Friuli Venezia Giulia: anziani ultra 65 a quota 310.000, un quarto della popolazione

0
419
62972 3telescaConvInvecchiamentoAttivo23nov15
Iacop: «fase di vita non più di passaggio ma presenza attiva». Serracchiani: «la Regione attenta alle nuove esigenze della popolazione»

 

62972 3telescaConvInvecchiamentoAttivo23nov15Le aspettative di vita sempre più alte portano a un aumento della popolazione, soprattutto nella fascia degli over 65, che in Friuli Venezia Giulia sono 310.951, pari a un quarto del totale. Di questi, 536 sono ultracentenari, 64 in provincia di Gorizia, 133 a Pordenone, 124 a Trieste e 215 a Udine. Il dato è emerso in Consiglio regionale, in occasione di un convegno sull’invecchiamento attivo, per cui la regione, oltre a dotarsi della legge 22 del 2014, è capofila per un’iniziativa dell’Unione europea.

In apertura, il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop, ha sottolineato come «avvalendosi del supporto scientifico la politica possa basare le sue scelte e prendere le decisioni più pertinenti. Il Friuli Venezia Giulia per le sue caratteristiche demografiche non poteva che avviare da subito un discorso mirato, così il Consiglio regionale si è dotato di una legge, della quale la consigliera Renata Bagatin è stata la prima firmataria e per la cui attuazione la Giunta ha collaborato attivamente. Un provvedimento che intende far sì che questa fase di vita possa essere vissuta non più come un parcheggio, ma si trasformi in una presenza attiva in favore della società: un modo di porsi positivo delle persone – ha concluso – per un rapporto diretto con le comunità in cui vivono».

Ulla Engelmann, responsabile dell’unità Relazioni inter-istituzionali, Internazionali e Affari Esteri del Joint Research Centre (Jrc), l’organismo della Commissione europea che è sia un centro di ricerca che un organo governativo con circa 3.000 dipendenti e una folta ramificazione in tutto il continente, nel suo intervento, ha auspicato che la scienza assista la politica in maniera tempestiva, chiara e concisa. Pertanto, le osservazioni dei ricercatori dovrebbero essere opportune, attuali ed elaborate senza tecnicismi o relazioni troppo lunghe.

«La riforma sanitaria regionale è nata dal bisogno di dare adeguate risposte all’invecchiamento della popolazione. A questo fenomeno si aggiungono anche la maggiore complessità delle patologie, nonché la loro durata, il che pone domande nuove di sanità e assistenza» ha affermato la presidente della regione, Debora Serracchiani. Ricordando la legge regionale del 2014 sulla promozione dell’invecchiamento attivo, Serracchiani ha evidenziato come «sia in linea con la strategia dell’amministrazione regionale in tema di sanità. Non è il cittadino che deve girare attorno alla sanità, ma è la sanità che deve ruotare attorno al cittadino». 

Per l’assessore Maria Sandra Telesca «la sanità è senza dubbio l’ambito in cui l’innovazione incide maggiormente. Ricordo come siano stati proprio gli epidemiologi i primi a sollecitare l’amministrazione a intervenire sui temi legati all’invecchiamento. Magari le istituzioni certe volte si muovono un po’ tardivamente, ma è fondamentale che alla fine chi governa abbia il coraggio, in base a queste osservazioni, di riorientare il timone delle proprie politiche». 

Loredana Panariti, assessore regionale a ricerca e università, ha espresso la propria soddisfazione per il fatto che in Friuli Venezia Giulia «grazie alla presenza di numerosi enti di ricerca, il dialogo tra politica e ricerca è vivo, continuo e stimolante. Ne è la dimostrazione l’Accordo di Programma sottoscritto ad agosto tra Regione, ministero degli Esteri e Farnesina per valorizzare il sistema scientifico e dell’Innovazione regionale».