Condannato per tangenti l’ex vicesindaco di Tosi, Giacino

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verona vito giacino e flavio tosi 1Il Gup accoglie in pieno la richiesta di condanna: cinque anni al politico e quattro alla sua consorte. Le opposizioni chiedono le dimissioni di Tosi

Tegola giudiziaria sulla giunta Tosi che governa Verona: l’ex vicesindaco Vito Giacino, già agli arresti, è stato condannato a cinque anni di reclusione per corruzione. Il Gup, Giuliana Franciosi, ha accolto in pieno la richiesta del pubblico ministero Maria Beatrice Zanotti, che aveva chiesto cinque anni per l’ex braccio destro di Flavio Tosi, arrestato lo scorso 17 febbraio assieme alla moglie, Alessandra Lodi, a sua volta condannata a quattro anni. Il pm aveva chiesto cinque anni di carcere anche per la donna.

L’indagine, sfociata poi nel processo, era partita in seguito alla denuncia dell’imprenditore immobiliare, Alessandro Leardini, che aveva raccontato di avere pagato presunte tangenti per 600.000 euro a Giacino, in parte camuffate sotto forma di consulenze legali alla moglie, in cambio di favori per concessioni edilizie e varianti urbanistiche. Giacino, che si era dimesso da vicesindaco il 15 novembre del 2013 quando era già indagato e il suo ufficio in municipio era stato perquisito, si trova ancora ai domiciliari ed ha sempre proclamato la sua innocenza.

La condanna in primo grado a 5 anni per corruzione dell’ex vice sindaco di Verona Vito Giacino spinge i politici dell’opposizione Pd e M5s ad attaccare fino a chiedere le dimissioni del sindaco Flavio Tosi. Alessio Albertini, segretario provinciale del Pd di Verona si chiede «come può amministrare una città difficile come Verona un sindaco che non si accorge del comportamento del suo braccio destro, il suo vicesindaco, il promotore della sua Fondazione che dovrebbe illuminare l’Italia». Per Albertini «Verona merita una classe dirigente nuova, pulita, carica di entusiasmo. Trasparenza, condivisione, efficienza sono i pilastri sui quali noi del Pd vogliamo creare la Verona di domani». Da parte sua, Michele Bertucco, capogruppo Pd in Consiglio comunale aggiunge: «mi domando come Tosi possa dormire sonni tranquilli con l’incombenza della corruzione nella sua amministrazione».

Richiesta chiara di dimissioni da parte dei parlamentari veneti del M5s perché «Tosi non poteva non conoscere l’operato del suo vice, Giacino. E se non sapeva nulla, allora inadatto a ricoprire un ruolo che prevede anche l’onere del controllo. Entrambi i casi – sottolineano – devono portare alle sue dimissioni».