Costi della politica, Val d’Aosta e Trentino Alto Adige tra le regioni più spendaccione

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I cittadini delle due regioni spendono, rispettivamente 143,4 euro e 63,5 euro per abitante per mantenere i politici locali. Media italiana a 23,3 euro. Virtuose Emilia Romagna e Veneto

 

sindaci fascia tricolore amministratori localiIn Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige la democrazia costa rispettivamente sei e tre volte in più di quella italiana: per mantenere le spese di funzionamento degli organi istituzionali locali, in Valle d’Aosta, nel 2014, sono stati spesi 18,4 milioni di euro pari a ben 143,5 euro per ciascun valdostano e nel Trentino Alto Adige poco meno di 67 milioni di euro pari a 63,5 per abitante.

E’ quanto emerge dalla nota scientifica sulla mappatura dei costi della politica nelle regioni italiane realizzata dall’Istituto Demoskopika, secondo cui ogni cittadino in media spende 23 euro per il governo dei territori. Immediatamente dopo si collocano altre sei realtà regionali i cui costi per le indennità, i rimborsi, gli acquisti e le spese di rappresentanza degli amministratori locali sono pari al doppio dell’investimento medio in rappresentanza locale di ciascun italiano (23,2 euro). 

Complessivamente, in queste aree sono stati spesi ben 470 milioni di euro per il funzionamento degli organi di governo di regioni, province, comuni, comunità montane ed enti parco: Molise con una spesa di 16,8 milioni di euro (53,5 euro pro capite), Basilicata con una spesa di 29,4 milioni di euro (50,8 euro pro capite), Sardegna con una spesa di 80,7 milioni di euro (48,5 euro pro capite). E, ancora, la Calabria che nel 2014 ha generato costi per la rappresentanza locale pari a 92,3 milioni di euro (46,6 euro pro capite), la Sicilia con una spesa pari a 207,1 milioni di euro (42,6 euro pro capite) e l’Umbria con una spesa pari a 32,1 milioni di euro (35,9 euro pro capite). 

Secondo la ricerca, con uno sforamento della spesa significativamente minore alle precedenti regioni anche se al di sopra della media italiana si posizionano i governi locali dell’Abruzzo con una spesa pari a 42,1 milioni di euro (31,5 euro pro capite), del Friuli Venezia Giulia con una spesa pari a 38 milioni di euro (31 euro pro capite), della Liguria con una spesa pari a 39,5 milioni di euro (24,8 euro pro capite), del Piemonte con una spesa pari a poco più di 110 milioni di euro (24,8 euro pro capite) e, infine, delle Marche con una spesa pari a 36,3 milioni di euro (23,4 euro pro capite). Sul versante opposto, a conquistarsi il podio delle regioni “formiche”, meno dispendiose, Lazio e Lombardia i cui governi della rappresentanza locale hanno generato costi rispettivamente per 75,1 milioni di euro pari a 12,8 euro per abitante e per 128,7 milioni di euro pari a 12,9 euro per abitante. La graduatoria delle realtà regionali “virtuose” prosegue con la Campania le cui spese di funzionamento dei governanti locali sono state, nel 2014, pari a 90,1 milioni di euro (15,3 euro pro capite) e la Toscana con costi generati in rappresentanza locale di 57,6 milioni di euro (15,4 euro pro capite). Seguono l’Emilia Romagna con una spesa pari a 74,9 milioni di euro (16,8 euro pro capite), il Veneto con una spesa pari a 84,5 milioni di euro (17,1 euro pro capite) e, infine, la Puglia con una spesa pari a 77,9 milioni di euro (19,1 euro pro capite).