Trentino, maggioranza di centro sinistra autonomista allo sbando sulla legge anti omofobia

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consiglio provincia trento discussione dorigatti 1Per evitare un boomerang, si tenta d’insabbiare la discussione. Il Patt traccheggia sotto le spinte della sua base inviperita per un provvedimento che contrasta con la famiglia tradizionale

La proposta di legge d’iniziativa popolare proposta dall’Arcigay e supportata dal Pd sta spaccando la maggioranza di centro sinistra autonomista che governa la provincia di Trento. Se all’inizio tutto pareva correre liscio verso un’approvazione della normativa da parte della maggioranza, all’indomani dell’appello del vescovo di Trento Luigi Bressan che ha lanciato un appello a favore della famiglia tradizionale ha rimescolato le carte inducendo una crisi di coscienza specialmente nell’ala cattolica della maggioranza e del Patt, il partito autonomista, in particolare.

Nonostante sia in calendario nella seduta corrente del Consiglio, pare difficile che la proposta di legge venga discussa e tanto meno approvata. Le minoranze hanno già ottenuto la discussione senza limiti di tempo, aprendo di fatto la strada all’ostruzionismo forte dei 1.400 emendamenti già depositati. Inoltre, c’è il fatto che nelle prossime sedute il Consiglio sarà occupato nella discussione della legge di bilancio e nella riforma istituzionali, due appuntamenti obbligati che necessariamente hanno la precedenza sulla normativa progay. Una situazione che il presidente della giunta di centro sinistra autonomista Ugo Rossi pare intenzionato di prendere al balzo, con la speranza d’insabbiare sine die la discussione della norma, anche per non scontentare la base del suo partito autonomista che vede nella legge che prevede tutela per gli omosessuali e anche priorità nell’avviamento al lavoro un grimaldello sper scardinare l’istituto della famiglia tradizionale. In questo contesto, non brilla affatto la posizione del capogruppo del Patt Lorenzo Baratter, accusato da più parti all’intero del partito di un atteggiamento ondivago e privo di un chiaro orientamento.

Anche il tentativo fatto tra i capigruppo di addolcire alcuni articoli della norma francamente indigeribili per l’Upt e il Patt, pare destinato a finire nel nulla, visto che tra i consiglieri di queste forze politiche tira un venticello di sgambetto.

Sulla vicenda interviene anche la responsabile provinciale delle politiche familiare Marianna La Mazza di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale Trentino, che manifesta «la più assoluta contrarietà alla proposta di legge provinciale sull’omofobia, una proposta di legge poco chiara, che non propone nulla di concreto ma che si limita ad una serie di dichiarazioni principio che sul breve periodo si presteranno ad essere interpretate alla meglio da qualche burocrate, portando a discriminazioni eterofobiche, sul medio periodo, e la cosa è ancora più grave, mira ad inculcare nelle nuove generazioni una aberrante visione della realtà, che nel peggiore dei casi potrebbe portare ad un’accettazione di visioni distorte del concetto di famiglia».

Secondo La Mazza «particolarmente grave è la posizione altalenante di Baratter, che si dice pronto ad appoggiare questa assurda proposta di legge, andando finanche contro i dettami espressi dallo statuto del PATT che fanno esplicito riferimento alla religione cristiana. I consiglieri del PATT, Baratter in primis, dovrebbero pensare molto attentamente alle posizioni da prendere, perché se loro sono pronti a tradire il loro elettorato, i militanti di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale sono pronti a mostrare le nudità del re. Se mai questa assurda legge arrivasse al voto, e i consiglieri del PATT votassero favorevolmente- conclude La Mazza- siamo pronti a partecipare ad ogni iniziativa del PATT, e in quelle sedi a spiegare agli elettori del PATT di che pasta sono fatti i loro rappresentanti».