Provincia di Trento, bilancio di previsione 2017 a quota 5.25 miliardi di euro, di cui 4,54 miliardi effettivamente spendibili

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Palazzo Provincia Trento
Obiettivo una crescita dell’1,2% e maggiori tutele alla famiglia. Per le imprese tasse e tariffe agevolate

 

Palazzo Provincia TrentoLa crescita è l’obiettivo principe del bilancio 2017 della provincia di Trento appena approvato dalla Giunta. Il presidente Ugo Rossi ha presentato le cifre del documento contabile che prevede risorse per 5,25 miliardi di euro, di cui 4,540 miliardi effettivamente spendibili, al netto delle partite di giro.

«Gli obiettivi principali che abbiamo messo in campo per il 2017 – spiega Rossi – sono il sostegno allo sviluppo e all’occupazione, in particolare attraverso l’uso della leva fiscale, il mantenimento della coesione sociale, uno dei principali caratteri distintivi del Trentino, l’adozione di nuove politiche per la famiglia. Con questo insieme di misure che incoraggiano l’impresa, l’innovazione, la valorizzazione delle risorse umane, e che consolidano il nostro stato sociale, cui spesso il resto del Paese guarda con attenzione e ammirazione, vogliamo lanciare un segnale di fiducia nel futuro. Il Trentino dell’Autonomia ha tutte le carte in regola per agganciare la ripresa; deve farlo con coraggio e consapevolezza dei propri mezzi». 

Nel dettaglio, le entrate complessive sono pari a 4.402 milioni di euro a cui si aggiungono economie di spesa per 138 milioni sul bilancio 2016, che verranno impiegate nel 2017. L’accordo recentemente raggiunto con il Governo ha sbloccato l’utilizzo del Fondo pluriennale vincolato, mentre per quanto riguarda l’avanzo di amministrazione, è prevista la possibilità di utilizzarlo nel 2017 ma è ancora aperto il confronto per gli anni successivi.

Il bilancio 2017, così come approvato dalla Giunta trentina, punta innanzitutto rafforzare la tendenza alla crescita già manifestatasi nel 2016 con un aumento di quasi l’1% del Pil, e a consolidare quei risultati che collocano il Trentino nelle posizioni di testa per benessere e qualità della vita fra le regioni europee. In cima agli obiettivi del bilancio vi è la salvaguardia della crescita, con l’obiettivo di arrivare nel 2018 almeno a un +1,2% del Pil e, possibilmente, di superarlo, conservando la coesione sociale, continuando a investire in sanità, sociale, scuola, ricerca, politiche del lavoro e di sostegno al reddito (lo stock di risorse per il complesso di queste voci rimane invariato rispetto al 2016). 

Particolare attenzione viene riservata alla famiglia, per contrastare la tendenza alla denatalità e porre le basi per un Trentino più equilibrato nel rapporto fra le generazioni. Altra strategia è rafforzare la dimensione internazionale del Trentino, sia in entrata (investimenti da fuori provincia, ma anche turismo, interscambio universitario e scolastico e così via), sia in uscita (sostegno alle imprese e ai prodotti trentini sui mercati internazionali). Focus anche sulle zone di montagna, investendo sulla loro competitività (incentivi, aiuti selettivi, servizi, Ict), infine, vengono confermate e rilanciate le misure per migliorare ulteriormente l’efficienza e l’economicità della macchina pubblica. 

Per la crescita delle imprese e l’occupazione sono due le leve principali attivate: Irap e Imis. Le agevolazioni Irap per circa 215 milioni di euro (erano 170 milioni nel 2016) premiano soprattutto le imprese che assumono e accrescono la produttività. In questo modo, chi crea lavoro e produce in Trentino pagherà meno tasse, anche rispetto alle agevolazioni poste in essere a livello nazionale. Nel dettaglio, è prevista fra l’altro una deduzione di 18.000 euro per ogni nuova Ula (Unità lavorativa annuale), che sale a 36.000 euro per giovani assunti dopo un percorso di Garanzia giovani o un’alternanza scuola-lavoro. Confermate inoltre le misure già in vigore come l’azzeramento per 5 anni dell’aliquota per le nuove imprese e un’aliquota generalizzata del 2,68% per tutte le altre (3,9% a livello nazionale). Sul versante dell’Imis sui fabbricati produttivi si ha un’aliquota fissata al 0,55% per studi professionali, negozi, fabbricati ad uso produttivo e alberghi e pensioni e una a 0,79% per tutti gli altri immobili (nazionale a 0,86%). Il valore totale è di 13 milioni di euro. Cresce poi del 5% l’aliquota sui contributi concessi alle micro-imprese (fino a 5 addetti) in relazione agli investimenti realizzati, e viene assegnato un plafond ai Confidi per la concessione alle stesse di mutui a tasso agevolato, per un totale di 10 milioni di euro. 

Il bilancio opera poi una precisa scelta di campo in favore delle famiglie con figli. Tra le misure adottate, le detrazioni d’imposta e la riduzione delle tariffe degli asili nido. Sul versante della defiscalizzazione, alla misura già in vigore, zero Irpef fino a 20.000 euro, si aggiunge una detrazione di 252 euro per ciascun figlio a carico per chi ha un reddito fra i 20.000 e i 55.000 euro. Complessivamente, la detassazione totale ammonta a 46 milioni di euro fra esenzione dall’Irpef e addizionale d’imposta (22 milioni in più rispetto al 2016). Parallelamente si ha una riduzione delle tariffe, in particolare degli asili nido, mediamente di circa il 40%, che comporterà risparmi per 3,2 milioni di euro. Sul versante degli asili nido è obiettivo della Provincia finanziare inoltre la realizzazione di nuove strutture in val di Fassa e valle dei Laghi. Tutto ciò senza toccare la finanza locale, cioè assumendo il sacrificio relativo direttamente sulle finanze provinciali e non su quelle dei comuni. Sullo sfondo, l’attivazione, nel 2018, dell’assegno unico, che accorperà in un unico strumento tutti gli interventi economici a sostegno delle famiglie. L’obiettivo è razionalizzare gli interventi, in uno spirito di ancora maggiore equità e trasparenza. 

Nel bilancio 2017 ci sono anche 900 milioni di euro di opere pubbliche, cui si aggiungono gli investimenti che potranno essere realizzati dagli enti locali, circa 500 milioni di euro, per un totale di 1,4 miliardi di euro. Si va dalla viabilità all’edilizia scolastica, dalle strutture sanitarie e sociali alla banda larga. Qualche esempio: il Polo sanitario trentino, l’Ospedale di Cavalese, la strada  Loppio-Busa, la variante di Cles, gli investimenti nel Polo della Meccatronica di Rovereto e nel Depuratore Trento 3, il polo fieristico di Riva, l’Istituto d’Arte Vittoria di Trento. 

Nel 2017 si registra una tenuta delle spese per la coesione sociale, comprendendo in questa voce Reddito di garanzia, assegno regionale al nucleo familiare, abbattimento dei canoni dati in locazione (Itea e sul libero mercato), assegni di studio, contributi alle famiglie numerose, Reddito di attivazione, assegno di cura, eliminazione Imis prima casa e così via. Sono state anche definite nuove misure fra cui la già citata riduzione sull’addizionale Irpef e quelle per le tariffe degli asili nido, cui si aggiungono lo sconto del 20% sulla tassa automobilistica (per euro 5 e superiori), un’imposta sulle assicurazioni auto del 9% (imposta statale ordinaria 12,5%), una tassa per il diritto allo studio universitario di 140 euro (a livello nazionale sale fino a 200 euro).

Il bilancio 2017 del Trentino conferma l’impegno a tenere sotto controllo le spese di funzionamento della Provincia, degli enti locali, delle società provinciali, confermando una tendenza già avviata da alcuni anni. Nel periodo 2017-2019 le spese di gestione si ridurranno del 5,7% grazie alla centralizzazione degli acquisti e alla riduzione dei mezzi di servizio (100 unità). La manovra conferma inoltre il turn-over nella misura 1 a 10 (un nuovo assunto ogni 10 dipendenti che cessano la loro attività), e parallelamente lo sforzo per migliorare ulteriormente il capitale umano, dirigenziale e non. Nel 2017 spazio per l’assunzione di 50 giovani in formazione-lavoro e un incremento di risorse per i rinnovi contrattuali. Prevista infine l’adozione di un nuovo disegno di legge di semplificazione dei rapporti fra cittadino e pubblica amministrazione per ridurre la burocrazia. 

Quanto alla finanza locale, in seguito all’accordo raggiunto con il governo nazionale, i comuni possono utilizzare integralmente il Fondo pluriennale vincolato per il triennio 2017-2019, mentre rimane ancora aperta la partita sugli avanzi di amministrazione. Per le spese correnti il bilancio mette a disposizione degli enti locali circa 255 milioni di euro, da utilizzare per la gestione delle competenze relative, comprese assistenza, diritto allo studio ed edilizia abitativa. Inoltre sono disponibili 126 milioni di euro derivanti dall’Imis. Per gli investimenti il bilancio 2017 mette a disposizione degli enti locali 46 milioni in più rispetto all’anno precedente per gli investimenti, così suddiviso: 25 per la manutenzione del patrimonio pubblico; 13 per interventi di sviluppo territoriale nell’ambito del Fondo strategico e 8 di nuovo per interventi di manutenzione, in favore dei comuni che apportano risorse al Fondo di solidarietà comunale (che ammonta a 41 milioni di euro ed è alimentato dai comuni con il bilancio più alto oltre che dalla Provincia).