Carni suine trasformate: è intesa su decreto indicazione di provenienza

Nasce anche il fondo suinicolo nazionale a sostengo della filiera in crisi per la peste suina che ha alterato il mercato internazionale.

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assemble Assica peste suina africana

Raggiunta l’intesa in Conferenza Stato Regioni sul decreto che introduce l’indicazione della provenienza per le carni suine trasformate, l’obbligo da parte di trasformatori e produttori di indicare l’origine dei suini. Il testo prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le seguenti informazioni: “Paese di nascita” (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento” (nome del paese di allevamento); “Paese di macellazione” (nome del paese in cui sono stati macellati).

Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma “Origine”: (nome del paese). La dicitura100% italianoè utilizzabile solo quando «ricorrano le condizioni del presente comma» e la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.

Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.

Il raggiungimento dell’intesa è stato definito dal ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, un «passo importante verso la trasparenza. Ringrazio le Regioni e gli enti locali per l’intesa di oggi sul decreto, costruito insieme ai ministeri dello Sviluppo economico e della Salute, che introduce l’obbligo di indicare l’origine delle carni suine trasformate. Questo provvedimento, atteso da molto tempo, conferma l’Italia all’avanguardia nella materia dell’etichettatura. Ora discuteremo con Bruxelles per l’autorizzazione dello schema nazionale e insisteremo con la Commissione Ue per avere una legge europea per l’origine obbligatoria in tutti gli alimenti. è un diritto dei cittadini e dobbiamo garantirla».

In conferenza Stato-Regioni è stata raggiunta l’intesa anche sul fondo suinicolo nazionale che prevede un ammontare di 5 milioni di euro. «Dobbiamo lavorare insieme per rendere più forte la filiera suinicola italiana, tanto più in questa fase di mercato. Il Fondo suinicolo nazionale da 5 milioni di euro previsto dal decreto emergenze agricole è uno strumento in più in questa direzione per lavorare su contratti di filiera, innovazione nella valorizzazione delle carni, rafforzamento della trasparenza nella formazione del prezzo nelle commissioni uniche nazionali del settore» ha sottolineato Bellanova.

Il fondo prevede:

a) concessione di contributi per l’acquisto e l’installazione di macchinari di valutazione automatica delle carcasse suineImage-meater e AutoFOM, al fine di valorizzare le carni nazionali e garantire una più oggettiva trasparenza nella formazione del valore. Per tale attività si destinano 3 milioni di euro;

b) finanziamento di campagne di comunicazione istituzionale e attività di informazione e promozione presso i consumatori funzionali alle attività di investimento del presente decreto e volte alla valorizzazione della filiera suinicola e in particolare delle produzioni di prosciutto DOP. Per tale attività si destinano 1,5 milioni di euro;

c) sostegno per il rafforzamento della trasparenza nella determinazione dei prezzi indicativi da parte delle commissioni uniche nazionali del settore suinicolo, attraverso il potenziamento dell’acquisizione e delle analisi dei dati oggettivi di mercato e dell’aggiornamento dell’equazione di stima, anche con utilizzo di software avanzati e accordi con università e centri di ricerca. Per tale attività si destinano 0,5 milioni di euro.

Soddisfazione per l’approvazione del fondo suinicolo è espressa dal presidente di Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi), Nicola Levoni: «le risorse messe a disposizione daranno fiato prezioso in questo difficile momento per il settore. Inoltre, contribuiranno a implementare miglioramenti tecnologici e innovazioni nelle relazioni di filiera che attendiamo da decenni e che confidiamo potranno veramente dare un nuovo slancio competitivo al nostro settore e al nostro Paese per affrontare meglio gli scenari internazionali. Ci auguriamo che – aggiunge Levoni – si possa proseguire celermente nella realizzazione degli altri obiettivi per sostenere il settore nell’attraversare questa situazione eccezionale e senza precedenti: dare sollievo finanziario alle nostre imprese (attivazione di misure speciali del fondo di garanzia, agevolazioni specifiche per l’accesso al credito, moratoria dei debiti bancari) e mettere il tema sempre più in cima alle priorità dell’agenda politica europea».

Riguardo l’intesa raggiunta sul decreto per l’indicazione dell’origine delle carni suine nei salumi, il presidente di Assica si dichiara «convinto che possa essere, se ben congegnato, uno strumento utile a meglio valorizzare l’identità nazionale in ogni fasedella filiera anche sui nostri prodotti. Auspichiamo che la normativa venga armonizzata a livello europeo in quanto in un mercato unico bisogna giocare con regole uguali per tutti».

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