Comunità del Garda: sollecito al Governo Renzi ad intervenire per la salvaguardia delle acque del lago

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lago di garda dal creino
Urgente il finanziamento del piano di ammodernamento della raccolta e depurazione delle fognature delle località rivierasche. Gelmini: «preoccupa lo stato del collettore sublacuale»

 

lago di garda dal creinoLa Comunità del Garda ha votato all’unanimità un ordine del giorno rivolto al Governo Renzi e alle regioni che si affacciano sul Lago di Garda ad intervenire con urgenza per garantire i finanziamenti al piano di ristrutturazione ed ammodernamento del sistema di raccolta e depurazione dei reflui fognari delle località rivierasche.

Le acque del lago di Garda, (370 Kmq di superficie, circa 50 Km cubi di volume) rappresentano il 40% della risorsa idrica potabile disponibile in Italia. Una risorsa idrica di fondamentale importanza strategica per l’uso umano delle presenti e future generazioni, dell’agricoltura della pianura Padana nonché elemento fondante dell’economia di un territorio ad altissima vocazione turistica che registra ogni anno circa 25 milioni di presenze turistiche che generano un ingente prodotto interno lordo a vantaggio del territorio e dello Stato.
L’acqua del lago hanno caratteristiche qualitative di eccellenza che però rischiano di essere intaccate da una presenza umana in continua crescita e da eventi imponderabili. Fin dagli anni Settanta del secolo scorso, la Comunità del Garda è intervenuta a tutela delle acque del lago e del territorio realizzando un sistema di raccolta e di depurazione dei reflui fognari. Si sono realizzati collettori fognari e il depuratore di Peschiera che serve la sponda orientale ed occidentale del lago. La parte settentrionale del lago è fornita da un sistema di raccolta e trattamento autonomo.
I problemi risiedono nel naturale invecchiamento delle opere, cosa che rende necessario il loro ammodernamento e potenziamento per adattarle alle mutate necessità dopo quarant’anni di regolare servizio. A distanza di circa 40 anni i segnali di vecchiaia del sistema di tutela ecologica e soprattutto le condotte sublacuali, sono già fortemente percepibili e si rivela urgente un intervento che elimini il rischio, gravissimo, di non tenuta delle stesse condotte e un malaugurato sversamento a lago dei liquami e che tale evento comporterebbe.
È pertanto essenziale che le opere infrastrutturali per la salvaguardia ecologica del Garda, a distanza di oltre un quarantennio, possano essere sistemate, potenziate, in parte ricostruite e adeguate al numero, non solo dei residenti ma anche dei turisti che si è decuplicato negli ultimi decenni.
Il piano di salvaguardia prevede, in sintesi, lo sdoppiamento della rete separando il servizio della sponda occidentale da quella orientale, mediante la realizzazione di un nuovo depuratore in area lombarda, il potenziamento di quello tuttora funzionante di Peschiera, la costruzione di un nuovo e più moderno sistema di collettazione e, soprattutto, la dismissione delle condotte sublacuali specie dopo gli eventi di terremoto intercorsi proprio nelle zone interessate.
Per realizzare l’intervento, la Comunità del Garda ha realizzato un’Associazione temporanea di scopo (ATS) individuando quale soggetto capofila e mandatario, la Comunità del Garda, con funzioni di coordinamento generale e di referente amministrativo e finanziario, stante la sua adeguata capacità di gestione di fondi pubblici, la capacità di garantire il buon funzionamento del piano come avvenuto nella 
direzione e gestione del progetto europeo Eulakes di cui la Comunità del Garda è stata capofila anche per i laghi Neusiedl (Austria) Balaton (Ungheria) e Charzykowskie (Polonia), la composizione fortemente rappresentativa del territorio coinvolto nel progetto e la sede all’interno del proprio ambito locale.
Tocca al Governo Renzi e alle regioni Lombardia e Veneto e alla provincia di Trento trovare le risorse necessarie all’ammodernamento dell’opera che comporta anni di lavoro, il cui costo è stimato attorno ai 230 milioni di euro. Una somma nemmeno troppo ingente, specie se paragonata all’enorme danno che causerebbe sull’immagine turistica del Lago e alle qualità delle sue acque il danneggiamento del sistema di raccolta dei reflui. L’Italia potrebbe inserire il progetto nell’ambito delle grandi opere comunitarie e finanziarla con fondi della Banca Europa degli Investimenti a tassi irrisori con un mutuo ventennale.