“DanteXperience”: musica, poesia e immagini sulla Divina Commedia

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fondazione-arena-vittorio-bresciani-ilnordestInteressante contaminazione al Teatro Ristori di Verona

Venerdì 24 gennaio 2014 alle ore 20.00, in replica sabato 25 gennaio alle 17.00, lo spettacolo DanteXperience. Musica, poesia e immagini sulla Divina Commedia proposto dal Maestro Vittorio Bresciani su musiche di Franz Liszt conclude gli appuntamenti previsti al Teatro Ristori per la Stagione Sinfonica 2013-2014 della Fondazione Arena di Verona.

Verranno eseguite due partiture di Franz Liszt: nella prima parte Dante-Sonata. Après une lecture de Dante. Fantasia quasi Sonata, il cui sottotitolo richiama la recitazione del poema di Victor Hugo “Après une lecture de Dante”. Segue Dante-Symphonie. Eine Symphonie zu Dantes Divina Commedia, proposta nella versione originale per due pianoforti e coro femminile ed accompagnata dalla recitazione di brani tratti dalla “Divina Commedia” dantesca.

chiara-degani-ilnordestL’ideazione della regia visuale dello spettacolo e l’arrangiamento per due pianoforti della Dante-Sonata lisztiana sono di Vittorio Bresciani, assistente alla regia Gianluca Brigo. L’esecuzione è affidata al Mephisto Piano Duo di Sergio Baietta e Jacopo Giacopuzzi, con le voci recitanti di Roberto Petruzzelli e Chiara Degani (foto). Per la Dante-Symphonie i due pianoforti di Baietta e Giacopuzzi accompagneranno il Coro femminile dell’Arena di Verona preparato dal M° Armando Tasso.

I presupposti per i lavori su Dante sono ben chiari nella poetica di Liszt dichiarata nella prefazione del suo Album d’un voyager (1835-1836): «Quanto più la musica strumentale progredisce, si sviluppa e si libera dai primitivi legami, sempre più tende a improntarsi della idealità che ha segnato la perfezione delle arti plastiche, a diventare non più una semplice combinazione di suoni, ma un linguaggio poetico, più adatto forse della stessa poesia a esprimere tutto ciò che supera gli orizzonti abituali, che s’agita nelle profondità inaccessibili dei desideri imperituri, dei presentimenti, dell’infinito».

Da qui ha inizio un lavoro di ricerca che sfocia nel maggiore ciclo pianistico lisztiano, gli Années de pèlerinage, e la Dante-Sonata è compresa nel Deuxième Année dedicato all’Italia: Liszt entra, infatti, in contatto con la letteratura dantesca durante i suoi anni italiani tra il 1837 ed il 1839. Nel sottotitolo della composizione, Fantasia quasi Sonata, il compositore sembra riprendere la sfida che Beethoven lanciò a suo tempo con le Sonate n. 13 e n. 14 dell’op. 27 – ad entrambe delle quali venne dato l’appellativo di Sonata quasi una fantasia – come a rivendicare l’autonomia che il “musicista-poeta” romantico è riuscito a conquistarsi rispetto alla sonata classica, forma che nella partitura di Liszt resta difatti solo “in filigrana”. Il compositore ungherese ritiene che la Commedia dantesca non poteva certo essere tradotta in musica con i vincoli che la forma classica dava all’ispirazione. Inoltre la prima parte del sottotitolo, Après une lecture de Dante, rimanda al già citato componimento poetico di Victor Hugo tratto dalla raccolta Les voix intérieures che pare abbia tanto infervorato Liszt. La Dante-Sonata diventa così in Liszt un viaggio sonoro dal caos alla luce del pellegrinaggio spirituale dantesco.

Tuttavia il progetto vero e proprio su Dante, di cui Liszt annota nel suo diario nel febbraio 1839, prenderà corpo solo nel 1847 quando il compositore si stabilirà a Weimar. La Dante-Symphonie nascerà infatti insieme all’altro grande progetto sul Faust di Goethe. Pensata originariamente in tre parti, verrà tuttavia conclusa solo da un soave Magnificat per voci femminili: un episodio corale al posto del terzo movimento, il Paradiso, che come suggerito dall’amico Wagner non sarebbe potuto essere rappresentato adeguatamente in musica da nessuno. Per la prima esecuzione di questa sinfonia, Liszt commissiona a Bonaventura Genelli una serie di 27 disegni ispirati al poema, da proiettarsi con la lanterna magica durante l’esecuzione musicale. Tuttavia l’idea viene accantonata per i proibitivi costi, così Liszt realizza una versione della Dante-Symphonie per due pianoforti, che eseguirà insieme a Camille Saint-Saëns nel 1866 a Parigi emblematicamente in casa di Gustave Doré, il più celebre fra gli illustratori della Divina Commedia.