Ladino come patrimonio immateriale Unesco

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ladino bene immateriale unesco 1Mussner: «iniziativa che può portare importanti vantaggi per lo sviluppo della lingua e dell’identità ladina»

A Cortina d’Ampezzo, sede pro-tempore della fondazione “Dolomites Unesco”, i membri del Comitato “Lingaz Ladin – Unesco” hanno presentato ufficialmente il progetto rivolto ad ottenere un secondo riconoscimento da parte dell’Unesco, quello riguardante la lingua ladina come “bene immateriale Unesco”. L’iniziativa è nata a inizio anno su proposta della rappresentante per la Val Badia dell’Unione albergatori Alto Adige (HGV), Marina Crazzolara, ed è stata accolta in maniera molto positiva dai rappresentanti del mondo della cultura e della politica ladina.

A sostegno dell’iniziativa, è stato formato un comitato costituito da 13 membri delle cinque valli ladine (Badia, Gardena, Fassa, Ampezzo e Fodom). Del comitato fa parte anche l’assessore della provincia di Bolzano Florian Mussner, che da subito ha condiviso l’iniziativa, nella quale vede potenziali vantaggi per lo sviluppo della lingua ladina: «il riconoscimento delle Dolomiti quale patrimonio mondiale Unesco ha rafforzato la consapevolezza dell’inestimabile valore naturale delle nostre montagne. Allo stesso modo il riconoscimento dell’idioma ladino come bene immateriale significherebbe valorizzare questo bene culturale, sociale e linguistico, favorendo ulteriormente la sua promozione nell’uso quotidiano». Il ladino è parlato attualmente da circa 30.000 persone.

Il progetto si propone come un’occasione di collaborazione extraprovinciale tra i ladini delle cinque valli, in grado di definire una strategia comune per la tutela, la salvaguardia, il mantenimento e lo sviluppo unitario della loro lingua. L’iter per ottenere il riconoscimento “Lingua ladina bene immateriale Unesco” prevede la stesura di un progetto da presentare alla Commissione nazionale Unesco a Roma. Il secondo passo sarebbe il suo inoltro alla sede centrale Unesco a Parigi.