolte alle banche per chiedere un credito, solo il 10,6% del totale. Tra le aziende che hanno chiesto un credito – prosegue la ricerca – soltanto il 32% lo ha ottenuto per intero.

confcommercio Carlo SangalliUn giudizio “positivo” sul governo, che però deve passare “dalle parole ai fatti”, è stato espresso dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel suo intervento: “finora il giudizio sul governo Letta è certamente positivo, specialmente per le cose che sono state annunciate, laddove il premier dice che le piccole e medie imprese, che noi rappresentiamo, sono il vero motore dello sviluppo. Adesso è necessario passare dalle parole ai fatti”. Per quanto riguarda la questione dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, il presidente di Confcommercio ha espresso l’auspicio che il Senato recepisca “la compensazione debiti-crediti” perché “un Paese normale non può ammettere che un imprenditore presenti i libri in tribunale per colpa del mancato pagamento di debiti della pubblica amministrazione”. A questo proposito, ha ricordato, “è stato presentato un decreto che è ancora un percorso a ostacoli”. Sangalli ha quindi sottolineato che “se il problema è passare dal rigore e austerità alla crescita bisogna ridurre una pressione fiscale oggi insopportabile per le famiglie e le imprese”.

Rispondendo poi indirettamente alla cautela espressa dal ministro Saccomanni sull’Iva, ha aggiunto: “è inevitabile cancellare ogni ipotesi di ulteriore aumento perché va contro la domanda interna, che vale l’80% del Pil, ed è l’elemento fondamentale per consentire la crescita”. Proprio sul tema degli investimenti, che per Saccomanni sono il tema su cui l’Italia deve concentrarsi dopo la chiusura della procedura d’infrazione, Sangalli ha osservato che “gli investimenti sono importanti, ma il problema reale di questo Paese è la debolezza strutturale della domanda interna. Noi possiamo rilanciarla soltanto se non la fermiamo con un’ulteriore aumento dell’Iva”. “E’ indiscutibile – ha proseguito il presidente di Confcommercio – che la chiusura della procedura di infrazione per l’Italia sia una buona notizia, perché rappresenta un’iniezione di fiducia di cui il Paese aveva assolutamente bisogno. Ma non bisogna mai dimenticare come è stato raggiunto questo ambizioso traguardo, attraverso i sacrifici di imprese e famiglie che per tantissimo tempo hanno accettato la dolorosa politica del rigore e oggi sono al collasso”. Infine Sangalli ha ricordato le stesse parole pronunciate dal premier Enrico Letta a proposito della necessità di rilanciare l’occupazione. “Il primo compito di questo governo, ha detto il presidente Letta, è di fare tutto il possibile per ricostruire occupazione. Questo vuol dire rimettere in moto la crescita, e la crescita – ha concluso – la rimetti in moto sollecitando la domanda interna”.