Convegno “MareTerra 2016” a Ravenna: focus di Legacoop sugli scali della regione

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Rossi: «a buon punto proroga di finaziamenti Bei per ammodernamento della struttura»

 

mareterra2016«Il quadro del porto di Ravenna si può etichettare con una sola definizione: stagnazione». Il giudizio sullo scalo commerciale ravennate arriva da Legacoop Romagna, nel corso del convegno “Mareterra 2016”.

L’analisi della centrale cooperativa parte dall’andamento delle rinfuse, il “core business” del porto di Ravenna, «che si conferma leader nazionale assoluto, ma è anche il porto che ha sofferto di più l’impatto della crisi globale del triennio 2007-2009 e che, successivamente, ha fatto più fatica a riprendere un percorso di significativa crescita». Per Legacoop, «la crescita dei traffici di rinfuse solide in Adriatico non è focalizzata su Ravenna, ma appare trascinata da altri porti, in particolare Venezia e Trieste».

Anche nel traffico container, «mentre Koper-Capodistria, Venezia e Trieste hanno evidenziato un significativo sviluppo, Ravenna ha avuto tassi di crescita più bassi, soprattutto a partire dal 2010, riuscendo solo a riportarsi, dopo la crisi, a una quota di poco superiore ai 200.000 teu». Secondo Legacoop, «a fronte di questo quadro, che richiederebbe l’assunzione di chiare decisioni strategiche e competitive, la situazione a Ravenna, dal punto di vista operativo, è in netto peggioramento. La situazione odierna dei fondali è ancora quella di 25 anni fa, mentre il tonnellaggio medio delle flotte è cresciuto». 

Proprio sul progetto di approfondimento dei fondali del porto canale, bloccato «dalla dura contrapposizione degli ultimi mesi» (in particolare tra il comune e l’ex presidente dell’Autorità portuale Galliano Di Marco), Legacoop si chiede: «c’è il rischio di perdita dei finanziamenti? Chi sta presidiando tale rischio?».

Il nuovo presidente dell’Autorità di sistema dell’Adriatico centro-settentrionale, Daniele Rossi, assicura che «non ci saranno problemi» di finanziamento per il progetto di approfondimento dei fondali del porto di Ravenna. Rossi ha riferito che «è a buon punto l’istruttoria per il finanziamento da 120 milioni da parte della Banca europea per gli investimenti. Ho incontrato i funzionari della Bei, che non mi hanno espresso significative criticità». Altri 60 milioni arriveranno dallo Stato. 

Rossi ha ricordato che il “Progettone” elaborato dalla precedente Autorità portuale – poi abortito – «era basato su un approfondimento dei fondali tra 11,5 e 13,5 metri in area portuale e 14,5 per la canaletta di accesso al porto. Queste profondità comportano lo stoccaggio di 4 milioni di metri cubi di materiale a terra e il riversamento di 2 milioni di metri cubi a mare. Le aree che oggi possiamo ragionevolmente considerare disponibili possono ospitare circa 2 milioni di metri cubi a terra, il che ci permetterebbe di scavare fino a 12-12,5 metri in tutta l’area portuale». Secondo il presidente dell’Autorità di sistema, «dai primi incontri tecnici con gli operatori, la sensazione è che questa profondità potrebbe essere soddisfacente anche in una visione di lungo periodo. I costi relativi a questa fase dei lavori sono ipotizzabili in quasi 200 milioni: se restiamo entro questi limiti di costo, non ci dovrebbero essere problemi». 

Rossi ha inoltre riferito che prosegue il percorso per la realizzazione di un impianto di trattamento dei materiali di scavo: «pensiamo a una capacità di 4-500.000 metri cubi l’anno. Abbiamo pubblicato un avviso per la ricerca di aree idonee, e abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse. Poi partirà la procedura di gara. L’opera entrerà in funzione non prima di 2-3 anni».

«Se non si inizia a scavare in fretta, il porto di Ravenna non potrà avere lo sviluppo auspicato – ha affermato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini  -. Dopo la nomina del nuovo presidente dell’Autorità portuale ci sono tutte le condizioni per mettere in campo ciò che è necessario per aumentare i traffici nel porto. Ma bisogna che qualcuno spieghi come verranno spesi i 60 milioni garantiti dallo Stato». Riguardo allo scenario infrastrutturale che riguarda la provincia di Ravenna, Bonaccini ha aggiunto di «non escludere» un futuro nuovo collegamento stradale con il ferrarese (si ipotizza un raccordo tra la E45 e la Ferrara-Mare).