Alto Adige la provincia stanzia 6 milioni di euro di contributi a favore degli investimenti delle PMI

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Corsia preferenziale per le aziende fino a 9 dipendenti. Soddisfazione di Confartigianato

euro soldi ventaglio blglietti 100La Giunta provinciale di Bolzano ha approvato le direttive del bando per il terzo e ultimo pilastro degli incentivi all’economia, che prevede sovvenzioni del 20% dei costi ammissibili per imprese piccole e piccolissime che intendono investire in beni mobili, come impianti tecnici, macchinari, parco macchine, arredamento, ma anche hardware e software.

Nel 2017 la Giunta mette a disposizione 6 milioni di euro. Il bando per questa linea di finanziamento è rivolto ai settori commercio e servizi, industria e artigianato. A inizio aprile le imprese altoatesine che hanno fino a 49 dipendenti potranno presentare la domanda di contributo all’investimento. «Abbiamo così completato la nuova impostazione degli incentivi all’economia. Anche questo terzo pilastro si sviluppa in modo selettivo e non più con il sistema dei contributi a pioggia», sottolinea il presidente Arno Kompatscher.

In parallelo, la Provincia prosegue anche sulla strada delle agevolazioni fiscali. Le direttive fissano tra 20.000 e 500.000 euro il volume di investimento finanziabile. Ne consegue un contributo massimo di 100.000 euro. L’incentivo riguarda solo gli investimenti effettuati nel 2017. Questo schema va incontro alle piccole imprese, che per loro natura effettuano investimenti di dimensioni più contenute. 

Nelle direttive approvate, la Giunta ha tenuto conto delle osservazioni presentate dai rappresentanti delle categorie economiche. L’accesso agli incentivi pubblici sarà regolato da un sistema di punteggio attribuiti alle domande secondo vari parametri: un criterio importante è l’ubicazione in un’area individuata come strutturalmente svantaggiata e dunque di sviluppo prioritario in base allo studio Astat presentato in Giunta e che ha avuto prima applicazione proprio negli incentivi alle piccole imprese. Altri fattori per il punteggio: la qualificazione (diploma di maestro artigiano, certificazioni Iso o audit famiglia & lavoro, apprendisti), la crescita, l’imprenditoria femminile, l’utilizzo per gli investimenti della cubatura già esistente, la cooperazione e l’internazionalizzazione dell’impresa. Attraverso i punteggi saranno stilate due graduatorie del bando, una per le aziende che hanno fino a 9 dipendenti, l’altra per quelle da 10 e fino a 49 dipendenti. 

«Vogliamo che proprio le imprese più piccole siano stimolate ad investire e vengano sostenute in questo sforzo», spiega Kompatscher. I 6 milioni di finanziamento a disposizione saranno equamente divisi fra i due bandi e considerato che coprono un massimo del 20% dei costi delle imprese, gli investimenti arrivano a sviluppare un volume complessivo di 30 milioni di euro. Se una graduatoria non dovesse esaurire l’intero importo dei contributi, la rimanenza potrà essere spostata sull’altra graduatoria, così da permettere l’utilizzo dell’intero incentivo pubblico. E’ stata inoltre accolta la richiesta del mondo economico di dare la precedenza, a parità di punteggio tra imprese candidate, a quella che effettua l’investimento maggiore. La graduatoria sarà stilata entro settembre e i decreti di concessione dei contributi firmati ancora entro l’anno. Il bando 2018, invece, «partirà già in gennaio, dando modo alle aziende di poter pianificare ancora meglio», spiega Kompatscher. Concluso il primo bando, ci sarà un’analisi del risultato per verificare la necessità o meno di intervenire con aggiustamenti o integrazioni.

Reazioni soddisfatte da parte del mondo delle PMI: per il presidente di Confartigianato Alto Adige, Gert Lanz, «l’introduzione di questa tipologia di sostegno avrà un’influenza decisamente positiva sullo sviluppo economico locale. Le ditte che innovano la propria struttura, implementano la propria qualità e mettono a disposizione nuove posizioni formative e lavorative hanno bisogno di un adeguato sostegno. Nel caso specifico e soprattutto per le microimprese e per le realtà di piccole dimensioni, quella dei contributi in conto capitale continua a rappresentare la soluzione più efficiente». Per Lanz «bene per il bando di gara in base al numero di dipendenti e la definizione dei criteri per la classificazione, che prevede svariate qualificazioni come il titolo di Maestro o l’inserimento in organico di apprendisti, ma anche graduatorie relative alla debolezza strutturale, all’utilizzo delle giacenze, alla crescita ed all’imprenditoria femminile. E positiva è la riduzione della somma minima d’investimento a 20.000 euro e la definizione della somma massima a 500.000 Euro: il 95% delle ditte altoatesine impiegano meno di 10 dipendenti e nella nuova tipologia di contributi si terrà finalmente conto di questo aspetto. Ora anche le piccole imprese, che per natura effettuano investimenti più ridotti, potranno ricevere dei contributi ed i mezzi di sostegno raggiungeranno effettivamente le aziende».