Aliquote Iva, mezza buona notizia con sorpresa per lavoratori autonomi ed imprese

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CGIA-giuseppe-bortolussi-ilnordestSecondo la Cgia, lo slittamento dell’incremento Iva costerà alle partite Iva 2,6 miliardi di euro. Aumenta anche l’imposta fissa di bollo e il valore della marca da bollo.

Rinvio dell’aumento dal 21 al 22% dell’aliquota Iva con sorpresa, stando alle norme contenute nel decreto varato dal Governo Letta: secondo quando denuncia la Cgia di Mestre, il rinvio ad ottobre costringerà le imprese ed i lavoratori autonomi ad anticipare all’Erario 2,6 miliardi di nuove tasse. Una vera e propria stangata sulle partite Iva.

Secondo la stima elaborata dall’Ufficio studi degli artigiani di Mestre si tratta di un importo che copre abbondantemente lo slittamento sino a fine anno dell’aumento dell’Iva il quale, secondo le fonti del Governo, dovrebbe costare 2 miliardi di euro.

“Ha il sapore di una vera e propria beffa – denuncia il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi – E’ vero che si tratta solo di un aumento degli acconti di fine anno che sarà sottratto dai saldi che gli imprenditori pagheranno nel 2014; tuttavia, incrementare dal 99 al 100% l’acconto dell’Irpef, dal 100 al 101% quello dell’Ires e dal 100 al 110% quello dell’Irap contribuirà a peggiorare la situazione finanziaria di artigiani, commercianti, liberi professionisti e piccoli imprenditori che da tempo denunciano a gran voce di non disporre della liquidità necessaria per tenere in piedi l’attività. Con le banche che da tempo hanno chiuso i rubinetti del credito e con una crisi che non accenna ad allentare i suoi effetti recessivi, come faranno molte imprese ad affrontare la scadenza di novembre con questi aumenti?”

Un interrogativo – quello sollevato da Bortolussi – che apre una nuova riflessione: “con oltre 810 miliardi di euro di spesa pubblica prevista nel 2013 si fa fatica a spiegare agli imprenditori che non è stato possibile trovare 2 miliardi per sterilizzare l’aumento dell’Iva, almeno sino alla fine di quest’anno”.

In materia fiscale, purtroppo, le brutte notizie non finiscono qui. “Da oggi – sottolinea amaro Bortolussi – scatta l’aumento dell’imposta fissa di bollo: quella da 1,81 euro sale a 2 euro e quella da 14,62 euro a 16 euro. Il gettito servirà per rifinanziare la ricostruzione nei comuni interessati dal sisma avvenuto in Abruzzo nel 2009. Sia chiaro, la finalità è nobile. Tuttavia, pensare di coprire questi interventi con un taglio della spesa improduttiva sarebbe scandaloso?”

Come saranno distribuiti questi 2,6 miliardi di euro in più che le imprese anticiperanno a novembre? 168 milioni giungeranno nella casse dello Stato dall’Irpef pagata dai lavoratori autonomi e dai possessori di altri redditi (diversi da quelli da lavoro dipendente o da pensione), 280 milioni dall’Ires che, ricordiamo, è corrisposta dalle società di capitali, e 2,17 miliardi dall’Irap che viene versata dagli autonomi e dalle imprese.

Secondo il presidente degli artigiani del Veneto, Giuseppe Sbalchiero, “lo slittamento di tre mesi dell’aumento dell’Iva è un segnale importante che va nella giusta direzione ma che non deve ridurre ogni ulteriore sforzo necessario per eliminare definitivamente qualsiasi ipotesi di aumento della pressione fiscale, a cominciare proprio dall’Iva”. Per Sbalchiero “l’eccesso di pressione fiscale è la vera barriera allo sviluppo. Va diminuita! Non siamo disposti ad accettare operazioni di mero maquillage con il sistema dei ‘vasi comunicanti’. Manovre che abbassano l’Irpef ma alzano l’Iva. Oppure che aboliscono l’Imu e aumentano la Tares o viceversa. Abbiamo bisogno di una vera riforma che riduca la pressione fiscale e valorizzi le imprese e il lavoro rispetto alle rendite ed ai patrimoni”.