Cia Padova, la nuova legge sull’agricoltura sociale è positiva ma è necessario concentrarsi sulla zootecnia

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latte zootecnia trentina
Latte e carne sono comparti in crisi per i quali servono interventi urgenti, pena la chiusura di molti operatori

 

vacca mucca primo piano26818Non resta molto tempo per salvare la zootecnia “Made in Italy”. Ritiri dal mercato di prodotti caseari da assegnare agli aiuti agli indigenti,  la ristrutturazione dei debiti delle aziende colpite dalla crisi, attività di promozione per il consumo di latte e carni italiane, e sgravi fiscali: sono questi alcuni degli interventi da adottare con urgenza per invertire la rotta e calmierare gli effetti della congiuntura negativa che stanno attraversando gli allevatori.

I tempi lunghi della politica sono inadeguati a risolvere la situazione di crisi della zootecnia e, se da una parte Cia Padova considera positivamente l’approvazione definitiva della legge sull’agricoltura sociale, dall’altra esprime forte preoccupazione per un settore che sta attraversando un periodo estremamente difficile. La legge sull’agricoltura sociale apre nuovi spazi di valorizzazione per le imprese e consolida il rapporto tra le nuove funzioni pubbliche e sociali svolte dall’agricoltura, e i cittadini. Una legge che dovrebbe andare incontro alle nuove esigenze del settore primario, le cui aziende sono sempre più propense a trovare nuove forme per aumentare la propria reddittività.

A Padova, nel 2014 le aziende agricole iscritte alla Camera di commercio erano 12.897, con un saldo negativo rispetto al 2013 di 757 unità. Il primo semestre del 2015 segna un ulteriore perdita di 255 unità, con 12.642 aziende iscritte. 

«Le aziende che resistono sono quelle più inclini all’investimento nell’innovazione tecnologica e di sviluppo, e nell’impegno in una rete d’impresa – afferma il presidente di Cia Padova, Roberto Betto –. Il “primario” è un settore in grande trasformazione, e le associazioni di categoria, così come la politica, devono essere pronti a mettere a disposizione degli agricoltori gli strumenti necessari per portare avanti questo cambiamento». Impossibile dimenticare, poi, la questione della crisi della zootecnia nazionale e locale, che richiedono risposte immediate. A Padova si contano 766 aziende dedite all’allevamento di vacche da latte, per un totale di oltre 2 milioni di ettolitri, e un valore complessivo ai prezzi di base che si attesta a 100 milioni di euro. Per ciò che riguarda il comparto dei bovini da carne, nel 2014 il Veneto ha registrato una riduzione del 2%, mentre la provincia di Padova si è fermata all’1%, con 41.622 tonnellate di prodotto commercializzato per un volume d’affari di 110 milioni.  

«I tavoli sul latte e sulla carne che si sono riuniti nell’ultima settimana rappresentano un primo segnale di risposta, alla quale deve necessariamente seguire una fase operativa, altrimenti a rimetterci saranno gli allevatori – dichiara il direttore della CIA di Padova, Maurizio Antonini -. C’è bisogno di avviare una concreta fase di riflessione in sede europea per revisionare e modernizzare gli strumenti anticrisi, e individuare degli interventi che favoriscano l’acquisto di prodotti “Made in Italy” da parte dei consumatori».