Contratto di rete tra aziende per combattere la crisi

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Lorenzo-Sirch-Alessandra-Sangoi-e-Fulvio-DAlvia-ilnordestConvegno nella sede di Confindustria Udine su una realtà che coinvolge già 85 imprese

21 contratti di rete già stipulati per un totale di 85 imprese coinvolte (53 della provincia di Udine, 21 Pordenone, 8 Trieste e 3 Gorizia), per lo più del settore manifatturiero (47 aziende) e dell’ambito professionale, scientifico e tecnico (19 aziende): sono questi i numeri, a data 29 luglio 2013, della diffusione in Friuli Venezia Giulia del contratto di rete, l’istituto che regola una collaborazione tra aziende senza dar luogo alla nascita di un ente autonomo e distinto rispetto alle imprese contraenti.

Il contratto di rete è stato oggetto di un approfondimento complessivo promosso da Confindustria Udine e dall’Ordine dei dottori commercialisti e esperti contabili di Udine.

Nell’aprire l’incontro, Alessandra Sangoi, vicepresidente di Confindustria Udine con delega alla Piccola industria e all’innovazione, ha dichiarato che “la rete di impresa è uno strumento e una risposta strutturale alla perdita di competitività del sistema delle imprese. Al di là degli incentivi sottostanti anche di tipo fiscale, la Rete di Impresa è infatti un nuovo modo di pensare che permette di perseguire obiettivi importanti preclusi alle singole piccole imprese, in tutti campi”. Per Sangoi “costante è l’impegno anche da parte di Confindustria Udine a sostegno dei contratti di rete per assistere le imprese nella costituzione e nella consulenza fiscale e contrattuale. E’ iniziato un dialogo con la Regione per proporre strumenti agevolativi che potessero dare maggiore impulso alla costituzione di nuove reti e aggregazioni. A questo proposito di recente è uscita la legge LR 4/2013 che occupandosi di sviluppo competitivo delle imprese ha considerato come prioritario anche i progetti di aggregazione”.

Per Lorenzo Sirch, presidente dall’Ordine dei dottori commercialisti e esperti contabili di Udine, “il contratto di rete può costituire un’ottima opportunità per sopperire alla cronica sottocapitalizzazione delle nostre imprese locali e della loro, spesso minima, massa dimensionale. Se pensiamo che il 95% delle aziende in provincia di Udine ha meno di dieci addetti e che solo un terzo delle posizioni attive al registro delle imprese sono società di capitali appare evidente quanto siano fondamentali percorsi di aggregazione che consentano di competere con realtà più strutturate. Se consideriamo inoltre – ha aggiunto Sirch – la crisi che attanaglia da tempo il nostro tessuto economico ci rendiamo poi conto che la partecipazione al contratto di rete può garantire la sopravvivenza delle imprese stesse. Come tutti gli strumenti va però utilizzato in maniera appropriata con le dovute cautele e nei giusti contesti”.

Il convegno è proseguito con le relazioni portate da Fulvio D’Alvia, direttore Associazione Retimpresa di Confindustria, che ha parlato della disciplina e dell’evoluzione del contratto di rete (995 contratti di rete in Italia, 4.924 imprese e tutte le regioni coinvolte) e di Francesca Mariotti, dirigente Area politiche fiscali di Confindustria, che ha analizzato i profili tributari e fiscali relativi alla gestione. Nel corso dell’incontro sono state anche illustrate due testimonianze di aggregazione attraverso le reti di impresa: Florenzo Vanzetto, presidente VRM S.p.A., in videoconferenza, ed Enrico Quendolo, presidente di Vetroresina AP, hanno parlato rispettivamente dei progetti “RaceBo” e “Together for Tomorrow”.

Nel complesso, Confindustria Udine ha assistito finora alla costituzione di quattro iniziative di aggregazione: vanno menzionate, tra le altre, la Nest, nel settore della logistica e la Eat Friuli nel settore alimentare. Va altresì rimarcato anche che ci sono diversi casi di imprese friulane che hanno aderito a contratti di rete in tutta la Regione e alcuni gravitanti in aree territoriali extra regionale.