Giudice di pace di Venezia: no all’applicazione dell’Iva sulle accise delle bollette elettriche

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Soddisfatta Federconsumatori di Venezia che ha innescato la causa pilota. Se riporodtta su scala nazionale, per l’Erario si aprirebbe un buco di 2 miliardi di euro

 

Dopo la tariffa sui rifiuti, ora tocca alle bollette sulle forniture energetiche. Il Giudice di Pace di Venezia, su ricorso di un consumatore di Venezia assistito da Federconsumatori, ha sentenziato che l’Iva sulla bolletta di gas ed elettricità non va calcolata anche sulle accise come avviene attualmente: quanto pagato in più dai consumatori va restituito, ingiungendo ad Enel di rimborsare poco più di 100 euro all’utente che aveva fatto ricorso.

La decisione del giudice onorario crea un precedente importante: se tutti i clienti domestici facessero ricorso – e i giudici di pace condividessero l’interpretazione data nel capoluogo veneto – le entrate per l’Erario e per il Governo Renzi si aprirebbe l’ennesimo buco nel bilancio, con un calo di circa un paio di miliardi di euro.

Tra i principi che hanno dato ragione al consumatore che sarà rimborsato, quello stabilito dalla Cassazione, in seduta 3671/97, secondo cui, salvo deroga esplicita, un’imposta non costituisce mai base imponibile per un’altra. Per l’Iva indebitamente pagata su 8 fatture per la fornitura di gas e 12 per l’elettricità, Enel ora dovrà pagare al ricorrente 103,78 euro, più interessi e spese.

benzina effetto accise sulla verdeIl decreto ingiuntivo è passato in giudicato, visto che Enel non ha fatto opposizione, «presumo per disorganizzazione», ipotizza l’avvocato Enrico Cornelio, che ha curato la pratica per conto del ricorrente. «A contestare l’Iva sull’accisa dovrebbero essere le società energetiche – evidenzia Cornelio – e in quel caso la questione sarebbe competenza delle Commissioni tributarie. Però evidentemente non hanno interesse a farlo, anche perché possono riversarla sui consumatori finali. Nel momento in cui la controversia è tra chi emette la fattura e chi la riceve, si instaura un diritto civilistico al rimborso, per cui è competente il giudice ordinario, in questo caso il giudice di pace, dato l’importo limitato».

La direttiva europea sull’Iva, così come recepita nell’ordinamento italiano, sembra avvallare il fatto che l’Iva sia calcolata anche sulle accise. La decisione del giudice di pace di Venezia si colloca invece sulla scia di quanto stabilito da varie sentenze sull’Iva sulla Tassa dei rifiuti, una battaglia vinta dai consumatori, visto che la nuova TaRi non prevede più il pagamento dell’Imposta sul valore aggiunto.

Lo scenario che si apre ora, secondo Cornelio, «la decisione su questo ricorso vale come precedente sia per il Giudice di pace che per gli altri tribunali ordinari, che potranno emettere sentenze basandosi sull’interpretazione data in questo ricorso, se la condivideranno».

La sentenza riguarda in modo particolare gli utenti privati (quelli commerciali che possono scaricare l’Iva non hanno interesse a ricorrere): secondo la stima di Federconsumatori, per una famiglia media, con un consumo di 1.400 metri cubi di gas, se l’Iva non venisse applicata su tali imposte, si avrebbe un minor esborso tra i 50 e i 75 euro annui sulla bolletta. Un piccole ma importante beneficio, visto che i consumi delle famiglie del NordEst di energia sono mediamente superiori a quelle del Sud, che s’avvantaggiano da anni di Iva ridotta. L’applicazione della sentenza a tutti i consumatori non è automatica: gli utenti dovrebbero imbarcarsi in un ricorso per avere cifre relativamente basse (nel caso citato, il procedimento è durato 5 mesi, anche se ha avuto spese relativamente contenute, il cliente ha pagato il solo anticipo delle marche da bollo). La possibilità di grossi rimborsi complessivi crescerebbe se i consumatori potessero fare ricorso alla “class action”. Perché ciò accada però deve prima essere approvato in maniera definitiva il testo che estende la possibilità di un’azione di classe dal codice dei consumatori al codice di procedura civile, testo uscito dalla Camera il 3 giugno e attualmente all’esame del Senato.

«Questa questione potrebbe essere il banco di prova per la nuova “class action” – dice Mauro Zanini di Federconsumatori -. Dobbiamo ancora consultarci con i nostri legali sulla la strategia da seguire dopo questa sentenza ma di sicuro l’ingiunzione del giudice di pace di Venezia ci spinge a rilanciare con forza la nostra campagna».

Dal gas e l’energia ai carburanti per l’auto: anche qui è norma l’applicazione dell’Iva al 22% sulle accise elevatissime che gravano sul costo industriale di benzina e gasolio. Per avere una possibilità di ricorrere per fare applicare il giudicato del Giudice di Pace di Venezia è indispensabile certificare gli acquisti effettuati tramite l’emissione di una fattura o di uno scontrino fiscale da parte del gestore del distributore.

Per evitare che si vengano a creare situazioni “a macchia di leopardo” dove l’Iva si applica e altri no, è opportuno che il Governo intervenga per normare con chiarezza la situazione. Ovviamente stabilendo che la non applicazione dell’Iva sulla quota inerente l’accisa applicata sui prodotti.