Indagine Unioncamere Excelsior: in Trentino crollano le assunzioni

Franano le previsioni di assunzione delle imprese trentine (-46,3%). L’incertezza e gli interventi normativi d’urgenza pregiudicano la normale programmazione delle assunzioni.

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In base all’indagine Unioncamere Excelsior circa previsioni occupazionali del mese di dicembre, le imprese trentine prevedono l’attivazione di 5.500 nuovi contratti di lavoro, dato che registra un calo del 46,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (10.240 unità nel 2019) e che conferma la flessione già rilevata nei mesi di ottobre (-25,5%) e novembre (-24,1%).

L’indagine Unioncamere Excelsior è stata avviata dieci giorni dopo l’entrata in vigore del Dpcm del 4 novembre che ha disposto la divisione del territorio per aree di criticità e introdotto ulteriori restrizioni alla mobilità e al libero esercizio di alcune attività economiche. Con l’arrivo della seconda ondata pandemica e il susseguirsi di interventi normativi d’urgenza, sono troppi gli elementi di incertezza che gli imprenditori devono affrontare per poter procedere in modo ragionevole alla programmazione delle assunzioni.

Il mancato avvio della stagione turistica invernale, e le restrizioni imposte ai pubblici esercizi, stanno avendo un impatto negativo sull’attività delle imprese dei servizi turistici, alloggio e ristorazione che, in una situazione di normalità, provvedevano nel mese di dicembre alla maggior parte delle assunzioni, facendo registrare, insieme al mese di giugno, che coincide con l’avvio della stagione turistica estiva, i valori più alti dell’anno per il numero di nuovi ingressi programmati. Le imprese del settore prevedono di assumere 2.940 nuovi addetti, mentre la domanda per dicembre 2019 era di 6.140, e fra questi prevalevano nettamente cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici, il 67% del totale previsto. 

Un altro settore che subisce i contraccolpi dell’emergenza sanitaria (misure restrittive e minor propensione ai consumi) è il settore del commercio, per il quale le previsioni di assunzione registrano una diminuzione del 40% (660 unità contro le 1.100 dello scorso anno), legata soprattutto al minor numero di richieste per figure professionali quali commessi e altro personale qualificato, in negozi ed esercizi all’ingrosso e nella grande distribuzione, e personale non qualificato nelle attività commerciali e nei servizi. Particolarmente penalizzate dall’emergenza sanitaria sono anche le imprese dei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio e dei servizi alla persona che riducono la richiesta di personale rispettivamente del 27,8% e del 46,4%. In particolare cala di quasi la metà (-45,5%) la domanda di conduttori di mezzi di trasporto e del 40% circa quella di personale non qualificato nei servizi di pulizia e in altri servizi alle persone (in genere impiegati in questo periodo nel settore turistico).

In aggiunta alle previsioni occupazionali, l’indagine Unioncamere Excelsior offre anche alcuni approfondimenti sulle criticità affrontate dalle imprese a seguito dell’emergenza sanitaria e sulle loro prospettive di ripresa. Come già emerso dall’indagine sulla congiuntura del terzo trimestre, il sentiment degli imprenditori trentini è orientato all’incertezza. In particolare, aumenta la quota delle imprese che ritengono di poter recuperare i livelli produttivi pre-Covid solo nel secondo semestre del 2021. Si è passati dal 46,1% di settembre, al 51,3% di ottobre, al 71,1% di novembre (6 punti percentuali in più rispetto al dato nazionale).

Si registra un aumento anche per la percentuale di imprese che nei prossimi sei mesi prevede problemi di liquidità (45,8% di novembre contro il 32,3% di ottobre), inferiore comunque di dieci punti percentuali rispetto al dato nazionale. 

«Il blocco dell’attività nel periodo natalizio – ha commentato Giovanni Bort, presidente della Camera di commercio e di Confcommercio Imprese di Trento – è causa di un disastro economico difficilmente recuperabile e i risultati dell’indagine si possono leggere anche con maggiore preoccupazione se si considera che sono antecedenti la decisione di chiudere gli impianti di risalita. Stiamo dunque affrontando una crisi pervasiva: i lavoratori lasciati senza occupazione sono migliaia e le imprese, che a fatica erano riuscite a superare la prima ondata, temono realisticamente di essere travolte dalla seconda ondata pandemica. È un’ipotesi che va scongiurata in tutti i modi possibili, ma per riuscirci bisogna intervenire subito e senza mezzi termini, applicando la riduzione delle imposte e attivando una moratoria sui mutui».

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