Due Italia anche nei rifiuti: riciclaggio spinto al Nord, emergenza al Centro Sud

L’Istat fotografa la produzione dei rifiuti (in crescita) e le modalità di recupero: per la differenziata spiccano Trentino, Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. 

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Due Italia anche nei rifiuti

Secondo l’stat, esistono due Italia anche nei rifiuti: una, al Nord, che produce pochi rifiuti e ricicla tantissimo, e l’altra, al Centro Sud, che produce rifiuti nella media, ma ricicla ancora poco.

Nel 2016, la quantità di rifiuti urbani raccolti in Italia è stata pari a 496,7 kg per abitante. I maggiori quantitativi sono stati prodotti nel NordEst (548,7 kg per abitante) e al Centro (548,0), minore è stata la produzione nel NordOvest (482,1 kg per abitante), nelle Isole (459,8) e al Sud (444,3).

In corrispondenza del più alto livello di rifiuti urbani prodotti nel Nord-est si rileva anche la percentuale maggiore di raccolta differenziata (66,6%, dato che rispetta l’obiettivo del 65% previsto dalla normativa). Nel NordOvest il livello di raccolta differenziata risulta di poco inferiore (62,3%). Molto distanti dal Nord, invece, risultano il Centro, il Sud e le Isole dove la raccolta differenziata si attesta rispettivamente al 48,6%, 43,3% e 26,0%. In particolare, nell’Italia insulare si evidenzia il forte ritardo della Sicilia (15,4%), mentre in Sardegna si raggiunge il 60,2% di raccolta differenziata.

Le regioni con maggiore produzione di rifiuti urbani sono state Emilia-Romagna (653,0 kg per abitante) e la Toscana (616,2), ma mentre la prima li raccoglie in modo differenziato per il 60,7% nella seconda si arriva solo al 51,1%. Molise e Basilicata ne hanno prodotti meno (rispettivamente 387,0 e 353,0 kg per abitante) con quote di raccolta differenziata altrettanto basse (rispettivamente 28,0% e 39,2%).

In termini di raccolta differenziata, sono quattro le regioni più virtuose che hanno contemporaneamente superato l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata e una produzione totale al di sotto della media. Al primo posto si ha il Trentino (74,3% di raccolta differenziata rispetto al totale di rifiuti urbani prodotti, pari a 486,6 kg per abitante), al secondo il Veneto (72,9% di raccolta differenziata su 486,5 kg per abitante di rifiuti urbani prodotti). A seguire Lombardia, Friuli Venezia Giulia e l’Alto Adige, le cui quote di raccolta differenziata sono rispettivamente 68,1, 67,1 e 66,4%, con una produzione totale di rifiuti urbani rispettivamente pari a 477,5, 481,1 e 475,5 kg per abitante

Nei comuni centro dell’area metropolitana e in quelli delle relative periferie, i rifiuti urbani prodotti risultano ammontare rispettivamente a 554,4 e 458,6 kg per abitante con il 39,4% e il 58,1% di raccolta differenziata. All’aumentare della dimensione demografica si osservano quote crescenti di rifiuti urbani prodotti per abitante e percentuali più basse di raccolta differenziata e viceversa. Al di fuori delle aree metropolitane, nei comuni fino a 10.000 abitanti la quantità di rifiuti urbani prodotti è pari a 446,0 kg per abitante con il 59,2% di differenziata. Passando ai comuni da 10.001 a 50.000 abitanti i due indicatori sono pari rispettivamente a 501,8 kg per abitante e 55,4%. Infine, in quelli di grandi dimensione (da 50.001 abitanti e più) i rifiuti urbani raggiungono 548,1 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata scende al 47,7%.

E’ interessante confrontare, a livello regionale, la produzione di rifiuti urbani pro-capite, la percentuale di rifiuti urbani differenziati e, considerando le famiglie residenti, la percentuale di famiglie che dichiarano di effettuare sempre la raccolta differenziata per carta, vetro, alluminio e plastica (set minimo di tipi di rifiuto per cui la normativa europea prevede l’obbligo della differenziazione).

Le regioni che mostrano le percentuali più basse sia di rifiuti urbani differenziati sia di famiglie che dichiarano di differenziare i rifiuti sono la Sicilia e il Molise (probabilmente per una scarsa diffusione dei servizi di raccolta differenziata tra cui anche il porta a porta). Nello stesso tempo queste regioni sono tra quelle che producono una bassa percentuale di rifiuti pro-capite

Per contro in Trentino risulta molto attiva nella differenziazione dei rifiuti. Rispetto alla quantità di rifiuti urbani pro-capite, Trento è al livello della media nazionale. Anche la Lombardia si attesta su percentuali elevate: 68,1% di rifiuti urbani differenziati sul totale dei prodotti e quasi l’81% delle famiglie che dichiara di differenziare sempre i rifiuti.

Rispetto al 1998 (primo anno nel quale l’Istat comincia a rilevare il fenomeno) si stimano notevoli incrementi nella percentuale di famiglie che dichiarano di effettuare “sempre” la differenziazione di tutti i tipi di rifiuti considerati (questo per effetto sia dei provvedimenti normativi sia della crescente sensibilità ambientale in tema di rifiuti).

Se si restringe l’analisi all’ultimo quinquennio, si passa dal 75,0% delle famiglie che dichiarano di differenziare i contenitori in plastica nel 2012 all’85,0% nel 2017. Anche la raccolta differenziata quotidiana dei contenitori in alluminio coinvolge una quota crescente di famiglie (dal 68,1% del 2012 al 74,6% del 2017). I contenitori in vetro erano già differenziati da una quota più elevata rispetto agli altri tipi di rifiuti: le famiglie che differenziano sono passate dal 79,9% nel 2012 all’84,1% nel 2017.

Sempre nel 2017, il 69,9% delle famiglie ritiene di sostenere un costo elevato per la raccolta dei rifiuti, il 25,6% lo giudica adeguato. Si stima che le famiglie residenti nelle Isole siano le più insoddisfatte: giudicano elevato il costo nell’83,4% dei casi, quota che scende al 61,1% nelle regioni del Nord-est. Sul servizio di raccolta porta a porta dei rifiuti si definisce molto soddisfatto il 26,3% delle famiglie italiane (il 35,2% nel NordOvest e il 31,9% nel NordEst). Al di sotto della media nazionale le altre ripartizioni geografiche: 17,6% al Sud, 19,9% al Centro e 20,6% nelle Isole. I motivi di insoddisfazione del porta a porta sono prevalentemente legati agli orari di raccolta dei rifiuti (94,3%) e alla convinzione che non sia utile raccogliere i rifiuti in modo differenziato (89,6%).

Per migliorare, in termini quantitativi e qualitativi, la partecipazione alla raccolta differenziata il 93,4% delle famiglie vorrebbe maggiori informazioni su come separare i rifiuti; il 93,3% centri di riciclo e compostaggio più numerosi ed efficienti; l’83,3% detrazioni e/o agevolazioni fiscali o tariffarie, già esistenti in alcune aree del Paese

Tra le politiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti urbani nei capoluoghi di provincia o di città metropolitana, le più diffuse riguardano l’attuazione di buone pratiche in uffici, scuole e nidi comunali, adottate dal 60% delle amministrazioni nel 2016. Oltre il 50% dei comuni promuove l’approvvigionamento di acqua potabile di qualità in spazi pubblici ed effettua campagne di sensibilizzazione sul tema.

Nel 2016 una politica largamente attuata in tema di riciclo riguarda l’applicazione di agevolazioni per il compostaggio domestico, adottate da più di 7 città su 10. Nel 2016 sono molto diffuse le politiche di corretto conferimento dei rifiuti: 32 comuni capoluogo superano l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani (21 nel 2015). Sono 28 i comuni capoluogo che applicano almeno la metà delle politiche di prevenzione e riduzione considerate. Le migliori performance sono quelle di Parma, Ferrara e Rimini, oltre quella della città metropolitana di Torino. Rispetto alle politiche di corretto conferimento sono 107 quelli che ne attuano almeno la metà. Tra le città metropolitane si distinguono: Torino, Genova, Venezia e Bari.

Considerando la gestione della raccolta differenziata, interna alle strutture delle amministrazioni dei comuni capoluogo, risulta che nel 2015 il 98% dei comuni ha raccolto in modo differenziato carta e toner (rispettivamente nell’87% e nel 68% delle unità locali); il 96% delle città differenzia la plastica (in quasi l’80% delle strutture), il 93% il vetro in più della metà delle proprie unità locali. Nella gestione sostenibile si distinguono in modo particolare Reggio di Calabria, Monza, Perugia, Trento e Forlì.