Piccola mobilità, appello degli artigiani e dei sindacati del Veneto ai parlamentari

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piccola mobilità lettera comune 1“Fermare l’azione di recupero dell’Inps e ripristinare le agevolazioni per le assunzioni delle persone in mobilità”

Confartigianato Imprese Veneto, Cna Veneto, Casartigiani del Veneto, Cgil, Cisl e Uil del Veneto alla vigilia dell’iter di discussione alla Camera dei Deputati sul ripristino della legge 236/93, hanno sottoscritto, tutte assieme, una lettera-appello ai parlamentari veneti affinché intervengano in sede parlamentare e nei confronti del governo per fermare l’azione avviata dall’Inps per i recupero delle agevolazioni di cui hanno beneficiato le aziende che hanno assunto lavoratori dalle liste di mobilità a seguito di licenziamento individuale.

“Manifestiamo – affermano all’unisono i presidenti regionali Giuseppe Sbalchiero, Alessandro Conte e Franco Storer ed i segretari generali Emilio Viafora, Franca Porto e Gerardo Colamarco – la nostra preoccupazione su tutta questa vicenda che vede l’Inps (in assenza di una specifica indicazione del legislatore) chiedere alle aziende (molte delle quali artigiane) il pagamento delle agevolazioni contributive (circa 200 euro al mese per ogni lavoratore) concesse a chi assume dalle liste di mobilità della l.236/93”.

In questa lista vengono collocati i dipendenti licenziati con procedure individuali, una “categoria” che la crisi ha fatto crescere di numero ma anche nella permanenza nello stato di disoccupazione.

I rappresentanti degli artigiani e dei lavoratori dipendenti, utilizzando i dati di un’elaborazione realizzata dall’Agenzia Veneto Lavoro, presentano le dimensioni del problema nella nostra regione: oltre 56.000 le assunzioni da queste liste effettuate nel biennio 2011-2012 sulla maggior parte delle quali, grava la cancellazione retroattiva degli sgravi. In totale l’importo delle agevolazioni di cui si chiede la restituzione supera, per le sole imprese del Veneto, i 50 milioni di euro.

“La restituzione di queste somme – scrivono le organizzazioni – oltre a determinare un danno economico alle imprese (tanto maggiore quante più assunzioni effettuate) con possibili ripercussioni negative sull’occupazione, rischia di provocare una deflagrazione in un tessuto produttivo già gravemente penalizzato dalla perdurante crisi. Le imprese, proprio per continuare ad operare, hanno bisogno di certezze, almeno su alcuni costi e non di imprevedibili variazioni determinate da carenze legislative, omissioni e interpretazioni delle norme che intervengono a posteriori sulle regole”.

Da qui la richiesta ai parlamentari veneti di intervenire in Parlamento e nei confronti del Governo affinché venga bloccata immediatamente l’azione avviata dall’INPS e si ripristinino le agevolazioni ed il loro finanziamento fino all’avvio della riforma complessiva delle stesse.