«Banche salvate: siano pubblici i nomi dei grandi debitori. Operazione trasparenza doverosa»

0
333
Massimo Finco Presidente Confindustria Padova
Il presidente di Confindustria Padova Finco, a titolo personale, chiede anche i nomi dei manager responsabili. «Rammarico non sia venuta da Confindustria» dove Boccia bolla l’iniziativa come «non opportuna»

Massimo Finco Presidente Confindustria PadovaBanche salvate, pubblicare o no i nomi dei grandi debitori insolventi? Il presidente di Confindustria Padova, Massimo Finco, a titolo personale si esprime positivamente: «la ritengo un’iniziativa eticamente giusta e doverosa. Proprio nel momento in cui a 169.000 risparmiatori delle ex Popolari venete è chiesto di mangiare questa minestra (rimborso di 9 e 6 euro per azione) o saltare la finestra per dare un futuro alle due banche, la proposta del presidente dell’Abi Patuelli di pubblicare i nomi dei primi 100 debitori insolventi delle banche che finiscono in risoluzione o vengono salvate dallo Stato, mi pare colga il dovere della verità e la domanda profonda di trasparenza che viene dal Paese. Senza dimenticare però le responsabilità dei manager nella concessione troppo “facile” o interessata di crediti che si sono poi trasformati in sofferenze, ed estendendo dunque a questi l’operazione trasparenza per non addossare sui debitori tutta la responsabilità e passare sotto gamba quella del management».

La proposta del presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), Antonio Patuelli è fatta propria da Finco, che si distingue dalla posizione del presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia, che ha bollato l’iniziativa di trasparenza come «non opportuna».

«Nessun giustizialismo – ragiona Finco – nessuna gogna pubblica o mediatica. Ma giustizia e trasparenza sì, per banche salvate dal denaro pubblico o dai risparmiatori. È proprio per la completa mancanza di trasparenza nella conduzione di alcuni istituti che centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori italiani, cittadini, famiglie e imprenditori, hanno visto inghiottiti i risparmi di una vita, oltre alla dignità e all’orgoglio. Personalmente condivido il “lodo Patuelli”, soprattutto se sarà completato da piena trasparenza anche sulle responsabilità dei manager e mi auguro venga tradotto in norma o emendamento al decreto-banche dal Governo per dare un segnale, almeno uno, che non esistono risparmiatori di serie A e di serie B, né aziende di serie A e di serie B». 

Per Finco «l’unico rammarico che a titolo personale esprimo, è che la proposta non sia venuta prima da noi, da Confindustria, in continuità e coerenza con la linea di trasparenza, autonomia ed etica del nostro sistema associativo».

Quanto all’offerta di transazione di Veneto Banca e BPVi, conclude il presidente di Confindustria Padova, «concordo nel ritenere incomprensibile che siano escluse dalla proposta le società di capitali, tra cui migliaia di piccole e medie aziende che hanno rimesso perdite e merito creditizio, ed auspico che l’impostazione venga corretta, in questo caso opportunamente distinguendo tra chi è stato costretto ad acquistare titoli e azioni o ingannato sul reale profilo di rischio, e chi invece ha consapevolmente inseguito la speculazione finché gli è andata bene».