Centro sinistra autonomista trentino: Panizza (Patt) fa lo sgambetto al Pd

Il presidente uscente della provincia di Trento, Rossi, nuovamente in testa alla rosa dei candidati dell’alleanza. Forti malumori nelle fila del Pd. Attendismo tra le fila centriste dell’Upt. 

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In politica l’esperienza maturata in una vita passata prima a fare il porta borse, poi il funzionario di partito, poi l’assessore provinciale per passare ad un’esperienza al Senato serve e fa premio sulla volontà di cambiamento avanzata dalla base dei partiti che esprimono la coalizione di governo uscente di centro sinistra autonomista che fino al prossimo 21 ottobre governa la provincia di Trento.

Franco Panizza, segretario del Patt, dopo una trattativa che avrebbe sfibrato chiunque, è riuscito a mettere il punto a favore del proprio candidato presidente, l’uscente Ugo Rossi, che però è inviso al resto degli alleati e, soprattutto, alla base del Pd che vorrebbe cambiare candidato proponendo il giornalista in pensione Paolo Ghezzi, ben supportato dagli ambienti sociali e terzomondialisti dell’alleanza.

Tutto quello che nelle settimane scorse era stato portato avanti dalla coalizione di centro sinistra autonomista e che aveva portato quasi alla candidatura unica di Ghezzi è stato annullato, ripartendo di fatto da zero e dal candidato presidente uscente. Al segretario del Patt è riuscito il ribaltamento del tavolo riportando Rossi al centro degli equilibri della coalizione.

Al Pd non è rimasto che contorcersi nelle dichiarazioni di principio, secondo cui tutta l’alleanza, prima di effettuare una scelta definitiva, dovrà sentire tutti i candidati presidente in lizza, ma partendo la punto fermo di Rossi e gli altri a seguire.

Se a Trento l’alleanza di centro sinistra autonomista soffre, anche in Alto Adige la situazione non è migliore. Secondo un sondaggio commissionato dai quotidiani locali, emergerebbe un ulteriore calo dei partiti dell’attuale maggioranza, con la Svp (il partito di lingua tedesca) che perderebbe ulteriori posizioni attestandosi attorno al 39% dal 45,7% delle scorse elezioni. Male anche il suo alleato Pd, che passa dal 6,7% delle scorse elezioni del 2013 al 4%. Entrambi i partiti della maggioranza uscente non riuscirebbero così più ad avere la maggioranza in Consiglio provinciale, rendendo necessario l’individuazione di altri alleati.