Emergenza criminalità in Veneto: la Regine stanzia 5 milioni di euro per la sicurezza

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armi in Italia pistola in fronte
pistola in fronteCiambetti: «costretti a sostituirci allo Stato». Solidarietà delle categorie economiche all’intimidazione mafiosa subita da Zancan e Stacchio

All’emergenza criminalità dilagante in Veneto, vista la latitanza dello Stato, la Regione si vede costretta ad intervenire stanziando le risorse per la tutela dei cittadini. «Proponiamo che la Regione intervenga concretamente nel tutelare i cittadini, le famiglie e le imprese, stanziando 5 milioni di euro» dice l’assessore veneto al bilancio, Roberto Ciambetti, che, insieme ad altri colleghi consiglieri, ha presentato un emendamento al bilancio previsionale 2015 per mettere a disposizione nuove risorse al fine di migliorare e incrementare le condizioni di controllo dei territori e di salvaguardia delle comunità.

«Con questo emendamento destiniamo cinque milioni di euro di contributi agli enti locali per progetti di messa in sicurezza dei nostri luoghi – spiega Ciambetti –. La materia non è di nostra competenza, ma cerchiamo di aiutare i comuni e i cittadini con una sorta di supplenza, visto che lo Stato non sembra avere questa priorità, anzi. Pur in un bilancio regionale segnato da profonde restrizioni imposte dalla legge di Stabilità, l’individuazione di questi fondi testimonia la grande sensibilità della Regione per questa emergenza, per affrontare la quale sono necessari interventi straordinari».

Sul tema della criminalità, ha suscitato forti reazioni il rinvenimento di una busta contenente due proiettili per arma corta dinanzi all’abitazione di Roberto Zancan, il gioielliere di Ponte di Nanto (Vicenza) che il 3 febbraio scorso aveva subito un tentativo di rapina, durante la quale uno dei rapinatori era rimasto ucciso da un colpo di fucile sparato da un benzinaio che aveva visto i malviventi allontanarsi. Nella busta anche i nomi dello stesso gioielliere e del benzinaio, Graziano Stacchio.

Sul posto i carabinieri del reparto operativo di Vicenza. Stasera mentre il gioielliere era in casa con dei giornalisti di “Quinta colonna” di Retequattro – alla trasmissione era ospite in studio sua moglie – qualcuno ha suonato il campanello di casa. Quando Zancan è andato ad aprire la porta ha trovato la busta contenente i due proiettili. Nel tentativo di rapina era morto Albano Cassol un nomade trevigiano, che stato ferito ad una gamba ed era morto dissanguato. I complici erano riusciti invece ad allontanarsi facendo perdere le loro tracce.

Per il presidente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto, i proiettili « rappresentano un’intimidazione di sapore mafioso inconcepibile e inaccettabile. Equivalgono a un vero e proprio attentato, non soltanto contro le persone coinvolte, che già è cosa di una gravità inaudita, ma contro tutti i cittadini e lo Stato italiano». Zigliotto se la prende con l’immobilismo dello Stato nei confronti della sicurezza per cittadini ed imprese: «sono decenni che si parla di riforme della giustizia, di pene certe, di processi rapidi, di costruzione di nuove carceri. Cosa è stato fatto? Amnistie e indulti.

Se lo Stato non risponde a un attentato diretto a sé e ai suoi cittadini, vorrei capire chi dovrebbe farlo in sua vece. I cittadini, oltre che gli imprenditori, sono tutti i giorni vittime di una delinquenza che agisce con una spregiudicatezza inaudita, come se avesse il via libera per le peggiori nefandezze».

Secondo il presidente degli industriali berici «gli operatori delle forze dell’ordine fanno un lavoro eccellente: lo fanno ben oltre il senso del dovere, nonostante i tagli di bilancio e la frustrazione di leggi che finiscono troppo spesso per tutelare più il carnefice che la vittima; si ritrovano però senza armi per affrontare questo fenomeno». Zigliotto invita quindi «il Governo, e in primo luogo i ministri degli Interni e della Giustizia, a venire qui, nel Vicentino, a toccare con mano l’emergenza criminalità, diventata un fattore che rischia di destabilizzare una società che chiede soltanto di poter vivere e lavorare in tranquillità e in condizione di sicurezza. Perché – lo dico esprimendo la solidarietà mia e di tutti gli associati di Confindustria Vicenza al collega Roberto Zancan, a Stacchio, alla ragazza aggredita dai delinquenti nella gioielleria e alle loro famiglie – siamo tutti sotto tiro. E ci sentiamo soli. Allo Stato chiedo, a nome degli imprenditori associati ma credo anche del territorio, risposte concrete. Non annunci: ne abbiamo sentiti troppi in questi anni e non siamo più disposti ad accettarne altri. Chiediamo leggi chiare e non interpretabili, e nuove carceri. Perché non si può affrontare il problema del sovrannumero di delinquenti nelle prigioni aprendo periodicamente le porte e lasciandoli liberi. Chiediamo che la giustizia sia attuata e non soltanto declamata nei talk show. Chiediamo conclude Zigliotto – interventi forti, per non permettere a questo territorio di cadere nel baratro. Perché o si mettono in campo soluzioni finalmente serie e adeguate a questa deriva, o davvero il nostro destino sarà quello del baratro».

Sul rinvenimento della busta contenete proiettili interviene anche l’eurodeputata bassanese Mara Bizzotto: «è stato un gesto mafioso e vigliacco. Lo Stato non deve darla vinta ai criminali, e deve al più presto assicurare alla giustizia la banda di rapinatori e gli autori di questa ignobile minaccia, consentendo a due cittadini per bene come Stacchio e Zancan di poter vivere e lavorare senza temere per la loro incolumità e per quella delle proprie famiglie».