Al “Sociale” di Trento la “Cenerentola” del Ballet Biarritz

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CSC Compagnia Biarritz Cendrillon 2 by O.Houeix 1
CSC Compagnia Biarritz Cendrillon 2 by O.Houeix 1Coreografie di Thierry Malandain per la stagione “InDanza”

Il Malandain/Ballet Biarritz torna sul palcoscenico del Teatro Sociale di Trento con il suo ultimo successo, “Cendrillon”, nuova versione della “Cenerentola” di Prokof’ev che Thierry Malandain ha realizzato la scorsa estate per la sua compagnia. Lo spettacolo, che sarà in scena giovedì 6 marzo con inizio alle 20.30, è inserito nel cartellone della Stagione InDanza organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara.

Venti danzatori di solida formazione accademica compongono oggi il Malandain/Ballet Biarritz, compagnia tra le più amate di Francia, residente presso il Centre Chorégraphique National d’Aquitaine, situato nell’antica Gare du Midi di Biarritz. Grazie alla guida artistica di Thierry Malandain, ininterrotta dal 1998, l’ensemble ha trovato una sua peculiare collocazione nel panorama della danza europea. Come coreografo, infatti, Malandain innesta la modernità sulla tradizione e focalizza l’attenzione sulle potenzialità espressive intrinseche del corpo, senza mai trascurare la purezza delle forme e il virtuosismo.

Conosciuto per le sue riletture dei ‘classici’ del balletto (Romeo e Giulietta, Schiaccianoci, Carmen, Le spectre de la rose) e per la predilezione verso imponenti partiture musicali, Malandain guarda a Cenerentola e a Prokof’ev immaginando la protagonista come “una stella della danza” che si realizza e trova l’amore dopo un lungo e tortuoso, percorso. Fedele nella drammaturgia alla fiaba di Charles Perrault, poi ripresa dai fratelli Grimm, e allo spirito della partitura musicale, il coreografo restituisce allo spettatore un sogno. Un sogno che passa attraverso la ricerca di un ideale, di una verità, della dualità nell’essere umano, ma anche attraverso l’emarginazione e la sofferenza.

Nonostante “Cendrillon” abbia debuttato nella magnifica cornice dell’Opéra Royal di Versailles – costruzione iniziata proprio ai tempi di Perrault – nulla di quello sfarzo architettonico settecentesco si ritrova nel balletto. Malandain, ancora una volta, cala la sua danza virtuosa in una scena essenziale. Eccezion fatta per la serie infinita di scarpette nere di vernice che fa da fondale e per la grande ruota che all’uopo diventa carrozza per portare Cenerentola al gran ballo, null’altro occupa il palcoscenico se non i corpi dei danzatori. Che incarnano sì i personaggi principali della fiaba (oltre ai due protagonisti, la fata, la matrigna, il padre di Cenerentola e, naturalmente, le sorellastre en travesti), ma che al tempo stesso si mostrano uomini comuni capaci di sublimare il presente e il quotidiano per vivere il ‘loro sogno’.