Prosecco, superfici raddoppiate in sette anni

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bicchieri prosecco FotoPaoloSpiga bassaris 1
L’andamento positivo del mercato, con export in decisa crescita

 

bicchieri prosecco FotoPaoloSpiga bassaris 1Se gli spumanti italiani godono di una rinnovata notorietà e successo di vendite che sopravanza gli storici concorrenti della Champagne, il Prosecco fa ancora meglio, tanto da essere uno dei protagonisti della crescita dell’export che degli impianti di nuovi vigneti.

Dal 2009 (l’anno della riorganizzazione piramidale della produzione con al vertice le Docg di Conegliano e Valdobbiadene e di Asolo e alla base la Doc che si estende fino al Friuli Venezia giulia) le superfici vitate impiantate a Glera (il vitigno che origina il Prosecco) sono aumentate di quasi 2.000 ettari nell’area storica Docg di Conegliano e Valdobbiadene e raddoppiate nell’area allargata. I vigneti Doc sono passati dagli 11.000 ettari del 2009 ai 20.250 del 2016, che nel 2017 cresceranno di altri 3.000 ettari di fresco impianto a Glera. 

Che la “febbre” da Prosecco sia molto alta lo si deduce anche dal livello delle richieste di nuove autorizzazioni all’impianto (le licenze che bisogna detenere insieme alla proprietà del vigneto) attribuite a inizio 2016. In Veneto, a fronte di una disponibilità di 805 ettari, sono state presentate domande per 3.500 ettari. Il criterio del pro-rata scelto per assegnare le nuove autorizzazioni ha premiato le aziende con grandi disponibilità di terreni, spesso esterne al settore vitivinicolo che si sono buttate sul settore fiutando l’affare, inserendo così nel settore vitivinicolo anche aziende provenienti da quello zootecnico, dei seminativi, o delle agroenergie con grandi disponibilità di superfici. 

Ciò ha determinato un fenomeno speculativo che il Consorzio del Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene Docg vuole sconfiggere: «si tratta di un criterio che va al più presto modificato – spiega il presidente Innocente Nardi – introducendo una premialità, non un’esclusiva, a favore dei soggetti che già operano nel settore». «Per evitare speculazioni – aggiunge Luca Davi, direttore del Consorzio – può essere utile anche inserire un tetto alle singole domande: non più di 3 ettari per tutelare al meglio un sistema che conta tra i soli produttori oltre 13.000 aziende viticole, ciascuna con una superficie media inferiore ai due ettari».

Tornando ai numeri del Prosecco, secondo i dati elaborati da Uiv-Corriere vinicolo nei primi 9 mesi dell’anno si assiste ad un autentico boom degli spumanti (in gran parte dovuto proprio al successo del Prosecco) sui mercati esteri: +28% a volume e +38% a 603 milioni, piazzando 223 milioni di bottiglie ad un prezzo medio a litro in crescita, dai 3,6 euro del 2016 agli 3,86 euro attuali. Con vette stellari in Asia per il Prosecco superiore, dove raggiunge, secondo uno dei produttori di punta del settore, Gianluca Bisol dell’omonima cantina posseduta all’80% da Ferrari Spumanti, ad 80 euro alla bottiglia.

La produzione complessiva di Prosecco stimata per il 2016 dal Consorzio si attesta a 415 milioni di bottiglie, con una previsione di 460 per il 2017. Per quanto riguarda le esportazioni, la Gran Bretagna ha evidenziato un incremento della domanda del 38,6% rispetto all’anno scorso con un contestuale aumento di prezzo dell’11,3% a bottiglia. In crescita del 31,7% anche l’export verso gli Usa e del 70,3% quello con destinazione Francia, dove il prezzo medio è aumentato del 13%.