Antonio Faraò con l’American Quartet al XVI Padova Jazz Festival

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antonio farao 6 r cifarelli 1Un concerto che chiude in bellezza il festival patavino
di Giovanni Greto

Non poteva esserci una conclusione migliore dei concerti in prima serata per il festival Jazz della città del Santo. Complimenti al 48enne pianista e compositore Antonio Faraò, il quale è riuscito a farsi affiancare da un trio di musicisti di livello internazionale.

E in più la fortuna ha voluto che al posto di Jack DeJohnette, presente nel disco inciso in studio, sedesse dietro piatti e tamburi, un veterano maestro del drum set, Billy Hart. Particolarmente in forma, ha percosso con intelligenza, gusto,inventiva una batteria Gretsch vintage (gentilmente prestatagli dal batterista locale Enzo Carpentieri), dalle pelli molto tirate, la cordiera del rullante spesso assente, poco frizzante, per intendersi, senza quel timbro utilizzato, per esempio, dai percussionisti di una grande orchestra o di un piccolo ensemble di musica classica contemporanea.

In perfetta armonia, sintonizzati sullo stesso desiderio di suonare in totale libertà, lasciando che ogni pensiero, ogni idea, confluissero in eccellenti improvvisazioni, c’erano il tenorsassofonista Joe Lovano e il contrabbassista Ira Coleman. Comunque, chi ha fatto accapponare la pelle in platea, nei palchi e in galleria è stato Billy Hart. Avrebbe potuto anche suonare da solo, inanellando un tema dopo l’altro, data la musicalità che lo accompagna anche nel gesto tecnico. Ha inoltre da poco licenziato un disco a suo nome per ECM Records (‘All our reasons’), di buona fattura e in cui compaiono parecchie sue composizioni.

Il concerto ha solcato la strada di un moderno hardbop, nel quale ha trovato spazio un omaggio a John Coltrane (‘Giant steps’). Lunghe improvvisazioni, sapienti cambi di tempo, dissolvenze sonore. Tutto ha contribuito a trascorrere una serata da ricordare, secondo gli ingredienti che rendono basicamente una musica, buona: fantasia, improvvisazione, bagaglio tecnico ed esperienza, intesi anche come parti di un lungo itinerario