Riforma costituzionale: problemi, prospettive e proposte sul nuovo Senato, la futura Camera delle Autonomie

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Convegno autonomie e nuovo senato 1
A Venezia convegno di studio organizzato dalla Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e province autonome

 

Convegno autonomie e nuovo senato 1«Nella riforma costituzionale ci sono dissonanze e articoli contraddittori che non chiariscono come deve essere eletto il primo, nuovo Senato delle Autonomie e delle Regioni. Questi aspetti devono essere messi in evidenza, ma abbiamo anche il dovere di mettere a fuoco le soluzioni per evitare un’impasse che, se passasse questa riforma costituzionale, renderebbe veramente difficile la composizione del nuovo Senato». Così il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ha introdotto i lavori del seminario svoltosi a Venezia, a palazzo Franchetti, presso l’Istituto Veneto di scienze lettere ed arti, dedicato ai problemi e alle prospettive del nuovo Senato, il cui assetto sarà disciplinato dalla riforma costituzionale in itinere. 

L’evento è stato organizzato dalla Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome e, nella veste di coordinatore della Conferenza, è stato il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Franco Iacop, a presentare la giornata. «In attesa degli esiti del referendum – ha detto Iacop -, questo seminario impegna la conferenza dei consigli regionali ad approfondire l’assetto della nuova Camera di rappresentanza dei territori, dove si creerà un nuovo rapporto fra le istituzioni politiche centrali e il sistema delle amministrazioni regionali e locali. Il tema va approfondito sia per quanto attiene alle procedure elettorali, sia per rafforzare contenuti ed opportunità presenti nella riforma, affinché si crei anche nel nostro paese un sistema di relazioni e di rapporti diretti tra i vari livelli istituzionali che poi sono chiamati a governare le comunità». 

Il saluto iniziale all’assemblea è stato affidato al questore anziano del Senato, Antonio De Poli: «il dibattito di oggi sulle nuove prospettive del Senato mette al centro le regioni e i territori per costruire l’Italia del futuro, l’Italia delle Regioni, dei Comuni e dei cittadini. E credo che i Consigli regionali in modo particolare debbano essere i protagonisti della politica del futuro che deve essere territoriale, ma anche nazionale ed europea». 

Sui temi della rappresentanza e dei sistemi di voto del nuovo Senato sono intervenuti Paolo Feltrin dell’Università degli Studi di Trieste, Nicola Lupo e Raffaele Bifulco, dell’Università Luiss di Roma, e Stelio Mangiameli, direttore dell’Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie (istituto appartenente alla struttura del Cnr). Secondo Feltrin «la legge costituzionale inevitabilmente ha fissato solo grandi principi e dà indirizzi di norme transitorie, entrambi insufficienti a chiudere il tema delle modalità di elezione. Va quindi trovata una formula attraverso la quale riuscire a distribuire tutti i seggi dei Senatori tra i Consiglieri regionali e i sindaci. Poiché vi sono dei problemi tecnici piuttosto complicati che rendono questo processo di difficile attuazione in almeno quindici consigli regionali, va trovata una soluzione. Una di queste soluzioni potrebbe essere quella di utilizzare il cosiddetto “voto ponderato”, riferito alla quota parte dei voti che il consigliere ha preso con il suo gruppo alle elezioni, una soluzione tecnica che permette di dividere il voto di lista con il numero dei consiglieri per ottenere la quota parte dei voti di ogni consigliere. E’ una soluzione abbastanza tranquilla perché, anche se il consigliere cambia gruppo, si porta sempre appresso la sua dote di voti».

Al convegno è intervenuto anche Gianclaudio Bressa, sottosegretario agli Affari regionali: «il nuovo Senato si presenta come una pagina bianca. Sarà scritta dalle autonomie regionali e da quelle locali con le potenzialità del nuovo Senato che saranno immense ed importantissime. Bisogna che questa consapevolezza l’abbiano soprattutto i Consigli regionali e le istituzioni che lì saranno chiamate a rappresentare un pezzo del Paese nella legislazione nazionale: è una rivoluzione straordinaria». Per Bressa «il nuovo Senato sarà una camera legislativa a pieno titolo per alcune materie, avrà potere di richiamo su altre leggi ma soprattutto avrà il potere di controllo sull’attività di governo e il potere di coordinamento di tutta la normativa europea che ha a che fare sul sistema delle autonomie locali, quindi è una camera legislativa a pieno titolo».

Quanto alle modalità di nomina dei nuovi rappresentanti, per Bressa «i senatori che arrivano dalle regioni in prima battuta verranno scelti attraverso una norma transitoria che dice che siano i Consigli regionali a farlo, poi il prossimo Parlamento farà la legge elettorale». Nessun costo aggiuntivo per la nuova Camera, per Bressa, perché «le indennità dei nuovi senatori saranno quelle che hanno nell’Ente da cui provengono, nessuna indennità aggiuntiva; non sono possibili furbizie. La forza del nuovo Senato – ha rilevato – sarà la consapevolezza dei Consigli regionali del ruolo straordinario che possono svolgere nel nuovo ordine repubblicano e nel nuovo procedimento legislativo. Per la prima volta il ruolo locale è esaltato a livello nazionale – ha sottolineato – Regioni e Comuni potranno essere protagonisti in prima persona della legislazione che li riguarda e quindi non saranno tributari del Parlamento».Convegno autonomie e nuovo senato 2