A Venezia la presentazione canale “Tresse nuovo” per togliere le grandi navi dal bacino San Marco

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L’opera prevede un nuovo canale navigabile di 2,2 km composto da un tratto nuovo di 1,2 km per un costo di 114 milioni di euro e 20 mesi di lavori

 

venezia canale contorta 150618151958 copiaIl sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e il presidente dell’Autorità portuale, Paolo Costa, hanno presentato il progetto “Tresse nuovo”, una nuova via navigabile che, con un raccordo di 2,2 chilometri (di cui 1,2 chilometri di nuovo canale), servirà, a detta dei promotori, a far uscire le navi dal bacino di San Marco, salvaguardando nel contempo l’eccellenza crocieristica dello scalo veneziano e senza interferire con i traffici di Porto Marghera. 

Sul piano tecnico, percorrendo il canale Malamocco-Marghera, attualmente utilizzato dai traffici commerciali, il nuovo raccordo permetterà di connettersi al canale Vittorio Emanuele e, di qui, di raggiungere la Marittima in circa un’ora. Il progetto, che ha ottenuto la dichiarazione di interesse pubblico di Apv e sarà ora presentato a Regione e Ministero delle Infrastrutture, prevede un intervento della durata di 20 mesi, per 114 milioni di costo (più 25 di attività accessorie), compreso lo spostamento dei sottoservizi. I circa 2,7 milioni di metri cubi di fanghi verranno destinati per il refluimento in barena, nel caso dei 1,8 milioni di fanghi in classe A (quelli meno inquinati), mentre gli 870.000 metri cubi in classe B e C verranno conferiti nella stessa isola delle Tresse (dove sarà scavato il nuovo canale) e i 40.000 di classe oltre C (i più inquinati) serviranno come base per la realizzazione di un parco nel vallone Moranzani, così come avvenuto con il parco di San Giuliano, sul fronte della terraferma mestrina che si affaccia in laguna. 

Per Costa, il progetto “Tresse nuovo” «è l’unico progetto che ha in mano attualmente il Ministero. Il progetto Contorta è bloccato da una sentenza del Tar, contro la quale abbiamo presentato ricorso al Consiglio di Stato, mentre gli altri progetti giuridicamente non esistono, perché non hanno la dichiarazione di interesse pubblico da parte dell’autorità competente, che siamo noi. Il progetto presentato da Duferco, poi, va contro la sicurezza della navigazione, la sicurezza contro il terrorismo e tecnicamente rende macchinoso l’uso della portualità, stravolgendo le caratteristiche di un porto di partenza e arrivo quale Venezia è». Costa sottolinea che «abbiamo accettato la proposta di Brugnaro perché il progetto, ipotesi che nasce dalla comparazione tecnica tra le quattro proposte astrattamente ipotizzabili, raggiunge i quattro obiettivi fondamentali fissati quattro anni fa: toglie le navi da San Marco, salvaguarda la crocieristica e il porto commerciale e ha un impatto ridotto al minimo. Rispetto al Contorta, non consegue solo l’obiettivo non essenziale, anche se per me importante, del recupero morfologico della laguna centrale, contrastando la perdita di sedimenti. Auspichiamo adesso che, dopo che la Capitaneria di porto ha emesso il necessario provvedimento, anche la Regione manifesti il suo interesse, perché abbiamo imparato che i progetti fanno poca strada senza il coinvolgimento di tutti gli enti».

«Il “Tresse nuovo” è il canale che hanno votato i cittadini veneziani in quanto elettori» ha detto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, commentando la presentazione del nuovo progetto teso a risolvere il problema del passaggio delle grandi navi da crociera in bacino San Marco. «E’ un progetto – ha proseguito Brugnaro – che sicuramente verrà contestato, ma la realtà è che si può fare, coniugando il lavoro con la sicurezza ambientale e la vita delle persone. Il canale “Vittorio Emanuele” è quello utilizzato già oggi dalle navi da crociera per uscire dalla Marittima in occasione della festa del Redentore e, al suo inizio, vengono costruite, in Fincantieri, proprio queste navi, che speriamo di poter continuare a fare in gran numero. Non stiamo insomma facendo – ha precisato – niente di nuovo, visto che le petroliere passavano proprio di qui, prima che venisse scavato il cosiddetto “canale dei petroli”. Così facendo, salviamo però cinquemila posti di lavoro, che non possiamo permetterci di buttare via in questa situazione. Il “Tresse nuovo” è solo un canale, come a Venezia se ne sono sempre scavati. Chiediamo dunque solo che ci sia lasciata la libertà di vivere». Brugnaro si dice «fiducioso, nei confronti del Governo, anche perché stavolta esce, per la prima volta, una proposta univoca, che funzionerà e sarà l’operazione che aprirà la stura anche al recupero di Porto Marghera, su cui bisogna mettere le mani». Brugnaro si rivolge al Governo anche per la questione dei finanziamenti alla città: «Venezia ha un bisogno reale di veder riconosciuta la sua specialità. Sull’Expo di Milano sono stati giustamente spesi un sacco di soldi, con migliaia di poliziotti in più messi a disposizione per la sicurezza, ed è stato un successone meritato. Ma Venezia è un’Expo vivente, perché se Milano ha fatto venti milioni, noi ne facciamo trenta ogni anno. E il Governo non crede che sarebbe opportuno darci, ad esempio, un po’ di polizia in più per proteggere il territorio? O di fare una legge speciale come per Roma capitale? Invece, negli ultimi dieci anni, ci hanno tolto 140 milioni ogni anno: ci vogliono togliere anche il lavoro? Questa – ha proseguito Brugnaro – è una delle città più belle del mondo e sta morendo, grido di dolore per tutta l’Italia: più che esprimere il loro pensiero attraverso il voto, i cittadini cosa possono fare? I canali non sono più scavati, mezza città è senza impianti antincendio. Ci attendiamo un segnale reale, da parte del Governo, che qui misurerà il suo operato, con Finanziaria e legge di stabilità, perché le chiacchiere non ci servono e la specialità di Venezia la stiamo pagando noi. Perché le manutenzioni ordinarie non c’entrano nulla col Mose, pensato per far fronte ai cambiamenti climatici in atto in tutto il Mondo, e le acque alte continueranno ad esserci. Ma è normale che l’aria salmastra faccia cadere pezzi di intonaco di decine di centimetri: dobbiamo aspettare l’evento drammatico?».