Elezioni regionali e Tar: due pesi e due misure

0
470
massimiliano fedriga 1 1
massimiliano fedriga 1 1Fedriga: «esiste un inqualificabile doppio metro di giudizio. Per un caso simile a quello piemontese, il Tar giuliano non ha giudicato ammissibile il ricorso del centrodestra»

L’annullamento delle elezioni regionali del Piemonte con quattro anni di ritardo ha dato la stura ad una serie di considerazioni che mettono in luce il doppiopesismo esistente all’interno della magistratura amministrativa in fatto di ammissibilità e ricorsi in materia elettorale.

Secondo il deputato leghista friulano massimo Fedriga «alla vergogna del mancato riconteggio delle schede in Friuli Venezia Giulia ora si somma l’annullamento delle elezioni in Piemonte. Annullare le consultazioni in Piemonte per delle irregolarità commesse da una lista alleata al centrodestra è una vera assurdità: Cota è stato liberamente scelto dalla maggioranza dei cittadini e la scarsa correttezza di alcuni individui non fa che renderlo vittima di una situazione che non ha peraltro inciso nella benché minima misura alla sua elezione a presidente. I consensi presi da quel movimento, qualora non fosse sceso in campo, avrebbero infatti beneficiato qualche altro partito della coalizione ma sarebbero andati ugualmente al candidato di centrodestra, e i dati sul voto disgiunto confermano tale tesi».

Fedriga allarga lo sguardo alle vicende friulane: «uno scandalo doppio che fa seguito alla bocciatura da parte del Tribunale Amministrativo Regionale del Friuli Venezia Giulia del ricorso presentato dal centrodestra, il quale chiedeva il riconteggio all’indomani della vittoria di Debora Serracchiani con appena 2.000 voti di scarto e ben 11.000 schede dichiarate nulle: una decisione incomprensibile e irresponsabile, che non ha fatto altro che alimentare i ragionevoli dubbi sull’effettiva legittimità della presidente e della sua maggioranza in Consiglio». Secondo l’esponente leghista «la magistratura sta calpestando, attraverso azioni mirate e discutibili, la sovranità dei cittadini e la loro libertà di scegliere i rappresentanti nelle istituzioni: duole infine constatare che tali iniziative guarda caso vanno sempre a vantaggio del centrosinistra, il che rende davvero impossibile concedere l’attenuante della buona fede ai giudici in questione».